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Tennis
Forza Jannik! Sinner contro Medvedev nella finale degli Australian Open 2024. L’Italia si stringe attorno al suo campione
28 gennaio 2024. Questa data è ormai cerchiata in rosso da qualunque appassionato di tennis, e più in generale da chiunque possa definirsi sportivo in Italia. Jannik Sinner disputerà la prima finale di un torneo del Grande Slam alle 9:30, ora nella quale entrerà all’interno della Rod Laver Arena di Melbourne. Dall’altra parte della rete, nell’ultima partita in assoluto degli Australian Open 2024, ci sarà Daniil Medvedev, il russo cui nel 2021 riuscì di fermare, a una partita dal completamento del Grande Slam stesso, Novak Djokovic.
L’attesa per il confronto c’è ed è palpabile per tanti motivi. Il primo: era dal 2005 (Marat Safin contro Lleyton Hewitt: vinse il russo sull’ultimo numero 1 ATP australiano) che non si vedeva una finale a Melbourne senza uno tra Roger Federer, Rafael Nadal e Djokovic. Una ragione di più, in sostanza, per definire il concetto di vento nuovo nel tennis. Anche se tanto di nuovo Medvedev non ha, essendo ormai nel pieno dei suoi anni migliori con i 27 anni (28 il prossimo 11 febbraio) sulla carta d’identità.
Sinner, che di anni ne ha 22, si aggrappa a un numero. 17. Questa, infatti, è la sua diciassettesima partecipazione a uno Slam. E proprio dopo 17 Federer riuscì ad alzare al cielo il suo primo trofeo maggiore: quello di Wimbledon 2003, che non diede subito inizio all’epopea dello svizzero, ma lo consacrò a nuovo padrone del Centre Court. Un corso storico particolare, che però ha anche una differenza: al tempo lo svizzero 22 anni li doveva ancora compiere.
Prima finale Slam per Sinner, sesta per Medvedev: i precedenti del più esperto russo
Se per Jannik è una prima volta in una finale Slam, a Medvedev tocca invece la terza a Melbourne. I precedenti sono quelli del 2021, quando perse in tre set contro Djokovic, e nel 2022, quando subì l’ormai celebre rimonta di Nadal in poco meno di sei ore. Si passò dal 2-6 6-7(4) 2-3 0-40 per il russo al 2-6 6-7(4) 6-4 6-4 7-5 per il maiorchino, che nel frangente più negativo era dato al 4% di possibilità di farcela.
L’azzurro è in corsa per diventare il 153° campione Slam in singolare nella storia, nonché il 58° dell’Era Open e il terzo italiano uomo dopo Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta (tra le donne si aggiungono Francesca Schiavone e Flavia Pennetta). Quanto al russo, invece, può essere il 32° dell’Era Open e il 75° in assoluto a vincere più di uno dei quattro tornei maggiori. Ed anche il terzo del suo Paese a prendersi Melbourne, dopo che ci erano già riusciti Yevgeny Kafelnikov e Safin.
Sinner è già certo di restare numero 4 del mondo a fine torneo, mentre per Medvedev potrebbero aprirsi le porte della seconda posizione in caso di successo. Certo è che, qualora fosse Jannik a conquistare la finale, sarebbe molto probabile un continuo di lotta per il secondo posto che si potrebbe protrarre, tra i due citati e Carlos Alcaraz, fino almeno alla fine del Sunshine Double di Indian Wells e Miami, con l’altra variabile tendenzialmente impazzita chiamata Montecarlo.
Sarà la tredicesima volta nella storia dell’Era Open in cui si trovano di fronte il numero 3 e il numero 4 della classifica mondiale. Le vittorie sono equamente distribuite. In questa fattispecie, poi, si confrontano due uomini che hanno scelto di non giocare tornei ufficiali prima di Melbourne (Medvedev debuttando direttamente sui campi dello Slam, Sinner mettendo comunque insieme qualche chilometro nelle gambe al Kooyong Classic). E si parla anche dei due più vincenti sul duro dall’inizio della stagione 2023 (55-12 il russo, 51-9 l’italiano), nonché in assoluto (72-18 e 70-15).
I confronti diretti, infine: Medvedev conduce 6-3, ma quel 3 è il trend di ciò che è accaduto dall’ATP 500 di Pechino in poi, con Sinner diventato una spina nel fianco del russo sia nella successiva finale al torneo di omologa categoria di Vienna che, soprattutto, in semifinale alle ATP Finals di Torino. Questo è il principale motivo per cui il numero 4 ATP è visto con grande favore sotto numerosi aspetti. Ci sono anche altre questioni: l’aver dato continue dimostrazioni di forza nel torneo, l’impressione destata dal successo su Djokovic e il netto cambiamento di marcia avuto da settembre in poi (e qualcuno scherza: c’è un Sinner prima del vomito nei quarti pechinesi con il bulgaro Grigor Dimitrov e c’è un Sinner dopo il vomito). Dall’altra parte, però, è chiaro che l’ex numero 1 mondiale è giocatore che non cede mai per davvero. Lo ha dimostrato in semifinale contro il tedesco Alexander Zverev: neanche quando è indietro di due set si può star certi che sia finita.
L’ultima nota va però a qualcosa che ha destato opinioni contrastanti, ma per larga misura negative, nel popolo tennistico e sportivo italiano. A differenza di quello che era diventato il normale uso in questa fattispecie (verificatasi, tra uomini e donne, 5 volte tra 2010 e 2021), infatti, non ci sarà la diretta in chiaro, ma soltanto quella di Eurosport 1, Discovery+ e le affini piattaforme streaming. Prevista soltanto una differita a partire dalle 18:00. Una decisione, questa, che a prescindere da com’è arrivata pone di nuovo in maniera forte e prepotente la questione dell’elenco AgCom degli eventi di rilevanza nazionale in ambito sportivo per l’Italia. Oltre agli Internazionali e alla Coppa Davis, evidentemente, da più parti si viene richiesta, in questo stato delle cose, l’aggiunta degli Slam. Cioè dei più importanti eventi per questo sport.
Foto: LaPresse