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ATP Finals 2023: Alcaraz per non uscire contro Rublev, Medvedev-Zverev per il primato

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Carlos Alcaraz

Non si sono ancora spenti al Pala Alpitour gli echi di una giornata quantomeno a due facce. Prima il ritiro di Stefanos Tsitsipas, con il greco che ha giocato tre game e poi ha salutato Torino contro Holger Rune (lasciandosi alle spalle mille polemiche), poi la superba sfida tra Jannik Sinner e Novak Djokovic a illuminare una sera attesa fin da quando il Girone Verde è stato reso noto.

Quest’oggi, però, in campo va il Girone Rosso, e si parte con Carlos Alcaraz che, nel pomeriggio torinese, deve lottare per non uscire di scena già ora contro il russo Andrey Rublev. In qualche modo la loro situazione è particolare, perché non si sono mai affrontati prima sul circuito ATP. Il murciano e il suo avversario hanno entrambi qualcosa da farsi perdonare: l’uno la rimonta subita da Alexander Zverev, l’altro il netto ko contro una super versione di Daniil Medvedev.

Il vincitore di Wimbledon ha avuto di che parlare della velocità molto alta del campo all’interno del Pala Alpitour: pur essendo vero che è indubbiamente più rapido della massima parte dei tornei sul circuito, è altrettanto vero che un po’ di variabilità è benvenuta. E che, invece di rallentare Torino, si potrebbero velocizzare un po’ altri eventi indoor. Del resto, fino a 15-20 anni fa ci si divertiva a vedere quanto fossero spesso diverse le condizioni di gioco, prima di un’omologazione che ha fatto più male che bene a questo sport.

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Medvedev-Zverev, si diceva. Il confronto tra i due vincitori di lunedì può anche valere la semifinale, ed è anche un grande classico del tennis moderno con 17 confronti già passati negli archivi dell’ATP. Il vantaggio appartiene al russo sul tedesco: 10-7. In tema di indoor, però, i precedenti sono 3-3. Di cui 2-2 alle Finals, ed è curioso notare come i due abbiano avuto a che fare l’uno con l’altro sia a Londra che a Torino, e sempre in condizioni diverse.

Soprattutto di pubblico, perché nel 2019 si trovarono con la O2 Arena piena, mentre nel 2020, in piena situazione complessa per il Covid-19, all’interno c’erano solo gli addetti ai lavori e nessun altro. Nel 2021, sia nel round robin che in finale, la gente era sì tornata, ma con capienza ridotta al 60% e con avviso arrivato solo pochi giorni prima (a organizzazione, va detto, in questo caso del tutto incolpevole). Rimane una specie di match degli opposti: aggressività col servizio e da fondo contro autentico muro difensivo, due filosofie che si scontrano.

Foto: LaPresse

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