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MotoGP, la Sprint Race determinante nell’assegnare il titolo? Per Dorna sarebbe un trionfo gestionale

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“Jorge Martin sta facendo la differenza al sabato” dice qualcuno. Eccezion fatta per quello di Phillip Island, quando il weekend è però stato ribaltato dalle bizze del meteo, quel qualcuno ha ragione. A tre round dalla fine del Mondiale, la classifica generale dice “Bagnaia 389, Martin 376“. Però, cosa succede se si scorporano le Sprint e i Gran Premi?

Ebbene, se ci riferiamo solo alle gare canoniche, l‘italiano ha raccolto 266 punti, contro i 241 dello spagnolo. Viceversa, nelle competizioni dimezzate, il castigliano comanda 135 a 123. In altre parole, Pecco ha l’equivalente di un GP di vantaggio negli “appuntamenti classici”, Martinator al contempo ha una Sprint di margine in quelli appena istituiti. D’altronde 266-241 = 25 e 135-123 = 12. Proprio il valore di una vittoria nell’uno e nell’altro ambito!

Al di là di questa dinamica, si vuole porre l’accento sul fatto che la Sprint sia stata la grande novità del 2023. Una scommessa fatta per rivitalizzare l’interesse attorno a una MotoGP (ingiustamente) in crisi di popolarità. L’investimento sembrerebbe aver fruttato, perché i riscontri di pubblico del Motomondiale sono in ripresa dopo un crollo verticale, coinciso con il tramonto di Valentino Rossi e il declino di Marc Marquez, ovvero i due uomini dotati di più carisma (positivo o negativo non importa, conta la capacità di polarizzare l’attenzione).

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Per Dorna, l’eventuale peso determinante della Sprint nella sfida tra Bagnaia e Martin, sarebbe un trionfo. Non si sta facendo dietrologia legata ai passaporti dei contendenti e di chi organizza il Motomondiale, semplicemente si ragiona dal punto di vista organizzativo e mediatico. Se chi dirige un business decide per una novità radicale, questa novità risulta cruciale per cambiare le carte in tavola del proprio prodotto al primo colpo, allora chi dirige, vince.

Vincerà comunque anche se Bagnaia dovesse conquistare il titolo raccogliendo meno punti di Martin nelle Sprint. Se si verificasse quest’ipotesi, significherebbe che la gara dimezzata avrebbe permesso di tenere vivo più a lungo un campionato altrimenti chiuso in anticipo. Anzi, se la si guarda da quest’ultimo punto di vista, Dorna ha già vinto. Non esistesse la Sprint, i contendenti per l’Iride sarebbero divisi da 25 lunghezze con 75 punti ancora sul piatto. Invece ora la differenza è di 13 con un monte-punti residuo pari a 111. C’è più incertezza e, con essa, un’attenzione maggiore.

D’accordo, sappiamo tutti che se i nostri nonni avessero avuto le ruote sarebbe stati un tram o una carretta a seconda del sesso e della provenienza geografica. La ratio del ragionamento di cui sopra è puramente ipotetica. Cionondimeno, bisogna prendere atto di come la grande riforma della MotoGP 2023 sia riuscita e meriti di essere portata avanti anche in futuro.

Foto: La Presse

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