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Marcell Jacobs ridesta emozioni mai sopite. Con il Messia la staffetta è tornata a sognare

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Marcell Jacobs

Due stagioni di stenti e patimenti, eliminazioni cocenti e controprestazioni. Una qualificazione ai Mondiali a lungo inseguita, sospirata, agguantata organizzando anche delle gare nazionali ad hoc, fino al 38.04 ottenuto in extremis e valso l’accesso alla rassegna iridata di Budapest. Poi il ritorno dell’unico Messia dello sport italiano. Il campione olimpico dei 100 metri non disputava una staffetta proprio da quella del trionfo nel Sol Levante. Con Marcell Jacobs cambia tutto e, di colpo, si torna a riassaporare emozioni sopite, ma mai dimenticate.

Che il classe 1994 fosse in crescita di condizione si era compreso già nella semifinale dei 100, in cui era apparso decisamente più pimpante rispetto alle batterie ed aveva ottenuto un incoraggiante tempo di 10.05. “Ho solo bisogno di correre, più gareggio e più entro in forma. Infatti cercherò di fare più gare possibili da qui a fine stagione“, aveva dichiarato il fuoriclasse di madre italiana e padre americano.

Oggi ha scatenato tutti i cavalli nella seconda frazione di staffetta, corsa con un eccellente 8.81: solo il grande rivale americano Fred Kerley ha fatto meglio con 8.62. “Ma posso fare ancora meglio“, promette Jacobs, che ha rivelato come in staffetta “non diamo il 100, ma il 200%, perché c’è tutta la nazione a sostenerci“.

Resta il rimpianto per i tanti problemi fisici che gli hanno impedito di prendere parte a buona parte della stagione estiva, presentandosi ai Mondiali con una sola gara nelle gambe, risalente peraltro allo scorso 9 giugno, quando giunse 7° in Diamond League a Parigi con un anonimo 10.21. Ma il vero Jacobs è ancora in grado di varcare le soglie dell’infinito. I tempi che ha corso in passato sono tutt’ora nelle sue corde: si trova nell’età della piena maturità agonistica, non è assolutamente in declino, ma ha solo bisogno di star bene per allenarsi con continuità e tornare a sfruttare un potenziale sconfinato. Ricordiamoci che stiamo parlando di un campione che ha vinto 2 ori olimpici (100 e 4×100), gli Europei, i Mondiali e gli Europei indoor nei 60 metri.

Con il ritorno del suo deus ex machina, la 4×100 dell’Italia si è di colpo trasformata. Basta la sola presenza di Jacobs per galvanizzare anche i compagni di squadra (nell’occasione Roberto Rigali, Lorenzo Patta e Filippo Tortu), consapevoli che con un fenomeno di questo calibro nessun obiettivo è precluso. Il miglior tempo delle batterie in 37.65 genera il brivido di un ricordo e subito riporta alla mente l’impresa di Tokyo 2020. Gli Stati Uniti restano i grandi favoriti per il titolo iridato, potendo anche schierare l’asso Noah Lyles nell’atto conclusivo. Ma la staffetta tricolore, comunque vada, è tornata quella che avevamo ammirato in Giappone ed ha ritrovato la consapevolezza di poter superare i propri limiti, magari provando a regalare un podio che al Bel Paese nella 4×100 manca da 40 anni. Il Messia ha già insegnato a più riprese che anche l’impossibile può tramutarsi in realtà.

Foto: Colombo / Fidal

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