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Chi è il calciatore che guadagna più soldi in Arabia Saudita? Il confronto tra stipendi ultra milionari

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L’Arabia Saudita è arrivata come un vero e proprio ciclone sul calciomercato europeo. Il fondo PIF ha deciso di rilanciare il proprio paese investendo, tra le altre cose, sul calcio, attraendo a sé più calciatori di talento possibili con l’obiettivo di rendere la Saudi Professional League uno dei campionati più belli al mondo.

Come noto, il primo a cedere alle lusinghe dei petrodollari è stato Cristiano Ronaldo lo scorso inverno. La sua firma all’Al Nassr per due stagioni e mezzo gli garantisce un ingresso economico di 200 milioni all’anno, escludendo poi anche gli introiti delle sue sponsorizzazioni: rimane comunque uno stipendio da capogiro.

Stesso discorso per Karim Benzema, passato in quest’estate all’Al-Ittihad dopo una vita al Real Madrid. Il Pallone d’Oro in carica, che ha giustificato la sua scelta con la voglia di essere più vicino al suo redo religioso, ha firmato un contratto biennale da 100 milioni annui. Al suo fianco N’Golo Kanté, per lui 50 milioni a stagione.

Negli ultimi giorni è l’Al-Hilal ad essere entrato prepotentemente nelle case degli italiani con l’acquisto di Sergej Milinkovic-Savic, che è forte di un quadriennale da venti milioni annui. Prima di lui però erano già arrivati Kalidou Koulibaly, che intascherà ogni stagione 30 milioni, e Ruben Neves, per lui sono invece 25 milioni all’anno. Cifra a metà del guado per Marcelo Brozovic all’Al-Nassr, 27 milioni annui per lui, mentre Roberto Firmino, nuovo giocatore dell’Al-Ahli, si è accordato per 20 milioni annui.

Tutto bello, pensando al fatto che con una permanenza minima di sei mesi i calciatori in questione saranno esentati dal pagare le tasse. Ma questi contratti faraonici non ingannino: per chi non ha un nome, e dunque un cachet altisonante, le cose possono farsi molto più difficili. Lewis Grabban, ex attaccante del Nottingham Forest e conosciuto al grande pubblico per la sua apparizione nella serie Netflix Sunderland ‘til I die, venne acquistato dall’Al-Ahli e vide il suo contratto rescisso dopo tre mesi, denunciando di non aver ricevuto i soldi pattuiti. Nell’ultimo anno, secondo Fanpage, i club sauditi sono stati coinvolti in 50 controversie di lavoro, con giocatori che devono andare in tribunale per far valere le proprie ragioni.

Foto: LaPresse

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