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Atletica
Atletica, Andy Diaz nuova stella del triplo: “Tutto sulle Olimpiadi”; coach Donato: “Non possiamo nasconderci”
L’Italia dell’atletica si sta esaltando in questo ultimo periodo, in attesa dell’arrivo definitivo con la maglia tricolore della stella del salto triplo Andy Diaz. Il nativo cubano, italiano dal 2023, dal 1° agosto potrà vestire la casacca azzurra, appena in tempo per le Olimpiadi di Parigi 2024. Al momento è il migliore al mondo con il suo 17.61 al coperto. L’azzurro è stato intervistato, assieme al suo allenatore Fabrizio Donato, da Ferdinando Savarese nella trasmissione Sprint2U.
Inizio di stagione super: “Stiamo lavorando per la gara più importante, che è quella delle Olimpiadi. Ad inizio stagione non sapevamo se avrei gareggiato indoor, ma dovevamo farlo per interrompere la preparazione ed è venuto fuori il risultato che non mi aspettavo”.
Parole importanti del suo allenatore Donato: “Siamo fortunati perché non era così scontato che Andy potesse indossare la maglia azzurra, che potesse gareggiare alle Olimpiadi. Alcune volte ci lamentiamo troppo, parliamo di sfortuna e di tante cose negative, ma dobbiamo guardare le cose positive. Siamo stati fortunati che può gareggiare a Parigi, bisogna essere lucidi”.
E poi una bella provocazione: “Qui lo dico e qui lo nego, Andy aveva anche qualcosina in più nelle gambe, ma meglio tenerselo per l’estate”.
Prossimo appuntamento ufficiale: “Il 19 maggio per la Diamond League a Rabat“. La differenza con gli avversari europei: “Sono più veloci, noi siamo bravi a balzare, ma senza velocità non si va tanto lunghi”.
Sul possibile cambio di regolamento nel salto in lungo e triplo: “Penso che alla fine non si farà perché toglie tutto lo spettacolo. Il nullo è parte dello spettacolo”. E Donato: “Non sono d’accordo assolutamente perché chi sbaglia e rischia di farsi male non è molto addestrato. Molti atleti non sanno staccare e sbagliano”.
Sulla squadra italiana: “Non posso fare paragoni con l’Italia del passato, ma ora ci sono tanti giovani e hanno voglia di fare risultati. Sono tutti motivati, anche guardando gli altri compagni delle specialità diverse. A Parigi la squadra promette bene”.
Obiettivo verso le Olimpiadi: “L’obiettivo massimo è anche il minimo, non posso fare altro, se non vincere”. Donato: “Una volta eravamo molto scaramantici. Siamo maturati, non ci possiamo e non ci vogliamo nascondere. Non sarà facile perché il mondo va veloce, ma noi siamo lì in quel gruppo di fenomeni, vogliamo giocarci le nostre carte”.