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ATP Toronto, sarà derby Sinner-Berrettini? E c’è anche l’opzione Sonego a seguire…

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Jannik Sinner

A lungo sfuggente, mancato per varie ragioni, rimasto sempre qualcosa di utopistico fino a questo momento, il derby tra Jannik Sinner e Matteo Berrettini potrebbe diventare realtà a Toronto, nel sesto Masters 1000 dell’anno. A “dare una mano” in questo senso è il tabellone, che non aiuta per la verità nessuno dei due.

Non aiuta Sinner, perché era difficile immaginare esordi più complicati del romano, per non parlare degli effetti a breve termine sulle prospettive agli US Open, e non aiuta nemmeno Berrettini, perché avrebbe bisogno di continuità possibilmente senza dover giocare un match con l’altoatesino che, in linea generale, con quelli al momento sotto di lui in classifica difficilmente perde (a prescindere, va detto, da nomi e “relatività” dei ranking). Chiaramente, però, prima Matteo deve superare il francese Gregoire Barrere, mai affrontato precedentemente.

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Il loro spot, però, è come se fosse una specie di festa italiana. Questo perché c’è anche Lorenzo Sonego, atteso però da un altro capitolo della saga con Andy Murray. Il primo si è giocato a Doha quest’anno, e i due se lo ricordano bene, visto che il torinese si vide annullare tre match point e anche rimontare in una delle partite più incredibili del periodo più recente della carriera dello scozzese. Per i due è anche un’occasione enorme, visto che il canadese Felix Auger-Aliassime fa sì il suo esordio con un qualificato, ma da mesi è nella direzione sbagliata. Difficile anche dire se ci sarà lui al secondo turno.

In sostanza, su quattro italiani presenti (con l’opzione Matteo Arnaldi dalle qualificazioni), soltanto Lorenzo Musetti si è “salvato” dall’essere incluso in un unico spot di ottavi di finale, dal momento che il toscano è in tutt’altra zona. Per il resto, a conti fatti, è certo che di derby consecutivi ne potremmo vedere ben due, se le circostanze fossero fortunate. Chiaramente, però, va verificato prima di tutto lo stato di forma di Berrettini, dato che l’ex numero 6 del mondo non ha più giocato dopo una pur valida performance in quel di Wimbledon, dove è arrivato agli ottavi e, forse, senza Alcaraz di mezzo (o con più tennis nelle gambe) si sarebbe potuto anche spingere oltre.

Foto: LaPresse / Olycom

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