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Calcio
Calcio, Roberto Mancini si sfoga dopo le dimissioni: “Nessun segnale da Gravina. Il mio addio? Un gesto d’amore. Sull’Arabia…”
Non si spegne la eco per le dimissioni di Roberto Mancini. L’ormai ex commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio ha deciso di salutare la panchina azzurra nella giornata di domenica 13 agosto, scoperchiando un vero e proprio Vaso di Pandora. Le critiche, inevitabili e roventi, non sono certo mancate, in un quadro che, al momento, i protagonisti non hanno ancora chiarito in maniera precisa.
Il tecnico jesino ha scelto, quindi, di rompere il silenzio e, soprattutto, di aggiungere qualcosa rispetto allo scarno post pubblicato sui suoi canali social nel quale confermava la decisione di dire “addio” all’Italia. Roberto Mancini in queste ore ha rilasciato diverse interviste tra Repubblica, Libero e Corriere dello Sport. Andiamo, quindi, a raccogliere i passaggi più importanti.
Il tecnico campione d’Europa in carica, ha iniziato dicendo la sua su quanto avvenuto negli scorsi giorni. “Ho cercato di spiegare le mie ragioni al presidente Gravina. Gli ho detto che avevo bisogno di tranquillità, non me l’ha garantita e quindi mi sono dimesso. Non ho fatto niente per essere massacrato. Il mio addio? Un gesto d’amore, non un tradimento. Una decisione meditata da un po’ di mesi”.
A quanto pare, quindi, il “casus belli” sarebbero stati i cambiamenti nel suo staff, con gli spostamenti di Evani e Lombardo nel mirino. “Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff del suo allenatore? È da un anno che voleva farlo. Gli ho fatto capire che non poteva, ma ha giocato sul fatto che un paio erano in scadenza. E’ da tempo che pensava cose opposte alle mie, doveva mandare via me a quel punto”.
Tra i nuovi arrivi c’era quello di Gigi Buffon. In questo caso l’ex allenatore di Lazio e Inter è netto: “No, niente contro di lui, anzi solo grande stima. Tutta inventata anche la storia di Bonucci”. Per molti critici il suo addio doveva arrivare già dopo la mancata qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022. “Avrei potuto, ma fu proprio la Federazione a chiedermi di rimanere. Ora la tempistica sarebbe sbagliata? Mancano 25 giorni alla prossima partita, non tre. Penso di essere sempre stato corretto”.
Roberto Mancini torna poi a riservare stilettate non di poco conto al presidente federale Gravina. “Segnali? Non è stata eliminata la clausola di esonero in caso di mancata qualificazione a Euro 2024. Il 7 agosto ho fatto mandare un messaggio da chi mi rappresenta legalmente, cioè mia moglie, per farla rimuovere. In caso contrario avevo avvertito che mi sarei dimesso. Mi è dispiaciuto leggere cose brutte, trovo ci sia stata una mancanza di rispetto. Sono molto triste”.
Ultima battuta sul suo futuro e sulle voci di un Mancini pronto per accettare l’incarico della panchina dell’Arabia Saudita a suon di milioni. “Arabia? Non nego che ci sia l’interesse da parte loro. Le due situazioni sono indipendenti e comunque ora non voglio pensare a niente”.
Foto: LaPresse