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Galimberti e l’allievo Luca Nardi: “Deve usare più il diritto ed essere universale. La vittoria con Djokovic…”

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Luca Nardi
Nardi / LaPresse

Giorgio Galimberti è stato il grande ospite della puntata settimanale di TennisMania, trasmissione condotta da Dario Puppo (giornalista e telecronista di Eurosport) e visibile sul canale Youtube di OA Sport. L’ex giocatore azzurro, protagonista anche in Coppa Davis, è diventato coach di Luca Nardi a partire da questa stagione.

Sulla sua carriera da tennista, Galimberti ha dichiarato:È stata una carriera che poteva essere migliore, ma con il senno del poi mi reputo una persona fortunata perché ho avuto l’opportunità di scendere su campi importanti e provare emozioni fortissime. Guardando indietro avrei cambiato qualcosa del mio percorso, ma non si può fare. Quello che cerco di fare bene è quello che faccio ora, ovvero l’attività con l’accademia prima a San Marino e poi decidendo di costruire una mia realtà a Cattolica. Adesso cerco di far tesoro di tutte le esperienze della mia vita, da giocatore, da allenatore e da imprenditore“.

Sulle caratteristiche di Nardi e sulla sua impresa con Djokovic a Indian Wells: “Nel suo modo di comunicare è schietto, arriva molto vero e non è impostato. Sta imparando a gestire anche un certo tipo di notorietà, perché comunque la vittoria con Djokovic lo ha catapultato in un mondo totalmente diverso. Il giorno dopo eravamo a Indian Wells ed è stato stressante e faticoso, non solo per lui ma anche per me… Per lui, giovane e non abituato, la mediaticità del giorno dopo ha inciso tantissimo sulla partita successiva con Tommy Paul. Lo ha drenato da tutte le energie. Comunque è piaciuto tantissimo, anche nella conferenza stampa lui non sapeva neanche di giocare con Paul…“.

Ci abbiamo lavorato sul fargli capire che il tennis maschile di oggi ruota attorno al diritto. Anche i grandi colpitori di rovescio come Djokovic e Wawrinka, tolto uno che si chiama Paire, costruiscono con quel colpo, ma per finalizzare ci vuole un buon diritto. Lui che ha qualità, la palla gli esce dalle corde, ha capacità di timing e riesce a stare vicino alla riga, bisogna far sì che si giri tanto sul diritto. Sul veloce risulta più complicato, mentre ora sulla terra ci stiamo allenando a sventagliare tantissimo. Biomeccanicamente è studiato che con il diritto in sventaglio si trovino angoli che il rovescio non può trovare, è una questione di geometrie. Contro Nole il diritto ha fatto la differenza e si sta convincendo di lavorare di più con quel colpo“, prosegue l’allenatore del marchigiano.

Galimberti ha poi svelato qualche retroscena sulla preparazione della partita con Djokovic: Non ho assolutamente pensato a prenotare l’aereo per più motivi. In primis perché non è nella mia indole, io il bicchiere lo vedo sempre mezzo pieno quindi ci provo fino in fondo. Poi c’erano degli aspetti che mi facevano ben pensare. Djokovic il giorno prima aveva faticato con Vukic, quindi non era al meglio. Non il miglior Djokovic rimane comunque sempre un top player, da top10. Io ho detto questo a Luca: ‘La tua paura è soltanto una, quella di rivivere una brutta emozione come quella di Montecarlo con Musetti (in cui perse 6-0 6-0, bloccato dalla tensione, ndr). Devi star tranquillo per più motivi. Nei primi turni Djokovic tende a far giocare gli avversari, poi ha una tipologia di gioco che per come stai giocando ora ti permetterà di fare delle belle giocate e dei bei punti. Non so se vincerai, ma sono certo che ti divertirai’. Ho battezzato tante volte questo aspetto. Lui giovane, amante del divertimento sportivo nel gioco. In allenamento se mettiamo dentro una sfida a lui piace e lo stimola. Questo aspetto lo ha tranquillizzato“.

