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Coppa Davis 2023: Novak Djokovic doma Cameron Norrie, la Serbia raggiunge l’Italia in semifinale
Sarà Italia-Serbia in semifinale di Coppa Davis. A Malaga Novak Djokovic assolve comodamente il suo compito mandando la selezione di capitan Viktor Troicki al penultimo atto contro gli azzurri: il numero uno al mondo vince senza affanni contro Cameron Norrie dando così seguito al successo nel tardo pomeriggio di Miomir Kecmanovic su Jack Draper. Un doppio 6-4 più netto di quanto il punteggio dica, regalando così la quinta semifinale Davis della carriera ed il terzo confronto con Jannik Sinner in poco più di dieci giorni.
Nole dà tutta l’impressione di essere in controllo sin dal primo istante, di attendere solo il momento per azzannare la preda. Dopo un inizio interlocutorio, è il quinto gioco il momento per far tremare il mancino del britannico, che sbanda due volte per capitolare dopo uno scambio prolungato e gestito ad arte dal numero 1 al mondo. Che nel settimo game avrebbe anche cinque opportunità del doppio break non sfruttate, ma fin quando offri solo tre punti al tuo avversario sul tuo servizio non corri pericoli: set in archivio sul 6-4 e Nole che manda bacini ironici al pubblico avversario, non perdonandogli qualche imbeccata precedente.
E a facilitare il compito di Djokovic, ci si mette anche Norrie. Primo game in apertura di secondo set disastroso con quattro errori ed il serbo si ritrova subito in posizione di controllo; come nella frazione precedente, arriva un game fiume in cui il britannico deve difendersi strenuamente, e lo fa senza paura annullando altre cinque palle break. Nole rallenta un po’, chiude a 30 due giochi consecutivi ed è una notizia, per poi sigillare la vittoria con l’ace numero 8 della sua partita.
Partita vinta agevolmente dal numero 1 al mondo, che chiude con 29 vincenti e 22 errori non forzati, molto meglio di Norrie fermo a 16-25. Sentenza con il servizio, dove offre la miseria di otto punti, tre con la prima (24/27) e cinque con la seconda (16/21), e ovviamente nessuna palla break, nemmeno un gioco ai vantaggi: semplicemente ingiocabile per il britannico.
Foto: LaPresse