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ATP Adelaide, Matteo Arnaldi regola senza patemi Zapata Miralles al 1° turno

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Matteo Arnaldi

Missione compiuta. Matteo Arnaldi (n.41 del ranking) si è imposto con il punteggio di 6-4 6-3 contro lo spagnolo Bernabe Zapata Miralles (n.77 ATP) nel primo turno dell’ATP250 di Adelaide (Australia). Il ligure non si è lasciato troppo condizionare dal cambio di avversario, considerando la rinuncia dell’ungherese Marton Fucsovics e l’ingresso in tabellone da lucky loser iberico. Pur avendo qualche problema di troppo nella gestione del servizio nel primo set, il nostro portacolori ha saputo chiudere il tutto in due parziali e negli ottavi di finale affronterà la testa di serie n.2, Nicolas Jarry.

Nel primo set le palle break fioccano da una parte e dell’altra. Il fondamentale del servizio non è incisivo per entrambi i tennisti e non è un caso che break e contro-break si ripetano. In questo braccio di ferro anche psicologico è Arnaldi a spuntarla, recuperando in due circostanze il break di ritardo nel sesto e ottavo game e facendo la differenza nel momento più importante. Nel decimo gioco, infatti, l’azzurro si crea la situazione ideale: 0-40 e la terza chance è quella buona per archiviare la frazione sul 6-4.

Nel secondo set il tennista tricolore dimostra la propria superiorità. I suoi turni al servizio sono decisamente meno “avventurosi”, non è un caso che di palle break per Zapata Miralles non ve ne siano. Lo spagnolo, invece, è costretto all’angolo più volte, dovendo annullare due palle break nel secondo game e una nel sesto. Nell’ottavo game però, senza concedere alcun quindici, il ligure crea lo strappo decisivo e conclude nel successivo con un turno di servizio perfetto (6-3).

Leggendo le statistiche, si deve evidenziare una percentuale di prime in battuta piuttosto bassa dell’italiano (44%), con il 65% dei punti vinti. Tuttavia il 67% dei quindici ottenuti con la seconda è stato un dato importante nell’economia del confronto, da associare al 50% di efficienza in risposta alla seconda di servizio dell’iberico.

Foto: LaPresse

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