Sci Alpino
Sci alpino, la stagione dell’Italia al maschile. Velocità protagonista ad ogni gara, crisi nera nelle discipline tecniche
Dopo aver analizzato il settore femminile, a finire sotto i riflettori è la stagione della squadra maschile di sci alpino. Una Coppa del Mondo che ha visto l’Italia essere protagonista nelle gare veloci, mentre nelle discipline tecniche si è aperta una profonda crisi, che le ultimissime buone prove non possono assolutamente cancellare.
Sicuramente dal settore della velocità c’è stata una bella reazione dopo un anno passato complicato e con poche soddisfazioni. Il riscatto di Dominik Paris è cominciato con la strepitosa prima vittoria della carriera sulla Saslong in Val Gardena. L’altoatesino ha messo alle spalle le difficolta della precedente stagione ed in questa è tornato assolutamente protagonista nella velocità come dimostra il terzo posto nella classifica di discesa dietro agli inarrivabili Odermatt e Sarrazin. Dopo la Val Gardena, c’è stato un piccolo passo falso nella sua Bormio (anche con un po’ di sfortuna) per poi ritornare sul podio a Wengen, nuovamente sulla Streif a Kitzbuehel e poi ancora a Kvitfjell.
Paris è stato sicuramente il leader di un settore della velocità che esce da questa stagione con voti alti. Una squadra azzurra decisamente competitiva, visto che quasi ad ogni gara c’è stato un azzurro sul podio o comunque appena a ridosso. Florian Schieder in discesa si è confermato, il solito Mattia Casse e poi si è definitivamente sbloccato Guglielmo Bosca, soprattutto in superG, dove ha raccolto un podio e soprattutto ha concluso quinto nella classifica di specialità, giocandosi il podio fino all’ultima gara delle finali di Saalbach.
Se la velocità sorride, non lo fanno certamente i protagonisti delle discipline tecniche. Zero podi per l’Italia tra gigante e slalom sono una situazione non accettabile e che deve aprire una profonda riflessione all’interno della federazione e degli staff tecnici. Bisogna assolutamente capire cosa non ha funzionato e quali sono i motivi di una stagione davvero deludente e che ribadiamo gli ultimissimi risultati non possono assolutamente avvicinare alla sufficienza.
Il quarto posto ad Aspen di Luca de Aliprandini è il miglior risultato tra gigante e slalom, ma arrivato all’ultima gara quasi, provando a cancellare uno zero che fa davvero male. Tra le porte larghe ha deluso Filippo Della Vite, visto che dal 22enne bergamasco ci si aspettava un rendimento totalmente diverso dopo una scorsa stagione positiva. Invece tante uscite, poche gare terminata ed una continuità di rendimento mai trovata.
Lo stesso De Aliprandini ha parlato ai microfoni delle televisioni dopo l’Alta Badia, criticando apertamente i tecnici azzurri e aprendo ancora di più la crisi all’interno del settore azzurro. Parole durissime, “Se quelli che portano la tua giacca ti remano un po’ contro, diventa più pesante“, che confermano comunque che qualcosa non funziona all’interno, nonostante il nativo di Cles sia stato buon protagonista nel finale di stagione ad Aspen (unica piccola soddisfazione della stagione).
Male in gigante e ancora peggio probabilmente in questa stagione si è fatto in slalom. Di Alex Vinatzer parleremo a breve, ma insieme all’altoatesino al momento c’è il solo Tommaso Sala, condizionato quest’anno anche dall’infortunio patito in fase di preparazione, ma comunque troppo discontinuo anche tra una manche e l’altra. Stefano Gross e Giuliano Razzoli hanno dato tantissimo allo sci azzurro e non sono loro quelli da cui ricominciare, ma mancano proprio i giovani e le nuove leve. Almeno nel disastrato slalom femminile qualcosa si muove, mentre al maschile proprio nulla.
Su Alex Vinatzer è giusto fare un capitolo a parte perchè dopo questa stagione una domanda sorge spontanea: è ancora uno slalomista oppure si è trasformato in gigantista? L’altoatesino ha fatto enormi progressi tra le porte larghe, risalendo prepotentemente la entry list gara dopo gara, arrivando a giocarsi il podio sempre in quei giganti in Nord America di fine anno. Questa crescita ed esplosione in gigante, però, ha portato quasi ad un blocco in slalom, con Alex che ha fatto davvero fatica quest’anno tra i rapid gates. L’obiettivo deve essere quello di avere due discipline ed essere competitivo in entrambe, come fanno tantissimi altri atleti e non è possibile che l’Italia non riesca ad avere qualcuno che può lottare per il podio sia in gigante sia in slalom. L’ultimo fu Manfred Moelgg, ma sono passati davvero troppi anni. Il prossimo anno è decisivo, visto che poi arriveranno le Olimpiadi di Milano-Cortina, traguardo che non si può sbagliare.