Hockey Pista
Hockey pista, Europei 2023: l’analisi. Italia, un bronzo meritato! C’è però da lavorare su alcuni aspetti
Gli Europei 2023 di hockey pista vanno ufficialmente in archivio. A vincerli è stata la Spagna, medaglia d’oro nella finalissima contro il Portogallo, argento, mentre l’Italia è riuscita a mettersi al collo un’ottima medaglia di bronzo. Come sempre al termine di eventi così importanti, è doveroso fare un bilancio di quanto successo.
Il gruppo allenato da Alessandro Bertolucci ha mostrato, nel complesso, una buona personalità e una buona attitudine facendo capire, al netto delle assenze (Ambrosio e Verona su tutti) e del ricambio generazionale, che la filosofia intrapresa dagli scorsi Mondiali di San Juan è più attuale che mai.
Entrando nello specifico poi, si può dire che capitan Giulio Cocco – alla sua prima esperienza da capitano totale di una rappresentativa nazionale – e Andrea Malagoli abbiano superato a pieno l’esame di leadership a cui erano chiamati; così come il reparto portieri che, guidato da Riccardo Gnata, ha sempre offerto piena affidabilità agli azzurri.
Cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato?
Aspetti positivi: la capacità di creare sempre gioco offensivo, l’abnegazione in fasi di difesa a oltranza, la voglia di lottare alla pari con ogni rivale, il pensiero identitario di non accontentarsi di gestire i vantaggi risicati.
Aspetti negativi: qualche approccio sbagliato alle gare, la dipendenza (a volte) dal rifugiarsi nelle giocate creative di Giulio Cocco, un po’ di inesperienza tradottasi in indisciplina (Antonioni e Faccin).
Cosa resta?
Un posto sul podio meritato e una squadra che ha la volontà di crescere riuscendo prima o poi a ritornare sul gradino più alto di una qualche manifestazione internazionale, magari già a partire dai Mondiali del 2024.
Foto: WS Europe / Utilizzo FISR