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Fed Cup 2014: Italia, adesso tocca ringiovanire il gruppo!

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La sconfitta di Roberta Vinci ha scritto il de profundis ad una semifinale nata male e proseguita peggio per l’Italia di Fed Cup che adesso vede capitan Barazzutti davanti ad un bivio: forte infatti è la spinta al cambiamento ed al ricambio generazionale in seno alla squadra.

Errani e Vinci non sono più ormai le nostre punte di diamante in singolare, almeno sul cemento o veloce indoor, ma restano comunque la coppia più forte che abbiamo in doppio: peccato solo che il regolamento della Fed Cup relega il doppio soltanto come match di spareggio…

La forza dirompente di Camila Giorgi e la ritrovata verve di Flavia Pennetta hanno ormai scavato il solco decisivo nel gruppo: con la Schiavone ormai ai margini del gruppo, sembrano essere queste ormai le gerarchie in seno alla squadra nazionale, almeno anche per il prossimo anno, con la Knapp pronta nel ruolo di jolly a sopperire, considerata l’età non proprio giovane delle pugliesi Pennetta e Vinci.

Considerata l’assenza di talenti giovanili, eccezion fatta per Camila Giorgi (e magari della non giovanissima, ma in ascesa Gioia Barbieri), sembra scontato ormai che l’equilibrio in Fed Cup sembra essere destinato a restare immutato per diversi anni…

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Foto: Tonelli Federtennis

6 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    26 Aprile 2014 at 09:31

    Non sono daccordo sul ringiovanire la squadra ma nel scegliere di volta in volta le giocatrici migliori. Purtroppo Sara Errani è fortissima sul rosso ed in questo momento non ha la forma per giocare al meglio sul veloce. Il rammarico è stato quello di non schierare Pennetta ma non è stata una scelta di Barazzutti che tra l’altro ha avuto il merito di puntare già da tempo su giocatrici come Giorgi e Knapp. Il fatto è che come avete detto il tennis italiano è legato alla terra rossa. Bisognerà lavorare in futuro per ampliare la nostra competitività su piu’ superfici ma va riconosciuto che era da tempo che non avevamo tra maschile e femminile dei giocatori di questo livello che probabilmente trascineranno le generazioni future.

    • Al

      26 Aprile 2014 at 17:39

      Infatti. Tra l’altro a seguito dello scambio sul progetto Campi Veloci mi sono aggiornato sui costi e alla fine quelli del sintetico sono piuttosto scesi. Aggiungi lo sconto del 20% contrattato dalla Federazione, il mutuo del Credito Sportivo, insomma può essere un’occasione. Temo che ci sia un blocco psicologico legato al fatto che per il circolo che deve decidere l’investimento, passare dalla terra al sintetico equivale a peggiorare l’offerta. E gli altri importanti gestori di strutture, i comuni, hanno le casse vuote. Comunque parlando di tennis giocato, come dici tu abbiamo fatto grandi progressi.

  2. Al

    21 Aprile 2014 at 23:59

    Mi sembra un articolo un po’ emotivo, sull’onda della delusione per la sconfitta. Sara Errani ha ‘solo’ 26 anni ed è una giocatrice fortissima, come in Italia ne abbiamo avute poche. Pensare di metterla in secondo piano perché le abbiamo prese in una finale anticipata, su una superficie scelta apposta per farci perdere, senza la nostra migliore (Pennetta), mi sembra per l’appunto un discorso emotivo. Riguardo alle superfici veloci, se non sbaglio la federazione ha avviato un progetto dedicato, con anche finanziamenti ai circoli che vogliono aggiungere altre superfici alla terra. Purtroppo ci vorrà tempo. Si finisce sempre a parlare di soldi, che mancano. Forse quello che si potrebbe fare subito è supportare economicamente più atleti, a condizione di decidere insieme il loro calendario, in modo che si allenino e giochino all’estero sui campi veloci. L’anno scorso ci furono polemiche perché persino la Burnett non aveva nessun aiuto. Giovane, buon fisico, arrivata da sola intorno alla 150esima posizione mondiale, cos’altro serve per un rimborso spese, Wimbledon? Barazzutti per quel che può mi sembra stia valorizzando le giovani, quando può le manda in campo, anche relativamente al dubbio che si potrebbe avere rispetto a domenica (Knapp al posto di Vinci), mi sembra che vista l’ottima prestazione di Roberta, abbia avuto ragione lui.

