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Giovanni Malagò sul caso del budello di Milano-Cortina 2026: “È un calvario”

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Giovanni Malagò

Considerazioni che non hanno bisogno di troppe interpretazioni. Giovanni Malagò parla chiaro al termine della riunione della Giunta del CONI e il tema è sempre quello del budello delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026. L’impianto che dovrà ospitare le gare di bob, skeleton e slittino è da tempo un argomento di forte contrasto, tra la necessità di trovare una soluzione in Italia e il ricorso a una struttura all’estero.

Il presidente del Comitato Olimpico Nazionale è stato molto diretto: “E’ il caso dei casi, perché qualcuno, soprattutto la politica, dice che è uno scandalo e che dobbiamo rimanere in Italia”, ha tuonato il n.1 dello sport italiano (fonte: ANSA).

Milano-Cortina? È un calvario, ma non mi sono pentito. Questo è un Paese scientificamente impostato, salvo grandi eventi sportivi non si è costruito nemmeno un impianto pubblico da Roma ’60 e Cortina ’56, sfido chiunque a dimostrare il contrario. Io che sono portabandiera di questo mondo dico: come possiamo migliorare e crescere se non c’è infrastruttura?“, ha rincarato la dose Malagò, sottolineando anche cheI Governi da Cortina ’56 non sono mai riusciti a costruire un palazzo dello sport pubblico, è tutta roba vecchia, per cui lo dico: è un calvario, ma secondo me sarà la migliore Olimpiade di sempre e sarà un successo“.

Il presidente del CONI ha poi citato l’esempio delle ATP Finals a Torino, in riferimento a quanto si era fatto per i Giochi del 2006: “Si parla molto di tennis, giustamente, ma perché Torino è riuscita a vincere la partita delle Finals? Senza le Olimpiadi di Torino 2006 quel palazzetto (il Pala Alpitour, ndr) non si sarebbe mai fatto“.

A conclusione, parlando della pista di Cesana, il n.1 dello sport italiano rispedisce al mittente le critiche circa le responsabilità organizzative: “È “existing”, ma al momento non è certo “working”, qualcuno poi dice: guarda che noi facendo così la facciamo diventare working. Bene, non è un problema, ma qualcuno del Governo mi scriva su una lettera che Cesana ha il 100% delle garanzie, non solo finanziarie, ma anche tecniche. A quel punto vado dal CIO per dire che Cesana è diventata anche working. Ogni giorno che passa siamo in attesa della lettera, sono cinque mesi che non è stata convocata la cabina di regia e allo stesso tempo c’è la deadline il 6 dicembre. Inoltre vorrei ricordare che per qualsiasi modifica al Masterplan deve esserci l’unanimità degli enti locali. Io sono sereno, se ci farà questa cosa, bene. Qualcuno però ha cercato di trasferire le responsabilità in capo allo sport ma in questo caso lo sport è vittima“.

Foto: LaPresse

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