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Sci Alpino
Pagelle gigante maschile Saalbach: Odermatt dice addio a tutti i record. Meillard eccezionale, passo indietro per gli italiani
PAGELLE SCI ALPINO GIGANTE MASCHILE SAALBACH
Sabato 16 marzo
LOIC MEILLARD, 9.5: dopo un anno ed un mese c’è un vincitore diverso in gigante, il coronamento di una parte finale di stagione in cui ha sempre fatto tremare l’imbattibile (fino ad oggi) connazionale. È l’unico a rimanere attaccato ad Odermatt nella prima manche, poi nella seconda non trova il feeling fino a metà pista, vede ridursi quasi del tutto il suo vantaggio, salvo poi tornare a fare quello che ha fatto in mattinata ed imporsi in maniera netta, con 71 centesimi di margine sul secondo classificato. Per Meillard è la quarta vittoria in carriera sul massimo circuito itinerante, la seconda tra le porte larghe.
JOAN VERDU, 9: inizia la stagione come la finisce, ossia con un podio. E sono gli unici due per Andorra in tutta la storia del Circo Bianco. Un gigantista che è stato limitato pesantemente dai problemi alla schiena (4 sole gare disputate in questa stagione, peggior piazzamento un settimo posto), ma che scia davvero bene. Oggi fatica sempre parecchio in fondo, su una pista davvero lunga e che chiede grande preparazione fisica, ma fa la differenza in alto. Se sta bene, può essere uno che proverà a dare fastidio a Marco Odermatt.
THOMAS TUMLER, 8: le lacrime sul podio a fine gara dicono tutto. Ritorno in top-3 dopo 4 anni per lo svizzero, in questa specialità addirittura dopo cinque e mezzo da Beaver Creek 2018. Rimonta cinque posizioni, dall’ottava alla terza, nella seconda manche, con una discesa ai limiti della perfezione, considerando anche la condizione del manto. Quando abdica il re, ci sono comunque due svizzeri tra i primi tre.
MARCO ODERMATT, 5.5: e l’ultima fu fatale al fenomeno. Non perché qualcuno lo abbia battuto, ma perché lui stesso si è battuto. Oggi è il giorno in cui si spezzano tutti i record del fuoriclasse elvetico, che aveva pennellato una prima manche favolosa ed avrebbe sicuramente vinto il suo decimo gigante stagionale. Niente di tutto questo, niente stagione perfetta, niente 14 vittorie consecutive tra le porte larghe (lo svizzero è fermo a 12, salvo il record di Stenmark), niente lieto fine per un campione che forse lo avrebbe meritato.
LUCA DE ALIPRANDINI, 5.5: il migliore degli italiani, unico nei primi 15 ed a punti in queste finali. Nettamente un passo indietro rispetto a quello che ci aveva fatto vedere tra Palisades Tahoe ed Aspen. Non si adatta bene al contesto, oltre che al pendio, l’ultimo gigantista italiano a salire sul podio in Coppa del Mondo (con il tricolore che archivia un’altra stagione senza piazzamenti in top-3 tra le porte larghe), e le sue intraversate non rendono dove bisogna essere puliti e meno incisivi possibile.
ALEX VINATZER, 5: il classe 1999 ci aveva abituato fin troppo bene nelle precedenti uscite tra le porte larghe. Oggi arriva per lui la peggior gara stagionale, stando davanti all’arrivo solo al campione del mondo junior Ryder Sarchett. Distacco elevatissimo dalla testa e dalla top 10, ma tutto è nato da un adattamento pessimo alle condizioni odierne. Neve salata e manto morbido che sono andate di traverso alla sciata di Vinatzer, che domani avrà l’ultima occasione stagionale per provare a regalare all’Italia un podio nelle specialità tecniche in questa stagione.
GIOVANNI BORSOTTI, 5: stagione che era partita in maniera sorprendente, con la top 10 in Alta Badia che lasciava presagire tutt’altro inverno. L’azzurro poi si è perso, con i risultati che hanno iniziato a peggiorare e le certezze a vacillare. Oggi scia in maniera contratta, passiva e con ancora nei ricordi le tre uscite su tre della trasferta nordamericana. Chiude 20° le sue finali e fuori dai punti, ora c’è da resettare per poi iniziare la lunga preparazione verso Soelden 2024.