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US Open 2023: Lorenzo Musetti, una sconfitta figlia del non saper soffrire. E ci sono tante scadenze in autunno

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Lorenzo Musetti

Brutto, davvero troppo brutto per essere vero. Lorenzo Musetti esce sconfitto dal primo turno degli US Open al cospetto del francese Titouan Droguet, che ottiene il primo successo ATP in carriera ai danni del ragazzo di Carrara. Un ko che brucia non per il risultato in sé, ma per come è arrivato, con la luce che si è spenta sul 3-2 e servizio a favore nel quarto set, inanellando un parziale negativo di dieci giochi a due che sottolinea nuovamente qualche limite caratteriale su cui lavorare.

Poiché anche oggi, come accaduto già alcune volte durante la stagione, si è avuta la sensazione che Lorenzo fosse quasi infastidito dal fatto che l’avversario gli opponesse semplicemente resistenza, lottando su ogni palla. Alcune delle sconfitte più brucianti della stagione, come con Juan Pablo Varillas a Buenos Aires ed Alexandre Muller a Marrakech per citarne un paio, avevano lasciato questo retrogusto assai amaro.

Nell’ultimo periodo, quando le cose vanno male soprattutto con giocatori sotto di lui in classifica, Musetti tende anche ad innervosirsi oltremodo, non riuscendo a trasformare la sua rabbia in energia positiva. Anzi, si fa quasi mangiare da quelle sensazioni che lo attraversano, perdendo così il controllo dei suoi magnifici colpi. E se non c’è un punto di svolta, la spirale diventa infinita. L’impressione è che a volte pensi che la vittoria, in queste partite, sia quasi dovuta per diritto divino, non riuscendo ad avere la determinazione per sporcarsi le mani e imparare a soffrire. Ha pur sempre ventuno anni, la maturazione arriverà prima o poi. Ma il tennis è uno sport cattivo, e per arrivare a livelli altissimi in tenera età bisogna forse maturare prima del solito, chiedere ai ‘metri di paragone’ Sinner, Alcaraz e Rune (anche se in questa prima giornata il danese non ha propriamente dimostrato di sapersi giocare le sue occasioni né di gestire il nervosismo pre-torneo).

Ora c’è subito da archiviare la delusione di Flushing Meadows, ma non da cancellare. Questa è una di quelle partite da studiare ed analizzare a fondo per la definitiva crescita di un talento tennistico innegabile. Anche perché, tra settembre ed ottobre, arrivano delle scadenze pesanti in termine di punti ATP: semifinali a Sofia e Firenze, quarti di finale nel 1000 di Parigi-Bercy e il successo di Napoli. 610 punti in quattro tornei che lo tengono saldamente in top 20 al momento. E che, se non confermati almeno parzialmente, rischiano di farlo sprofondare in classifica.

Foto: LaPresse

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