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Ciclismo
Chi è Juan David Sierra: l’atipico ‘azzurro di Colombia’, non scalatore ma passista-veloce
Dopo il quarto posto di Federica Venturelli nella prova junior femminile ai Mondiali di Glasgow 2023, l’Italia deve accontentarsi di una nuova medaglia di legno anche nella gara che ha visto protagonisti gli uomini junior. A portarla in dote è stato un tanto brillante quanto sfortunato Juan David Sierra. Andiamo dunque a conoscere meglio il giovane talento azzurro.
Sierra è nato il 25 gennaio 2005 ed ha, come si può evincere dal nome, origine colombiane. Il padre è infatti arrivato in Italia quando aveva 18 anni e di fatto Juan Davi è italianissimo, in particolare milanese, dove ha trascorso la sua infanzia e dove ha iniziato ad intraprendere l’attività su due ruote.
Le origini colombiane potrebbero far pensare ad un corridore con le caratteristiche da scalatore, invece il 18enne azzurro è un passista veloce che ha dimostrato di andare fortissimo non solo in strada ma anche e soprattutto in pista. Lui si definisce un corridore veloce e ritiene possa avere grandi margini di miglioramento in salita.
I risultati ottenuti su pista parlano per lui: agli ultimi Campionati Europei di categoria, tenutisi ad Anadia nel mese di luglio, Sierra è stato tra gli assoluti protagonisti, tornando a casa con ben tre ori. In un evento che ha visto l’Italia spadroneggiare in lungo ed in largo, ha trionfato nella gara a punti, nella madison insieme a Matteo Fiorin e nel quartetto insieme a Luca Giaimi, Renato Favero e lo stesso Fiorin.
Su strada la sua giornata migliore l’ha probabilmente vissuta lo scorso 26 marzo, quando solo una piccola incertezza in cima al Kemmelberg gli ha impedito di giocarsi fino in fondo il successo alla Gent-Wevelgem, chiusa poi al settimo posto. Poi un secondo posto al GP Liberazione, corsa che ha detto di gradire molto.
La prova messa in scena oggi ai Campionati del Mondo conferma le grandi qualità di un corridore che sembra avere grandissimo motore. La medaglia è sfuggita solo per un problema meccanico nel finale, che l’ha costretto ad un rientro tanto impressionante quanto infruttuoso. Il talento c’è, bisognerà saperlo coltivare.
Foto: Eurosport