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‘Maurizio racconta…’: perché l’Italia vince più ai Mondiali che alle Olimpiadi negli sport di squadra?

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Setterosa

I MIGLIORI DELLA SETTIMANA

Voto della settimana per l’Italia: 7
Atleta della settimana (uomo): Davide Di Veroli (scherma)
Atleta della settimana (donna): Alice Volpi (scherma)

E’ stata una settimana sportiva in chiaroscuro per il Bel Paese, con tanti eventi in programma. I Mondiali di nuoto di Fukuoka si sono chiusi con più ombre che luci, per quanto riguarda la Nazionale di nuoto in corsia. Sebbene sei medaglie sarebbero state un trionfo in altre edizioni, passare dai 5 ori “olimpici” di Budapest 2022 allo zero in terra nipponica (ricordiamo che l’oro di Thomas Ceccon non è stato ottenuto in una specialità olimpica) non ha fatto certo piacere agli addetti ai lavori. Forse gli atleti sono stati spinti al limite per far fronte agli Europei casalinghi la stagione scorsa (oltre a Budapest), e bisognerà capire se ci sono stati errori nella gestione del gruppo, considerando che in questo evento iridato non si è scherzato a livello di cronometro. Comunque è da elogiare quanto fatto da Ceccon, Quadarella, staffetta veloce (con Zazzeri ancora in non perfette condizioni), oltre a Pilato e Martinenghi, a podio nonostante una programmata stagione di passaggio. Da rivedere tanti atleti, come Burdisso (importantissimo per la staffetta mista), Panziera o Razzetti, mentre Paltrinieri dovrà analizzare a mente fredda se è arrivato il momento di abbandonare la vasca per concentrarsi sulle acque libere.

Di diverso spessore i risultati ottenuti dall’Italia della scherma nel Mondiale casalingo di Milano. Il torneo iridato è stato trionfale, con 10 medaglie totali, di cui 4 ori, ma soprattutto con tutte le sei squadre in buona posizione per ottenere il pass a Cinque Cerchi. La voce grossa l’hanno fatta il fioretto e la spada, mentre è da rivedere la sciabola. Enorme soddisfazione per gli spadisti che, dopo l’argento dello scorso anno, hanno riportato uno storico titolo iridato in Italia a distanza di trent’anni. Proprio uno spadista (Davide Di Veroli) merita la palma di miglior azzurro della settimana, grazie anche all’argento nella gara individuale. Il romano non deve più nascondersi, ormai è lo spadista più forte del pianeta, dal mio punto di vista. Ad Alice Volpi, invece, con i suoi due ori nel fioretto, consegno il primato di donna della settimana, ma non solo. Sin da ora è una delle mie candidate ad essere la donna del 2023.

Agli Assoluti di atletica (Molfetta) abbiamo ammirato un’Italia davvero pimpante, che si prepara ad essere nuovamente protagonista ai prossimi Mondiali di Budapest, dopo i magnifici 5 ori di Tokio 2021. Spiccano le performance di Folorunso nei 400 hs (primato italiano), Barontini, Fabbri, Weir, Tortu e Simonelli. Fenomenale terzo posto di Ranghieri/Carambula nel torneo élite 16 di Montreal, tappa canadese del Pro Tour di beach volley, con gli azzurri che sono praticamente sicuri del pass a Cinque Cerchi. Speriamo ora di qualificare anche una seconda coppia maschile per Parigi 2024. Nel tennis superba Elisabetta Cocciaretto, che a Losanna ha conquistato il suo primo trofeo WTA della carriera, guadagnando così dodici posizioni e siglando il “best ranking” con il 30° posto della classifica. Questo gli permetterà dei migliori tabelloni nei sorteggi, a cominciare dai prossimi US Open.

Nelle competizioni giovanili, l’Italia Team ha stravinto il medagliere della XVII edizione del Festival Olimpico della Gioventù Europea (EYOF) a Maribor: gli azzurrini hanno concluso a quota 46 medaglie (16 ori, 18 argenti e 12 bronzi). Da evidenziare le prestazioni di Daniele Del Signore – capace di vincere sei ori nel nuoto -, Tommaso Brugnami, con sei medaglie nella ginnastica artistica, ed Erika Saraceni, oro nel salto triplo con la misura di 13,42 (miglior prestazione U18 italiana). Undici le medaglie, invece, conquistate dagli azzurrini agli Europei Junior/Under 23 di canoa velocità in Portogallo, con l’Italia che termina al quarto posto assoluto del medagliere, dietro ad Ungheria, Spagna e Germania. Risultati che riempiono di gioia e che sanciscono la rinascita del movimento canoistico azzurro.

