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Pattinaggio artistico, Mondiali 2024: l’Italia cresce, ma la Georgia sta diventando un’outisder pericolossima

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Charléne Guignard-Marco Fabbri
Guignard-Fabbri/ LaPresse

L’Italia del pattinaggio artistico sta lavorando benissimo. Malgrado il bilancio in termini di medaglie sia inferiore rispetto alla scorsa edizione, i Campionati Mondiali 2024 di Montrèal hanno certificato per l’ennesima volta la grande competitività di una Nazionale che è riuscita a centrare la top 10 in tre specialità su quattro, lasciando ben sperare per gli eventi futuri, team event olimpico compreso.

Proprio così. Con la situazione della Russia ancora pendente, la squadra tricolore potrebbe ritrovarsi a battagliare per una posizione sul podio a Milano-Cortina 2026. Un obiettivo chiaro e fattibile, anche se probabilmente si dovranno fare i conti con un altro Paese in forte ascesa, la Georgia, anno dopo anno sempre più pericoloso.

Analizzando quanto successo nella rassegna iridata, appare evidente come il Paese est europeo sia oggettivamente superiore al momento solo in campo femminile, complice la presenza di Anastasiia Gubanova (tredicesima in questi Mondiali a causa di uno short disastroso). Noi tuttavia abbiamo trovato in Sarina Joos un’ottima carta. L’allieva di Lorenzo Magri ha infatti sfiorato i 60 punti nel corto, commettendo qualche normale imprecisione nel libero. Il prossimo obiettivo per lei sarà quello di attestarsi regolarmente in zona 180, puntando perché no anche a qualcosa di più.

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Ma i nostri ragazzi sono certamente superiori nella danza, grazie al binomio delle meraviglie Guignard-Fabbri, ormai in totale stato di grazia e capaci a Montrèal di fare innamorare anche il competente pubblico canadese, trovando una terza posizione che lascia quasi l’amaro in bocca, complice l’inconveniente di Charléne, la quale si è ritrovata con la stoffa della sua gonna sotto la lama del pattino.

Ma nel resto? Il ghiaccio nordamericano ha confermato l’ascesa impressionante della coppia d’artistico composta da Anastasia Metelkina-Luka Berulava, particolarmente pericolosa soprattutto sul fronte tecnico. L’argento agli Europei e il significativo settimo posto al primo Mondiale, pongono i georgiani in una posizione molto fastidiosa. La sensazione è che, in un contesto equilibratissimo come quello delle coppie, sia necessario adesso trovare quel quid in più, quell’elemento spartiacque che ti consente di racimolare qualche punto “salvagente” in grado di compensare eventuali errori. Più facile a dirsi che a farsi. D’altronde, fino a qualche tempo fa nessuno osava inserire nella sequenza di salti in parallelo due doppi axel dopo un triplo. Adesso è diventata la prassi.

Difficile chiedere di più a Sara Conti e Niccolò Macii che, per la prima volta, si sono ritrovati ad affrontare un Mondiale cercando una riconferma. Recitare il ruolo di outsider è sempre più facile, ma a Montrèal gli allievi di Barbara Luoni hanno dimostrato di potersela giocare con tutti (basta vedere lo short program meraviglioso pattinato nel primo giorno di competizioni). La crescita e il raggiungimento di certi risultati passa anche dagli errori visti nel libero. Benissimo anche Beccari-Guarise, i quali da detentori del titolo continentale hanno immagazzinato quella dose di esperienza necessaria per il prosieguo del loro percorso.

Se solo quattro o cinque anni fa ci avessero detto che l’Italia sarebbe stata in grado di raggiungere la top 10 in campo maschile senza avvalersi di Matteo Rizzo o Daniel Grassl, ci saremmo messi tutti a ridere. Ma quanto confezionato da Nikolaj Memola, al debutto assoluto, rimarrà per sempre nella storia della disciplina azzurra. Un atleta eccezionale, che a volte deve fare i conti con dei problemi aggiuntivi (l’eccessiva altezza nel pattinaggio è un ostacolo non da poco), riuscito a trovare la quadra con uno stile ben definito e lavorato, oltre che con un reparto tecnico di un certo livello, visto ad esempio nel sontuoso quadruplo lutz staccato nello short. Scendere sul ghiaccio nell’ultimo gruppo di lavoro in occasione del libero, insieme ai più grandi, è una soddisfazione che equivale a una medaglia.

Ha lottato come un leone poi Gabriele Frangipani, atleta che è riuscito a trovare grande consistenza, passando da “cavallo pazzo” a pattinatore ordinato ed equilibrato. Ma nel vìs-a-vìs con la Georgia gli azzurri devono monitorare costantemente Nika Egadze, gioiello di Eteri Tutberidze che ha sempre dato sfoggio di grande incostanza, salvo imbroccare lo short perfetto proprio a Montrèal, dimostrando un grande, grandissimo valore.

La base per fare bene c’è. Ma da adesso in poi, l’Italia ad ogni evento dovrà inscenare una gara nella gara, osservando, studiando, interpretando quanto succede in Georgia, Paese intenzionato a farci lo sgambetto in quella che sarà la gara più attesa di sempre per i nostri colori. Non dovremo permetterlo.

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