Sull’andamento della partita:I primi due game sono stati molto equilibrati, anche grazie a un paio di errori di Djokovic. Ci sono stati però degli scambi lunghi dove Luca ha capito di poter tenere bene lo scambio da fondo con Nole. Lì ci ha creduto. Se fosse partito male, subito contratto, con il serbo che scappava via, sarebbe stato diverso. Djokovic obiettivamente ci ha regalato un po’ di punti importanti nel primo set, poi però ha cominciato a giocare bene. Il terzo set è stato di altissimo livello da parte di Luca, uno dei migliori nella sua vita. Ha giocato dei colpi virtuosi, delle verticalizzazioni lungo linea di diritto e rovescio, gioco al volo sopraffino, per poi coronare il terzo set con un colpo che ogni tanto perde per strada, la prima di servizio. Ha chiuso con un ace e questo secondo me è importante. Anche contro Zhang nel turno precedente era stato perentorio al servizio nel terzo set e questo mi ha fatto ben sperare per poter fare una bella partita, poi la vittoria è stata la ciliegina sulla torta“.

Sulla ricerca del giusto equilibrio per Nardi:Deve unire le due cose, la parte professionale con la parte ludica e dello star bene. Si è costruito un team credo professionale, ma anche divertente e spensierato, che gli fa vivere meglio comunque il tennis che è davvero impegnativo. Quest’anno poi abbiamo girato tanto: Australia, India, America e adesso Napoli. Non ci fermiamo, vogliamo fare tanti tornei per costruire la classifica. Ha bisogno anche di quella parte. Non a caso è legato a Pesaro, la famiglia per lui è importante. Ha trovato la fortuna di avere un’accademia a Cattolica, a 20 minuti di macchina da Pesaro. Si è creata la struttura perfetta per poter lavorare. Ha lavorato bene anche con i suoi allenatori precedenti, magari era arrivato il momento di fare un cambiamento, ma meriti a loro per averlo portato fino a quel punto“.

Uno degli aspetti su cui abbiamo lavorato fin da subito è la gestione dei finali di partita, cambiando un po’ i volumi di allenamento. Lui era abituato a fare tante serie e quando si stufava cambiava esercizio. La mia idea era quella di portarlo un po’ oltre per alzare la capacità attentiva, che va allenata. Piano piano sta assorbendo queste competenze e si sono viste in queste partite. Anche la partita persa con Goffin è stata una gran partita. Si vedeva che c’era qualcosa di buono in quella settimana. Mi spiace poi per Miami, perché è arrivato lì totalmente distrutto dal problema mediatico. Bisogna abituarsi. Anche Jannik all’inizio non era disponibilissimo con media e stampa perché cercava di centellinare un po’ le pressioni a cui era esposto, mentre adesso è totalmente a suo agio. Probabilmente anche Luca avrà bisogno del suo tempo per abituarsi alla notorietà e alla gente che ti ferma. In aeroporto in America non camminava, nei 2-3 giorni dopo la partita è stata una notizia potentissima a livello globale“, aggiunge Galimberti.

Sull’incredibile sequenza di eventi in quel di Indian Wells:Terzo lucky loser è difficilissimo che tu possa entrare, soprattutto in un 1000. L’ATP però adesso ha messo una regola fantastica. Il giocatore che si ritira prende comunque il montepremi, quindi se uno non sta bene può dare una possibilità a un altro e per lo spettacolo è una cosa più onesta. Etcheverry non stava bene e ha dato l’opportunità a Luca, non ce lo aspettavamo. Quando abbiamo guardato il tabellone e abbiamo visto che era contro Zhang per andare su Djokovic, non potevamo crederci. Era la settimana perfetta, perché giocare con il n.1 al mondo è sicuramente formativo“.

Sulla superficie in cui Nardi potrà esprimersi meglio: “Io sono convinto che lui giochi benissimo sul cemento outdoor. Mi sta però sorprendendo anche qui nei primi giorni di allenamento sulla terra. Alla fine anche sul rosso può essere un giocatore molto scomodo, ma deve essere più propositivo. Non deve mettersi dietro a colpire troppe palle da contrattaccante, ma deve essere un giocatore universale, utilizzando quindi tutti i tagli e le discese a rete, gli attacchi in controtempo. Deve essere vario e imprevedibile. Se riesce a fare questo, anche sulla terra può fare molto male“.

VIDEO INTERVISTA GALIMBERTI

https://www.youtube.com/watch?v=FEXt9vfmAXU

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