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Sci Alpino

Sci alpino, i precedenti dell’Italia a Kitzbuehel. Primo podio nel 1970, Paris l’ultimo a domare la Streif

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Dominik Paris

La Coppa del Mondo 2023-2024 di sci alpino maschile fa tappa a Kitzbuehel, in una delle località più iconiche del Circo Bianco. In programma due discese sulla mitica Streif, la pista che ogni velocista del globo sogna anche solo di fare una volta nella vita, figuriamoci salire sul podio o vincere. Per non farsi mancare nulla Kitz è anche un tempo dello slalom, la chiusura domenicale perfetta di una settimana da sballo.

L’Italia nella località austriaca ha una storia lunghissima, costellata di podi e vittorie. Gli azzurri hanno un totale di piazzamenti nelle prime tre posizioni da paura, 56: 12 vittorie, 20 secondi posti e 24 terzi. Le dodici volte che un azzurro ha alzato le braccia al cielo si spalmano addirittura in quattro discipline: sei volte è successo in discesa sulla Streif, tre in slalom, due in combinata e uno in superG.

Il primo podio degli azzurri nell’iconica località salisburghese è arrivato nel lontano 1970, quando il 18 gennaio Gustavo Thoeni si è piazzato in posizione d’onore nello slalom. Uno dei più grandi rappresentanti della Valanga Azzurra quale Thoeni ha una storia d’amore infinita con Kitzbuehel, potendo vantare otto podi e due vittorie, arrivate entrambe in combinata nel 1975 e 1977. Thoeni è anche il primo azzurro ad imporsi in questa località, in un 19 gennaio 1975 assai particolare, se la vittoria in combinata andò a Gustavo, lo slalom lo vinse Piero Gros, facendo festeggiare all’Italia un doppio successo in un giorno solo.

In discesa il primo piazzamento nella top-3 fu assai particolare, ed arrivò nel 1974, quando Stefano Anzi e Giuliano Besson arrivarono secondi a pari merito. La storia di Kitz poi è costellata di grandi risultati italiani, con tutti i nomi più iconici ad aver centrato almeno un  grande risultato. E’ anche il caso di Alberto Tomba, che è salito sei volte sul podio nello slalom austriaco, vincendo nel 1992 e ripetendosi tre anni dopo.

Come parlare dei precedenti italiani a Kitzbuehel senza nominare Kristian Ghedina, entrato nella storia per la spaccata sul salto finale. Il discesista azzurro fu terzo nel 1995, per poi diventare nel 1998 il primo italiano di sempre a domare la Streif. Dopo quell’indimenticabile giornata l’Italia ha dovuto attendere parecchio prima di poter esultare di nuovo nella discesa più famosa del mondo, è dovuto arrivare Dominik Paris nel 2013 a rompere il lungo digiuno (con in mezzo il secondo posto nel 2006 di un giovanissimo Peter Fill).

Nello slalom si possono scovare diversi nomi importanti della storia recente capaci di salire sul podio a Kitzbuehel, senza però che nessuno sia riuscito a vincere dopo Tomba fino ad arrivare nel 2012 con il primo posto di Christian Deville, in un podio regala davanti a Mario Matt e Ivica Kostelic. Sono saliti sul podio della località austriaca tra i rapid gates tra gli altri Giorgio Rocca, Patrick Thaler. Manfred Moelgg e Giuliano Razzoli.

Tornando alla discesa, quasi tutti i velocisti azzurri più vincenti possono vantare un podio a Kitz. Innerhofer è arrivato una volta terzo (2013) e una volta secondo (2017), senza però mai vincere. Onore della vittoria che è spettato a Peter Fill, nel suo magico 2016. Anche Werner Heel, un po’ più indietro nel tempo, nel 2010, fu capace di salire sul terzo podio nella discesa sulla Streif.

Torniamo quindi a Paris, il secondo italiano con più podi a Kitzbuehel, ben sette, ma nettamente il primo in quanto a vittorie, quattro, tutte negli anni dispari: 2013, 2015, 2017 e 2019.. ‘Domme’ è stato capace di battere tutti sulla Streif per ben tre volte in discesa, con l’intermezzo del 2015 in superG. Non contento, l’azzurro ha trovato un secondo posto nel 2015, e due terzi, nel 2019 e nel 2021. C’è un altro tabù da sfatare, quello del podio a Kitz in un anno pari.

La località salisburghese è anche quella di Florian Schieder, rivelatosi al mondo su questa pista. L’apoteosi è arrivata poi l’anno scorso, quando salì sul podio in seconda posizione con il pettorale n.43, alle spalle solo di Vincent Kriechmayr. All’appello manca Mattia Casse, sarà questo il suo anno?

Foto: LaPresse

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