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Basket, bufera razzismo sulla NBA! E interviene pure Obama…

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Dani Alves ha mangiato la banana lanciatagli da un tifoso avversario, segno tangibile di razzismo. Ma nelle ultime 24 ore non sono solo il calcio e l’Europa nel mirino.

Oltreoceano la NBA sta attraversando una bufera razzismo, che ha coinvolto i piani altissimi della Lega e addirittura Barack Obama, il Presidente degli Stati Uniti d’America.

 

Donald Sterling, proprietario dei Los Angeles Clippers, è stato intercettato telefonicamente mentre inveiva contro la modella V. Stiviano lo scorso 9 aprile. Il file audio è poi stato proposto dal sito statunitense TMZ. E da lì tutto il patatrac. Ne riproponiamo una traduzione.

Non voglio persone di colore alle mie partite. Perché ti fai fotografare con le minoranze? Non capisci, c’è una cultura. Gli ispanici provano certe cose per i neri, i neri provano certe cose verso altri gruppi. Storicamente è così e sarà sempre così. Io vivo in un ambiente e devo adattarmi, è così. Non farti fotografare con i neri. Forse non lo sai, forse sei stupida. Dovresti essere una piacevole ragazza bianca e latina. Perché devi fare tutto questo pubblicamente? Perché devi portare persone di colore alle mie partite? Puoi fare quello che vuoi, ti chiedo solo di non portare queste persone alle mie partite“.

 

Unanime l’indignazione dello stesso Mike, di tutta la Lega, dei giocatori di colori e soprattutto di Barack Obama, amante del basket, primo Presidente afroamericano della storia che dall’alto della sua posizione ha affermato: Quando la gente ignorante decide di rendere pubblica la propria ignoranza non c’è davvero nulla da fare, si può solo lasciarli parlare“.

Sterling ha smentito il tutto attraverso questo comunicato, ma i dubbi sono ancora moltissimi:Abbiamo ascoltato la conversazione su TMZ. Non sappiamo se sia legittima o se sia stata alterata. […] Mr. Sterling sa che quello che emerge da quella registrazione non riflette la sua visione, il suo credo o i suoi sentimenti. Quello è l’antitesi di quello che è Sterling, quello che in cui credo e come vive la sua vita. […] Chiede scusa a tutti quelli che si sono sentiti offesi da quelle parole“.

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