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Ginnastica artistica, Vanessa Ferrari su Parigi 2024: “Voglio andarci per dare qualcosa a me e alla squadra”

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Vanessa Ferrari
Ferrari / Lapresse

Le Olimpiadi di Parigi 2024 e una leggenda della ginnastica artistica italiana come Vanessa Ferrari aspira ancora ad essere tra le protagoniste. L’obiettivo è una quinta partecipazione per chiudere una carriera davvero da sogno.

In un’intervista al sito ufficiale delle Olimpiadi, la classe 1990 si è espressa così sui Giochi a cinque cerchi: “Mi piacerebbe arrivarci, ma in un certo modo. Voglio essere competitiva se voglio esserci, e sono la prima a dire che se non sono in forma è giusto che ci vada qualcun’altra se in quel momento è più competitiva di me. Se merito di andarci, voglio esserci perché so di poter fare qualcosa per me e per la squadra“.

Su tutte le difficoltà che sta affrontando: “Credo sia molto più difficile delle altre edizioni per vari motivi: sono più longeva, mi porto dietro i problemi fisici che ho avuto in passato, per trovare la motivazione ho fatto sessioni di mantenimento. Sono stata lontana dalla ginnastica per parecchio tempo, mi sono allenata e poi mi sono infortunata. In quest’ultimo periodo non sono riuscita ad avere una grande stabilità. Il desiderio c’è, ma il mio corpo mi frena con i tempi. Voglio ricominciare, ma so che se inizio a pieno ritmo potrei compromettere qualcosa. Devo essere brava a gestire tutto, è molto difficile, ma le cose semplici non mi sono mai capitate. Vado per la mia strada, vedo cosa succede e sarò contenta a prescindere, perché ho dato tutto me stessa e ci avrò provato per la quinta volta“.

Sulla longevità agonistica: “La ginnastica richiede tutto e subito fin dalla più tenera età, è uno sport molto logorante, che non mi ha permesso di rimanere sempre stabile, ma il mio carattere mi ha permesso di avere una carriera così lunga perché non ero mai pienamente soddisfatta. Volevo sempre di più, quindi forse grazie a questo sono riuscita ad andare avanti così a lungo“.
A proposito di ciò che la spinge ad essere presente: “Dimostrare a me stessa che, nonostante tutto, se decido che voglio esserci, posso farcela. Possono verificarsi degli imprevisti, ma sentirmi così e sapere che se lo voglio posso farcela, mi soddisfa e penso che possa anche trasmettere un messaggio molto importante alle altre ragazze. La cosa meravigliosa è che il livello della ginnastica si sta alzandoma anche la longevità sta aumentando: prima le atlete si ritiravano a 16-18 anni, ora mi alleno con ragazze che ho visto crescere e che sono anche alla loro seconda esperienza olimpica. Una volta se ne faceva una sola, e questo è un bene perché permette agli atleti di avere una carriera più lunga e di reinventarsi nel tempo“.

Sull’argento con qualche rimpianto a Tokyo:  “Ho pensato che, proprio come a Londra 2012, dove avrei meritato il bronzo, anche a Tokyo l’oro avrebbe potuto essere a portata di mano. Carey aveva un movimento acrobatico un po’ più forte, ha fatto bene, e così anch’io… diciamo che il pensiero c’era sicuramente, ma ero entusiasta dell’argento, e va benissimo così“.

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