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Skeleton, l’Italia ambisce a una nuova “Blaze of Glory”. Gli azzurri pronti a stupire con lampi e fiammate

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Amedeo Bagnis

Nelle ultime settimane in Italia si è parlato di skeleton solo in maniera marginale ed esclusivamente in relazione alla mancata ricostruzione della pista di Cortina d’Ampezzo in vista dei Giochi olimpici 2026, con la conseguente necessità di trovare una soluzione d’emergenza. Dell’argomento si sta parlando diffusamente in ogni dove e non è certo questa la sede per rigirare il dito nella piaga. Qui ci si concentra sulle prospettive del movimento tricolore per il 2023-24.

Si riparte dopo una stagione in cui Amedeo Bagnis si è fregiato di un risultato da incorniciare, ovvero la medaglia d’argento ai Mondiali di St.Moritz. Non si tratta di una sorpresa assoluta, poiché le qualità del giovane azzurro sono risapute tra gli addetti ai lavori. Manca (ancora?) la costanza di rendimento, però non vi sono mai stati dubbi in merito al fatto che il ventiquattrenne piemontese avesse il proverbiale “colpo in canna”. Bravissimo a fare centro proprio quando tutti miravano al bersaglio più grosso, cominciando nel migliore dei modi un carriera ad altissimo livello ancora tutta da sviluppare.

Verosimilmente, da Bagnis ci si può aspettare qualche occasionale exploit, consapevoli di come vi sia un ampio margine di crescita su cui lavorare con calma e profitto. Nella più classica delle “giornate di grazia” non è peregrino pensare di trovarlo sul podio del massimo circuito o, quantomeno, nelle posizioni subito a ridosso. Se, dove e quando l’ipotesi dovesse tramutarsi in realtà, non è dato a sapersi. Il ruolo è quello della variabile impazzita, capace di far saltare occasionalmente il banco.

Il profilo è lo stesso della vedette del settore femminile Valentina Margaglio, che nelle prime tre posizioni di gare di Coppa del Mondo ha già fatto breccia due volte. D’altronde è più navigata del conterraneo, avendo visto la luce nel 1993. Il suo 2022-23 non è stato particolarmente brillante, ma non per questo bisogna allarmarsi. Anzi, i Mondiali saranno a Winterberg, contesto dove lo scorso anno ha ottenuto il miglior risultato stagionale e dove si era ben espressa anche in passato. Per intenderci, la medaglia iridata può essere considerata un sogno, ma non è un’utopia.

Alle spalle delle due punte di diamante, altri ragazzi e ragazze stanno cercando di emergere e trovare la propria dimensione nel circuito maggiore. Fra di essi, la ventitreenne Alessia Crippa viene ritenuta la più promettente e i suoi progressi andranno seguiti con attenzione. Tuttavia, sarebbe ingiusto snobbare la venticinquenne Alessandra Fumagalli e il ventisettenne Manuel Schwärzer solo perché di qualche primavera più anziani. Lo skeleton è uno sport dove si può emergere in maniera progressiva, anche in età meno verde rispetto ad altri.

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A proposito di chi non è più un ragazzino, è doveroso ricordare come Mattia Gaspari sia ancora abile e arruolabile. Coetaneo di Margaglio, con la quale ha vinto la medaglia di bronzo nella prova a squadre miste ai Mondiali 2020, il veneto ha saputo tornare a un buon livello dopo un devastante infortunio al tendine d’Achille. Il veterano del team può avere ancora qualcosa da dire, soprattutto in termini di piazzamenti nella top-ten.

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Foto: La Presse

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