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Monaco avverte: “Alcaraz favorito per Parigi. Giusto che Sinner si tolga pressioni, Berrettini da Finals”

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Jannik Sinner
Sinner / LaPresse

Primo giorno pieno di tabellone principale a Montecarlo, dopo l’antipasto domenicale, e prime impressioni (molto lunghe e circostanziate) di Guido Monaco circa gli eventi nella puntata speciale di TennisMania, sul canale YouTube di OA Sport, legata al Masters 1000 del Principato.

La sconfitta di Arnaldi ha dato un po’ più fastidio perché si pensava potesse vincere, anche per come s’era messa la partita. Nagal la scorsa settimana ha buttato via la partita con Sonego a Marrakech, se va a cercare il dritto a sinistra spinge come un matto, ma è un po’ disordinato. Molto positiva la prestazione di Musetti: era sotto un break nel primo volendo stare al ritmo di Fritz, che però ha mostrato limiti tattici sulla terra. Quando Lorenzo è riuscito a essere più consistente e profondo, a variare un po’, l’ha mandato fuori giri. Però mi è piaciuto l’atteggiamento sul campo: niente più monologhi e imprecazioni continue, ma concentrato sulla partita come deve fare un professionista. Vittoria che gli porta molto morale. Ora deve affrontare Fils, un giocatore lì lì per esplodere. Dovesse confermare gli ottavi, almeno dopo quella partita brutta all’Estoril riesce a riprendere il ritmo. deve difendere molti punti, ma ne ha le possibilità. Nardi è stato bravo a qualificarsi. Sembra come se si stia “imbastardendo” il suo tennis, nel passaggio da talentuoso a solido. Ha trovato un giocatore che si sta ritrovando. Attenzione perché Auger-Aliassime spostandosi col dritto da sinistra aveva un rendimento impressionante. Forse l’avevamo sopravvalutato, ma non è la brutta versione dell’ultimo anno e mezzo, è destinato a ritornare, su come e più di Shapovalov. Nardi a volte remava, giocava giusto, ma non ha trovato l’equilibrio che deve trovare tra l’essere solido e mantenere le sue qualità. Il cammino però è buono. La continuità c’è, ora serve trovare qualità. Il doppio Sinner/Sonego l’avevano in pugno contro Gille e Vliegen, che sono abbastanza forti, poi hanno perso al super tie-break. Brucerà loro un po’, ma contro degli specialisti ci sta. Auguriamo a Fabio Colangelo di avere tanti successi con Sonego e di rimetterne in piedi la carriera: ha 29 anni, può averne ancora 4-5 di buonissimo tennis”. A suo proposito, in un’altra parte legata alle Olimpiadi: “Sonego se non dà una bella accelerata per le Olimpiadi fa fatica anche in doppio“.

Sulle varie dichiarazioni legate al numero 1 d’Italia e 2 del mondo: “Ovviamente Sinner cerca di togliersi la pressione da dosso, perché è giusto così. Il gioco delle parti. Djokovic mi sembrava un po’ demotivato. Ho la sensazione che lui, per provare a competere al loro livello, deve fare un ennesimo sforzo fisico, mentale, di sacrificio per fare l’ascesa come tante volte: e a volte anche a lui potrebbe mancare. Non si aspettava di iniziare la stagione così male. Però sappiamo che è un guerriero e aspettiamocelo ritornare fastidioso. Alcaraz ieri ha fermato l’allenamento con una fasciatura al braccio, non so se siano uscite altre notizie oggi. Però non è un gran viatico. Anche lui cerca di spostare su Sinner tutte le attenzioni. Questa per lui dev’essere la campagna che lo porta al primo Roland Garros. Sinner o non Sinner, a oggi è lui, per livello e adattabilità alla terra, il favorito per vincere Parigi. E’ il suo obiettivo principale. E poi forse, dopo, le Olimpiadi. Non credo sarebbe un fallimento se non confermasse Wimbledon, se non giocasse bene a NY non farebbe niente. Ma ha puntato più di tutto a Parigi“.

Inevitabile toccare anche l’argomento Nadal: “Io l’avevo detto un anno e mezzo fa. Quando ha detto ‘Il mio corpo non mi permette di giocare’, è esattamente quello che pensavo io e non solo io da un anno e mezzo-due. E’ incredibile che lui non si sia ancora arreso a quest’evidenza. Però mi fa piacere che se ne sia reso conto“.

Si parla ovviamente anche del suo naturale successore: “Quando vinci due volte Madrid e Barcellona arrivi come favorito al Roland Garros. Però questo è il terzo anno in cui non dico che sia il favorito, Alcaraz, ma uno di loro. Quest’anno il testimone se lo deve prendere lui. Poi è giusto che Sinner e Djokovic spostino su di lui l’attenzione“.

