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Il caso doping dei 23 nuotatori continua a discutere: Paltrinieri e altri atleti contrariati, ma il CIO…

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Gregorio Paltrinieri
Paltrinieri / LaPresse

Fa discutere. Il conto alla rovescia che ci porterà alla disputa delle Olimpiadi di Parigi 2024 è condizionato da alcune variabili che andranno o potrebbero alterare i risultati sportivi. In primis, l’assenza di tanti atleti soprattutto della Russia che non saranno al via della competizione a Cinque Cerchi, non avendo accettato le condizioni poste dal CIO per gareggiare da neutrali.

E poi il caso doping dei 23 nuotatori cinesi di cui da qualche settimana si parla. L’inchiesta del New York Times e del network tedesco Ard, riguardante questi atleti trovati positivi alla trimetazidina (sostanza dopante inserita nel 2014 nella categoria S4) durante una competizione nazionale tenutasi tra dicembre 2020 e gennaio 2021, sta alimentando le polemiche.

L’Ard ha reso noto l’elenco: Zhang Yufei, Wang Shun, Qin Haiyang, Wang Yichun, Yu Yiting, Yang Junxuan, Yan Zibei, Wang Jianjiahe, Xuwei Peng, Ge Chutong, Sun Jiajun, Yu Hexin, Fei Liwei, He Junyi, Chen Juner, Zhang Ziyang, Cheng Long, Wang Xueer, Lin Tao, Shen Jiahao, Wang Yutian, Wang Zhou e Zhang Ruixuan. Nomi altisonanti di medagliati nelle ultime competizioni internazionali.

I nuotatori non sono stati sanzionati dalla Chinada (Agenzia Antidoping cinese) perché sarebbero state trovate tracce della sostanza incriminata nell’hotel in cui stavano soggiornando. La Wada (Agenzia Mondiale Antidoping) ha poi confermato la decisione, non avendo basi per mettere in dubbio la spiegazione della contaminazione ambientale. Una presa di posizione che, in conseguenza delle rivelazioni dell’inchiesta, ha avuto una reazione veemente dell’Usada (Agenzia antidoping degli Stati Uniti), per bocca del CEO Travis Tygart, che ha accusato la Wada di scarsa trasparenza. “In tutti i casi di contaminazione che abbiamo riscontrato, abbiamo sospeso provvisoriamente l’atleta, cancellato i risultati, riscontrato una violazione ed emesso un annuncio come richiesto dalle regole. La trasparenza è la chiave per fare luce nell’oscurità, e qui, non rispettando le regole, Wada e Chinada hanno lasciato nell’oscurità gli atleti puliti“, le sue parole.

Aspetti poco chiari di una vicenda, in cui le reazioni da parte degli altri atleti in vasca non stanno mancando. Viene in mente il britannico James Guy, perentorio sui propri canali social: “Bannateli tutti e non gareggiate mai più“. E ha aggiunto: “Tutti ci stiamo chiedendo come sia possibile che un farmaco vietato sia presente in una cucina e venga ingerito da 23 atleti. Che sia stato un incidente oppure no, quelle persone non dovevano competere nel 2021″.

A dire la sua in maniera molto decisa è stato anche Gregorio Paltrinieri: “Non c’è stata trasparenza ed è grave – aveva riportato l’ANSA -, perché noi siamo in mano a loro e a chi controlla (intende la Wada, ndr). Lascia l’amaro in bocca. A distanza di tre anni, invece, scopriamo che alcuni nuotatori cinesi erano squalificati per doping”.

A questo proposito il CIO, come indicato dal presidente Thomas Bach, non si intende intervenire: “Abbiamo piena fiducia nella WADA, nei regolamenti e nel fatto che la WADA li abbia seguiti. Se le procedure vengono rispettate, non c’è motivo per cui non debbano essere presenti”, ha dichiarato Bach nel corso di un’intervista rilasciata ad AFP. L’Agenzia Mondiale Antidoping ha, comunque, annunciato di aver affidato a un PM indipendente, Eric Cottier, il compito di “condurre un’analisi approfondita” su come la stessa Agenzia abbia gestito il caso. Un riscontro lo si avrà entro due mesi.

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