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Tiro a volo, Luigi Lodde: “Lavoro sodo per ottenere sempre di più”

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Intervista esclusiva a Luigi Lodde, vincitore due settimane fa della medaglia d’oro nella tappa di Coppa del mondo di Tucson. In Arizona lo specialista dello skeet di Ozieri ha pure eguagliato il record del mondo, mancando soltanto un piattello dei 125 di qualificazione.

Ti sei fatto un bel regalo di compleanno con qualche giorno di anticipo,  cosa ti è passato per la testa dopo l’errore dello svedese e l’ultimo piattello colpito?

“Due settimane prima in una gara nazionale (il primo Gran Premio tenutosi a Capua, presso il Tav Falco) avevo affrontato un altro spareggio in cui l’eccessiva voglia di colpire il bersaglio mi aveva giocato un brutto scherzo, anche se l’esito finale mi aveva comunque premiato. Questa volta sono riuscito a controllarmi di più e per fortuna è andata bene. Dopo l’ ultimo piattello colpito invece ero raggiante, felice di aver fatto una grande gara!”.

In semifinale con l’errore al 16° colpo sei stato costretto a un spareggio a quattro dal quale potevi pure uscire dalla lotta per le medaglie. Hai ricevuto qualche consiglio prima dello shoot-off o non hai voluto parlare con nessuno?

“Purtroppo con le nuove finali l’errore è veramente dietro l’angolo. Sono momenti in cui ovviamente c’è molto rammarico, ma in questo caso sono riuscito a metabolizzare subito l’errore e a non perdere fiducia. Ho scambiato qualche battuta con Benelli che è uno di poche parole. Mi ha solo detto di andare avanti e che ero in grado di vincere lo stesso”.

Grazie a questo successo hai fatto un bel passo in vista dei Mondiali, ora tocca ai tuoi compagni di nazionale fare bene. Come vivete questa rivalità?

“Posso dire che più della rivalità c’è grande spirito di squadra, solidarietà e molta stima. Stare lontani da casa ed affrontare ogni volta le proprie paure e le proprie incertezze non è facile quindi cerchiamo di sostenerci a vicenda e venirci incontro. Anche stavolta ci sono stati momenti difficili ma i miei compagni di squadra, il ct Andrea Benelli  e il Prof. Fabio Partigiani (fondamentale come sempre) mi sono rimasti vicini. Credo che questa vittoria appartenga anche a loro e non ho dubbi che i miei compagni da qui ai Mondiali sapranno riscattarsi. Sono grandi campioni, vedrete”.

Hai già ripreso ad allenarti? Quanti piattelli spari in genere al giorno?

“Sono ancora alle prese con il jet lag e per esperienza so che sparare in questi periodi di assestamento non è producente, quindi al momento vado in palestra e mi alleno fisicamente. In condizioni normali comunque sparo una media di 300-400 colpi, quattro volte a settimana”.

Rispetto allo scorso anno in cosa, secondo te, sei migliorato?

“Non so se sono migliorato, posso solo dire che insieme al mio psicologo Manolo Cattari, il CT Benelli e il preparatore atletico Partigiani lavoro sodo per ottenere sempre di più. Sto proseguendo un percorso che è iniziato con Londra 2012: tutti insieme cerchiamo di dare il massimo e se arriva una gara non proprio positiva, questa diventa materia di confronto e di analisi. Spero di arrivare il più lontano possibile ma se non ci riuscirò sarò comunque sereno perché consapevole di averci provato al massimo”.

Il ct Benelli ha detto che una delle tue maggiori qualità è la capacità di controllare il bersaglio anche quando magari spari un po’ più lungo del normale. Dove invece puoi ancora progredire?

“Cerco sempre di sfruttare le mie caratteristiche ma credo che ci sia ancora tanto da migliorare e da imparare, sia sotto il profilo tecnico, che sotto quello fisico e soprattutto mentale, che nel mio sport è preponderante”.

Questa vittoria ti proietta tra gli sportivi sardi più forti di tutti i tempi. Negli ultimi anni sono tanti quelli che stanno emergendo, da Datome nel basket ad Aru nel ciclismo a Cappai nel pugilato. Pensi che stia cambiando qualcosa nella mentalità degli sportivi isolani? In passato molti non sono emersi proprio perché avevano difficoltà a staccarsi dalla propria terra.

“Intanto non credo di potermi paragonare a Datome e altri grandi dello sport sardo. La nostra isola è veramente bellissima e credo che tutti i sardi nelle competizioni se la portino dietro. Probabilmente c’è una maggiore convinzione nelle nostre capacità che è diventata più forte del limite geografico e delle difficoltà connesse ad esso. Io sono fermamente convinto che vivere in una terra così sia solo un vantaggio per la serenità e la tranquillità che trasmette. Per il resto credo che i talenti ci siano e spero emergeranno altri ragazzi che abbiano la forza di credere in se stessi e che si facciano strada oltre il contesto isolano”.

Il trionfo di Lodde a Tucson

L’intervista a Luigi Lodde (luglio 2013)

I risultati completi

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francesco.drago@olimpiazzurra.com

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