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Atletica, Mondiali 2023: Tentoglou vince una battaglia titanica, Bol spaziale, sorpresa Watson. Fantini e Folorunso seste
Grandissima serata a Budapest (Ungheria), dove è andata in scena la sesta giornata dei Mondiali 2023 di atletica leggera. Sono stati assegnati cinque titoli: spettacolare sigillo di Miltiadis Tentoglou nel salto in lungo, tutto facile per Femke Bol sui 400 ostacoli, Danielle Williams fa suoi i 100 ostacoli, Antonio Watson sorprende sui 400 metri. L’Italia porta a casa i sesti posti di Ayomide Folorunso sui 400 ostacoli e Sara Fantini nel lancio del martello.
RISULTATI MONDIALI ATLETICA
FINALI
SALTO IN LUNGO (MASCHILE) – Gara semplicemente stellare, per livello tecnico e per intensità agonistica. Una delle finali più belle di tutti i Mondiali. Il greco Miltiadis Tentoglou e il giamaicano Wayne Piddock saltano entrambi 8.50 metri tra primo e secondo tentativo, ma il caraibico è davanti di un solo centimetro per la seconda miglior misura (8.40 contro 8.39). L’ellenico si inventa il guizzo da autentico fuoriclasse all’ultimo assalto, volando a 8.52 metri e meritandosi così la medaglia d’oro. Il 25enne ha completato il Grande Slam, proprio come Gianmarco Tamberi: Campione Olimpico a Tokyo 2020, Campione del Mondo Indoor, due volte Campione d’Europa, tre volte Campione d’Europa in sala, vincitore della Diamond League e ora il titolo iridato all’aperto. Tentoglou si è lasciato alle spalle addirittura tre giamaicani: Pinnock (8.50), Tajay Gayle (8.27) e Carey McLeod (giù dal podio per la seconda misura, 8.17 contro 7.90).
400 OSTACOLI (FEMMINILE) – Femke Bol ha confermato il facile pronostico della vigilia e si è laureata Campionessa del Mondo dei 400 ostacoli. L’olandese ha dominato il giro della morte con barriere a Budapest (Ungheria), riscattando la clamorosa caduta avuta sabato sera sul rettilineo finale della 4×400 mista, quando sembrava poter portare il proprio Paese in trionfo. La 23enne ha conquistato il primo titolo iridato della propria carriera, lo scorso anno a Eugene si dovette accontentare dell’argento alle spalle della statunitense Sydney McLaughlin, autrice di un folle record del mondo (50.68, l’americana era assente in terra magiara per un infortunio, ma avrebbe comunque optato per i 400 metri).
Alle sue spalle si è piazzata la statunitense Shamier Little (52.80), bronzo al collo della giamaicana Rushell Clayton (52.81, personale). Non basta il record asiatico alla bahrainita Kemi Adekoya (53.09) per salire sul podio. La nostra Ayomide Folorunso ha gestito brillantemente la propria gara, partendo in maniera accorta e poi, come ella stessa ha dichiarato, andare a riprendere le “morte” che avevano voluto esagerare alle spalle di Bol e che poi erano scoppiate dal punto di vista fisico: sesto posto in 54.19 dopo che in semifinale aveva siglato il nuovo record italiano diventando la prima azzurra a scendere sotto i 54 secondi.
LANCIO DEL MARTELLO (FEMMINILE) – Sara Fantini ha accarezzato il sogno di una medaglia. L’azzurra si trovava infatti ad appena 33 centimetri dal podio dopo i primi quattro tentativi ed era pienamente in grado di inventarsi una nuova bordata per il sorpasso. L’emiliana esce a testa alta dalla pedana di Budapest (Ungheria), portandosi a caso un buon sesto posto con 73.85 metri, raggiunti al secondo tentativo. L’azzurra ha firmato il proprio stagionale, ritoccando di 57 centimetri quanto aveva fatto durante il turno di qualificazione nella capitale magiara.
La carabiniera si è confermata ad altissimi livelli nell’evento più importante della stagione, dopo che lo scorso anno fu quarta ai Mondiali di Eugene e terza agli Europei di Monaco. Per agguantare la medaglia sarebbe poi servito avvicinare sensibilmente il suo record italiano di 75.77, visto che la statunitense DeAnna Price si è ridestata dopo i due nulli iniziali ed è salita sul terzo gradino del podio con 75.41 metri piazzati al quinto assalto precedendo l’azera Hanna Skydan (74.18) e la finlandese Silja Kosonen (73.89). La canadese Camryn Rogers ha trionfato con una superba rasoiata da 77.22 metri, migliorando così l’argento dello scorso anno. La 24enne, quinta alle Olimpiadi di Tokyo 2020, si è fermata a 62 centimetri dal proprio personale, dando peso a questa vittoria con una misura di assoluto rispetto. La statunitense Janee’ Kassanavoid è passata dal bronzo all’argento (76.36).