Lungo e non scontato il capitolo su Matteo Berrettini: “E’ è più bello da vedere sulla terra perché fa capire che il rosso esalta le sue qualità, e non le limita. Può sembrare sorprendente, però i due punti di forza, servizio e dritto, magari gli danno meno punti diretti, ma il kick da sinistra… bisogna arrampicarsi per prenderlo. Lui poi è nato sulla terra, in fase difensiva può coprire molto meglio il campo. continua a venire un po’ meno avanti rispetto a quel che potrebbe, e a Madrid ci era andato vicino. E ha fatto quarti al Roland Garros dove stava portando al quinto Djokovic. E ha vinto dei tornei. Sull’erba ha più possibilità perché fa più punti gratis, risparmia più energie e c’è meno concorrenza. Ma in termini assoluti gioca meglio sulla terra. Ha più tempo. Ha più tempo per difendersi, per rispondere. Ha vinto un 250 con un campo di partecipazione non esagerato. Cancelliamo l’ultimo anno, ma è la 3a-4a volte che rientra, bim bum bam e vince tornei. Non è mica una roba da tutti. Nel 2022 era lanciato. Semi in Australia, perde la stagione su terra, fa benissimo sull’erba, Covid. Arrivava a Wimbledon da secondo-terzo favorito. Bisogna dire che era un po’ uscito dal tennis, dalla vita del professionista a tutto tondo. Però c’è da capirlo. L’infortunio, la fama… è stato sballottato a destra e a sinistra e si è fatto un po’ prendere la mano. Ora ha ritrovato l’umiltà di star lì e faticare, allenarsi. Se dovesse fare una buona campagna sulla terra, penso che quel progetto di averne due alle Finals non sarebbe così remoto. Il livello mi sembra alto e può solo migliorare“.

Si ritorna sul torinese: “Sonego ha poi avuto un 2022 difficile, con la Davis in cui però ha battuto Shapovalov e Tiafoe. Il 2023 su e giù, poteva battere Khachanov a Parigi, ma è rimasto 45-50. Al momento, per quel che ha espresso negli ultimi due anni, mi sembra il suo livello. Deve riuscire a migliorare il rovescio e il gioco di volo, Colangelo non ha un lavoro facile, ma se c’è uno che ci può riuscire a 29 anni è lui. Se non è ancora riuscito a svoltare con rovescio e servizio, ho dei dubbi che possa riuscirci ora, ma meglio tardi che mai. Ha una rapidità che lo deve portare a giocare più verso la rete“.

Il capitolo portabandiera monopolizza il finale: “La proposta credo sia nata da Klaus Dibiasi, che essendo altoatesino e olimpico coi fiocchi, mettiamola così: se lo dice Luciano Moggi è un conto, se lo dice Dibiasi è un altro. Secondo me se abbiamo persone che fanno bene più di un’Olimpiade acquisisce titoli. Paltrinieri ha preso medaglie a più Olimpiadi. Certo, quei 10 minuti a Tokyo con Tamberi e Jacobs, sarebbe bello vederli tutti assieme. Anche la 4×100. Anche Tita-Banti. Sinner non esiste. Lui ha forse, per la prima volta dopo mesi, mesi e mesi, sbagliato un po’ la dichiarazione, perché ha detto che se lo merita chi ha vinto un oro altre volte e ha raccontato di Bolt. Ha detto ‘se mi invitano lo prendo in considerazione’. Non ha detto ‘se me la danno, vado sicuro’. Magari non voleva prendersi una cosa prestigiosa che si meritano altri. Le date non combaciano per niente tra apertura e chiusura. La chiusura non combacia di sicuro. Però è chiaro che se va avanti anche se deve difendere 1000 punti non ci va a giocare a Montreal. Mi viene in mente anche Ganna che merita di più. I quattro della 4×100 li vedrei bene, ora non so se si possa per le regole. Dico che nelle dinamiche di scelta del nostro portabandiera lui non c’entra assolutamente niente. Credo che se non l’avesse tirato fuori Klaus Dibiasi, nessuno ne avrebbe parlato. Il tennis peraltro ha acquisito sempre più disciplina, ma l’oro olimpico ancora non puoi metterlo sul piano degli Slam. Forse ancora nello sci alpino una Wengen vale di più, ma negli altri sport non c’è storia. A livello di personaggio Tamberi ha più chance: a Rio era andato con la gamba ingessata facendo l’inviato. Tamberi e Paltrinieri sarebbero più giusti. Negli States una storia come quella di Matteo Manassero la prenderebbero di sicuro, uno che dopo 8-9 anni di buio è tornato a vincere. E’ tornato molto competitivo, una storia incredibile“.

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