    • ale sandro

      22 Aprile 2014 at 09:34

      Il progetto campi veloci Fit, mi pare si chiami così, mi sembra ottimo, darà i suoi frutti per il futuro, almeno spero. Molto spesso capita di vedere organizzati Futures e Challenger in Italia soprattutto sulla terra rossa, a differenza dei paesi stranieri dove c’è maggiore equilibrio di scelta dei campi , quindi lì bisogna lavorarci su, sia sulla presenza di campi veloci che anche sulla mentalità italiana magari più legata al rosso. Sono d’accordo col supportare alcuni giocatori con cui concordare il calendario in modo da fare più qualificazioni o tornei sul veloce. Barazzutti è un eccellente commissario tecnico, valorizza i giovani sicuramente, riguardo il discorso Knapp, vista l’annata particolare delle azzurre più forti, mi sarebbe piaciuto vederla alla prova sin dal primo giorno non per una questione strettamente legata al risultato, quanto proprio come banco di prova per la giocatrice e per vedere a che punto si trovasse , con delle condizioni meno favorevoli possibili. Poi chiaramente va benissimo così, Vinci ha giocato bene , sia lei che la Errani si riprenderanno ancora meglio magari con la stagione sul rosso e tornerà anche la Pennetta,quindi l’ Italia ancora per un bel po’ è in ottime mani.

      • Al

        23 Aprile 2014 at 00:06

        Sì confermo, parlavo del progetto Campi Veloci. Sarebbe interessante verificare cosa ha generato, in termini di richieste e lavori effettivamente partiti: si stanno costruendo questi campi veloci o no? La terra rossa ha fondamentalmente due vantaggi: ha il minor costo di possesso (costruzione + manutenzione), anche se la Federazione scrive il contrario (con le migliori intenzioni), ed è la superficie su cui ci si infortuna meno, quindi gradita all’utente medio. Cambiare una mentalità non è facile ma senza dubbio possiamo riuscirci. Riguardo alle giocatrici, sono d’accordo con te che tra emergenti ed esperte, siamo e saremo messi bene ancora a lungo.

  3. ale sandro

    21 Aprile 2014 at 10:29

    Il discorso di fondo dell’articolo lo condivido nel senso che avrei per esempio puntato a Ostrava ,così come negli Stati Uniti al primo turno, su Knapp e Giorgi sin dalla prima giornata dei singolari, proprio in virtù dell’assenza della Pennetta e della stagione non facile di Errani e Vinci. Ci sarebbe stata la possibilità di provare ulteriormente le ragazze in una sfida da sfavorite in una superficie che ormai non c’è più nel calendario Wta (e Atp). Barazzutti ha optato per altro e amen,non cambia la solfa, le avversarie sono state superiori, Kvitova è una giocatrice tra le più forti già da alcuni anni , su una superficie come questa è ancora più forte,ed è perfettamente integrata nel tennis attuale, dove secondo me la stragrande maggioranza di giocatrici e giocatori ha un gioco molto standard basato sul picchiare fortissimo la pallina al servizio o negli scambi lunghi da fondocampo (spesso e volentieri vere e proprie mazzate, a prescindere dalle rotazioni) e poca varietà. Questo è dovuto anche al fatto che la maggioranza dei punti Atp e Wta viene distribuita su una superficie come il cemento. Che poi tutto ciò a me non piaccia , abituato da trent’anni a vedere una varietà di giocatori e di superfici differenti e apprezzando gli specialisti anche del sintetico indoor, è poco importante. Ormai la piega sempre essere questa, nonostante in Davis e Fed Cup si possa ancora scegliere quelle tipologie di campi che esulano dal contesto generale.
    Però , visto che non si può tornare indietro, per il futuro anche azzurro mi viene da pensare come sia importante far cominciare i ragazzi a giocare un po’ di più sul cemento , in modo da vederli arrivare preparati quando entreranno a far parte del circuito professionistico. O almeno fare in modo che il ragazzo impari a conoscere tutti tipi di superficie per dare una certa completezza al suo gioco. Questo lo trovo tanto importante quanto puntare in situazioni come queste in Repubblica Ceca, sui giovani come la Giorgi e la Knapp o eventualmente la Barbieri citata nell’articolo, e farli giocare più week end di Fed Cup possibili, ovviamente tenendo presente il valore delle veterane e le difficoltà nei match da affrontare.

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