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Jannik Sinner definisce i suoi obiettivi: “Alle Olimpiadi per una medaglia, voglio fare meglio a Roma”

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

Jannik Sinner ha fatto rientro a Montecarlo. Dopo aver passato alcuni giorni a Sesto Pusteria con i suoi cari, godendosi qualche giorno di stacco posteriore ai suoi trionfi a Melbourne (Australia) e a Rotterdam (Paesi Bassi), il n.3 del mondo si è rimesso al lavoro per preparare la trasferta americana del Sunshine Double. In un’intervista concessa a sportmediaset, Sinner ha parlato della sua programmazione, con particolare attenzione alle Olimpiadi di Parigi e agli Internazionali d’Italia a Roma.

La rassegna a Cinque Cerchi è stata spesso citata da Jannik nelle sue esternazioni in pubblico, probabilmente anche perché il dispiacere di non essere andato ai Giochi di Tokyo per tutta una serie di ragioni c’è. “Già pensare di farne parte è bello, andrò a Parigi per provare a prendermi una medaglia. Ma anche perché per il mio futuro è importante conoscere sportivi nuovi che hanno nuovi metodi di lavoro, prendere più informazioni possibili perché ci saranno gli atleti più forti”, ha dichiarato il classe 2001.

Ambizioni ci sono anche in vista del torneo nella Città Eterna, dove l’anno scorso fu eliminato negli ottavi di finale dall’argentino Francisco Cerundolo: “Nel 2023, nonostante un buon inizio, non avevo fatto un buon torneo: quest’anno spero di alzare il mio livello. È un bellissimo evento, la cosa più bella è giocare di fronte a tanti tifosi: quando entri in campo senti un boato bellissimo, sembra quasi ci siano 50.000 persone. La terra è la superficie su cui devo migliorare di più, ma sono sicuro di poterci giocare bene“.

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Calendario fitto di impegni e il desiderio di migliorare quanto fatto in passato è un tratto caratteristico del tennista italiano. Wimbledon è, in questo senso, un torneo che intriga il 22enne altoatesino, ricordando la semifinale raggiunta la stagione passata e persa contro il serbo Novak Djokovic (n.1 del mondo): “È una sfida che mi piace, conoscere una superficie un po’ diversa. Devi fare tanta amicizia con l’erba, a volte rimbalza male, a volte scivoli…“.

In conclusione, sull’attenzione crescente dovuta ai suoi risultati, la risposta è molto chiara: “Fa parte del gioco, è anche una cosa positiva perché vuol dire che sto facendo bene sul campo. Il successo comunque non mi ha cambiato come persona. Sogno di ritrovare quella sensazione di vittoria ma so quanto siano importanti le cose fuori dal campo: come stanno la mia famiglia e le persone vicine, alla fine è quello che ti resta“.

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