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ATP Finals, il precedente di Jannik Sinner nel 2021 da ripescato…e con lo sbadiglio di Medvedev

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Obiettivo centrato. Jannik Sinner è tra i migliori otto tennisti del 2023, debuttando in una semifinale Slam e vincendo il primo 1000 della carriera. Il quarto posto nella classifica mondiale è conseguenziale ai suoi grandi miglioramenti, e così ha guadagnato l’accesso diretto alle ATP Finals. Le prime per diritto, le seconde della carriera: ricordiamo tutti quando due anni fa sostituì Matteo Berrettini, che si infortunò nel match di debutto come Alexander Zverev, in qualità di prima riserva.

Nel 2021 non rientrò negli otto a causa di una chiusura di stagione poco performante: dopo la semifinale di Vienna persa con Frances Tiafoe, che ribaltò la sfida prima emotivamente che tecnicamente, arrivarono due sconfitte in fila all’esordio a Parigi-Bercy e a Stoccolma. Ma il destino lo volle lo stesso in campo a causa dell’infortunio di Matteo, scrivendo a suo modo una piccola pagina di storia del tennis.

Al debutto non risentì dell’emozione del debutto e superò di slancio Hubert Hurkacz: un doppio 6-2 che lo rende il secondo italiano a vincere un match nel Master di fine anno risultando anche il più giovane della storia, e ad ottenerlo soprattutto con la qualificazione ancora in bilico, ma praticamente impossibile da raggiungere. Jannik difatti non andò ad ‘ereditare’ i risultati di Berrettini, e nemmeno un successo nell’ultima partita gli sarebbe servito.

Quell’ultima partita con Daniil Medvedev che è rimasta nell’immaginario collettivo di molti, con il russo che, al termine del primo set chiuso con un bagel a suo favore, venne inquadrato dalle telecamere mentre si lasciava andare ad uno sbadiglio, in mezzo tra la ‘provocazione’ verso Jannik, che non lo mise in difficoltà, e la polemica verso l’organizzazione, poiché era già sicuro della vetta del proprio girone. Alla fine Sinner gli fece ricacciare indietro quello sbadiglio, vincendo il secondo set e non sfruttando un paio di match point nel terzo, arrendendosi solo al tiebreak.

Magari quella partita è stata una delle molle che ha spinto Sinner a cambiare, ad evolversi, prima con il cambio di allenatore maturato dopo il susseguente Australian Open (dopo la lezione che gli impartì Tstisipas) e poi raggiungendo risultati su risultati, fino all’apice degli ultimi mesi. Dove ha battuto, per due volte, proprio Medvedev in finale, la sua bestia nera fino alla chiusura di settembre. Ora Jannik viaggia con il vento in poppa, con il numero 4 al mondo e con le Finals nel mirino. Le prime conquistate per davvero, con la voglia di recitare un ruolo da protagonista.

Foto: LaPresse

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