100 OSTACOLI (FEMMINILE) – Le ragazze avevano esagerato a livello cronometrico nei turni precedenti e ci si aspettava uno show nell’atto conclusivo. Non arriva il tempo di lusso e in un avvincente spalla a spalla la spunta la giamaicana Danielle Williams. La caraibica ha trionfato in 12.43, tornando sul trono del Pianeta ad addirittura otto anni di distanza dal sigillo di Pechino 2015, nel mezzo anche un bronzo a Doha nel 2019. La portoricana Jasmine Camacho-Quinn era la favorita della vigilia, ma la Campionessa Olimpica di Tokyo 2020 deve ancora rimandare l’appuntamento con il titolo iridato: dopo il bronzo dell’anno scorso arriva l’argento in 12.44, precedendo la statunitense Kendra Harrison (12.46).
400 METRI (MASCHILE) – Finale non dall’elevatissimo contenuto tecnico, ma estremamente avvincente dal punto di vista agonistico. Il britannico Matthew Hudson-Smith si era presentato al comando sul rettilineo conclusivo, ma pian piano ha perso lo smalto e dall’esterno è riemerso l’inatteso giamaicano Antonio Watson, capace di imporsi con il tempo di 44.22. Il già Campione del Mondo under 18 ha prevalso nei confronti del britannico Matthew Hudson-SMith (44.31) e dello statunitense Quincy Jall (44.37). C’era grande attesa per il sudafricano Wayde van Niekerk, settimo in 45.11.
SEMIFINALI
200 METRI (MASCHILE) – Semifinali condizionate dall’incidente tra le vetture elettriche che trasportavano gli atleti fuori dallo stadio. A bordo c’era anche Noah Lyles, che però non si tira indietro e firma il miglior tempo in 19.76. Il Campione del Mondo dei 100 metri è il grande favorito della vigilia, dovrà stare ben attento ai suoi connazionali Kenneth Bednarek (19.96) ed Erriyon Knighton (19.98), ma soprattutto al botswano Letsile Tebogo (19.97) e al britannico Zharnel Hughes (20.02). Si andava in finale con il 20.21 del liberiano Joseph Fahnbulleh: che rammarico per Filippo Tortu. Sarà una finale a 9: il giamaicano Andrew Hudson (20.38) è stato ripescato perché danneggiato nell’incidente in auto (un pezzo di vetro ci sarebbe finito nell’occhio).
200 METRI (FEMMINILE) – La statunitense Gabrielle Thomas sigla il miglior tempo della sessione vincendo la prima semifinale (21.97), ma le favorite della vigilia restano la giamaicana Shericka Jackson (22.00) e la statunitense Sha’Carri Richardson (22.20) che si sono marcate nella terza semifinale. Dalia Kaddari sesta nella prima batteria con 22.75.
800 METRI (MASCHILE) – Simone Barontini corre una splendida terza semifinale, rimonta forte nella parte centrale del secondo giro, stringe i denti sul rettilineo finale e chiude al quinto posto con il personale di 1:44.34: fuori dalla finale per 11 centesimi. Personale anche per Catalin Tecuceanu, quarto nella seconda semifinale in 1:44.79. Miglior tempo per il kenyano Emmanuel Wanyonyi (1:43.83) davanti allo spagnolo Adrian Ben (1:43.92).
BATTERIE
5000 METRI (MASCHILE) – Il miglior tempo viene siglato dal guatemalteco Luis Grijalva (13:32.72), che precede l’etiope Yomif Kejelcha (13:32.83), il canadese Mohammed Ahmed (13:33.16), l’altro etiope Berihu Aregawi (13:33.23) e l’altro ugandese Oscar Chelimo (13:33.40). Nell’altra batteria erano presenti i due grandi favoriti della vigilia: lo spagnolo Mohamed Katir chiude in 13:35.90, il norvegese Jakob Ingebrigtsen è terzo in 13:36.21 dietro all’etiope Hagos Gebrhiwet (13:36.16).
Foto: Lapresse