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Biathlon, Lisa Vittozzi “la bulgara”. Precisione irreale, soprattutto a terra, dove si era inabissata al 55%!

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Lisa Vittozzi

C’è un dato da approfondire in questo inizio di stagione del biathlon italiano. Riguarda le percentuali di Lisa Vittozzi, che fra Östersund e Hochfilzen si meritano il proverbiale appellativo di “bulgare”. Nelle prime cinque gare individuali, la ventottenne di scuola friulana ha coperto 77 bersagli su 80. Significa tenere una precisione del 96,25%! Si rasenta la perfezione, insomma.

Se poi aggiungiamo le staffette, dove però si spara utilizzando anche le ricariche e dunque con dinamiche differenti, il totale diventa di 49 centri su 51 possibilità a terra e di 48 su 52 in piedi. Il totale complessivo nelle competizioni affrontate tra la Svezia e l’Austria è pertanto di 97 su 102! Stiamo parlando della stessa biathleta che non più tardi di due anni orsono era costretta a percorrere ripetutamente l’anello di penalità, soprattutto rialzandosi dopo aver sparato sdraiata? Sì, è la stessa!

Ovviamente, l’anomalia era rappresentata dal 55,5% a terra al quale era sprofondata nell’arco del 2021-22. A maggior ragione è doveroso rimarcare come nello prone shooting, l’azzurra stia tirando con il 96% quando è stato usato il caricatore (48 su 50)! Di nuovo si pone il quesito, è la medesima ragazza? Sì, è sempre lei! A dimostrazione di come i Ghostbusters abbiano definitivamente liberato la sua testa dagli spettri che vi si erano annidati.

Biathlon, i convocati dell’Italia per Lenzerheide. Vittozzi guida il gruppo azzurro, assente Auchentaller

Proprio queste percentuali stratosferiche stanno consentendo a Vittozzi di restare in quota in classifica generale, nonostante il malanno che l’ha colpita a Östersund subito dopo l’affermazione nella 15 km del 26 novembre. La domanda è se la precisione resterà a lungo su questi livelli (dopotutto stiamo parlando di un campione statistico ridotto a due tappe, non di una stagione di dieci), oppure se calerà di qualche punto percentuale. Lo scopriremo solo vivendo, a cominciare dal weekend di Lenzerheide.

Se qualcuno si stesse chiedendo chi è stata la migliore lungo un intero inverno, eccola. Il suo nome è Marie Laure Brunet, che nel 2011-12 coprì 202 dei 205 bersagli affrontati a terra nelle competizioni individuali, tenendo una precisione del 98,5%. Aggiungendo le staffette, la francese chiuse con 222 su 226, poiché utilizzò una ricarica su quattro poligoni. In altre parole, dodici anni orsono, la transalpina mandò a segno 221 proiettili su 225 sparati dal caricatore, per un verosimilmente impareggiabile 98,2%.

Foto: La Presse

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