Infine negli sport di squadra, non falliamo mai nel volley, con un altro oro in bacheca: questa volta tocca ai maschi dominare gli Europei Under 17. Il Setterosa è nuovamente salito sul podio iridato con il bronzo di Fukuoka: le ragazze del CT Carlo Silipo hanno un futuro roseo davanti a loro, sperando che venga confermato dalla qualificazione olimpica.

PERCHÉ VINCIAMO DI PIÙ AI MONDIALI RISPETTO ALLE OLIMPIADI?

Durante il trionfale anno 2021 per lo sport azzurro (poi replicato nel 2022) ci furono tuttavia alcune prestazioni negative. Ad esempio, negli stessi Giochi Olimpici di Tokio 2021 in cui fu ottenuto il record storico di medaglie (40), tra gli sport di squadra nessuna compagine azzurra raggiunse le semifinali, avvenimento che non si verificava dall’edizione del 1932. Questo atavico problema degli sport di squadra nell’ambito a Cinque Cerchi (per non parlare di pallamano, hockey prato o rugby a 7, dove non siamo mai esistiti), mi fa sorgere una domanda spontanea: come mai il Bel Paese vince molto meno a livello olimpico rispetto ai Mondiali nelle medesime discipline?

Prima di rispondere alla domanda, analizziamo un po’ le statistiche. In tutte le edizioni olimpiche, negli sport di squadra – ovviamente tra maschi e femmine -, abbiamo conquistato un totale di 5 ori, 8 argenti ed 8 bronzi, distribuiti in quattro discipline (pallanuoto, calcio, volley e basket). A livello di tornei iridati, invece, la cifra sale ad un totale di 15 ori, 8 argenti e 6 bronzi. Il dato curioso lo rappresenta il fatto che il basket non apporti metalli in questo conteggio, visto che a livello di Campionati del Mondo mai una rappresentativa azzurra è salita sul podio iridato (i 2 argenti sono entrambi olimpici). Nonostante ciò, possiamo notare la differenza lampante di allori tra una manifestazione e l’altra, soprattutto nella casella degli ori (ben 10!).

La prima risposta al sopracitato quesito la possiamo ottenere dal calcio: un solo titolo olimpico (nel lontano 1936) contro quattro titoli mondiali. In Italia la percezione popolare (ma anche dirigenziale) del nostro sport nazionale viene associata senza dubbio ai Mondiali, mentre le Olimpiadi vengono considerate come evento di secondo piano. In un contesto sociale dove le altre discipline trovano spazio – da pubblico e mass media – unicamente ogni quattro anni, mentre di calcio si parla tutti i giorni, la manifestazione a Cinque Cerchi risulta essere l’occasione delle discipline che di solito trovano meno spazio. Diverso il discorso per volley e pallanuoto, soprattutto per il primo. Cinque ori iridati (4 maschili e 1 femminile) contro zero titoli olimpici, un problema atavico sul quale non troviamo altra risposta che una sorta di maledizione, di sudditanza psicologica verso questa manifestazione. Il fatto che le donne non abbiano mai superato i quarti di finale può rendere chiara l’idea che si tratti più di un blocco mentale che frutto di altre spiegazioni di tipo tecnico. Il discorso va esteso anche agli uomini, incapaci di vincere almeno una delle tre finali disputate finora. Nella pallanuoto, invece, il discorso e un po’ più equilibrato (4 titoli olimpici vs. 6 allori mondiali). In conclusione, tra scelte sociali e blocchi mentali, gli sport di squadra non parlano la stessa lingua “olimpica” in comparazione a quella “mondiale”. Sperando che, almeno, non si tocchi il minimo storico di pass ottenuti dalle nostre rappresentative a Parigi 2024. Già questa sarebbe una buona notizia.

Cari amici, per quanto riguarda questa rubrica, ci rivediamo nel mese di settembre. Grazie a tutti per l’attenzione e a presto.

Maurizio Contino

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA’

Foto: Bizzi / Federscherma

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