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Giro d’Italia 2024, Antonio Tiberi: “A Oropa sfortuna, non mi aspettavo di andare così forte a Prati di Tivo”

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Antonio Tiberi
Tiberi / Lapresse

Antonio Tiberi è stato il miglior italiano nella prima settimana del Giro d’Italia 2024: dopo una tappa particolarmente difficile a Oropa nella prima domenica, il corridore laziale è sempre rimasto tra i migliori in salita e sta confermando le aspettative.

Oggi ha parlato in conferenza stampa in corridore della Bahrain-Victorious, facendo un bilancio della sua Corsa Rosa fino a questo momento e tornando proprio sulla tappa di Oropa: “Sono stato molto sfortunato quel giorno. Ma poi con la cronometro e a Prati di Tivo ho mostrato che la sensazioni sono buone. Il giro è lungo e voglio cercare di recuperare terreno. Per adesso le sensazioni sono buone. La prima parte di Giro si è conclusa in modo positivo e in crescendo. Speriamo di continuare così e che le mie caratteristiche si confermino, potendomi sentire sempre meglio nei prossimi giorni. Se andrà avanti così posso cercare di arrivare ad ottenere il miglior risultato possibile a livello di classifica”.

Sulla crescita avuta da capitano rispetto alla Vuelta dello scorso anno: “Lo scorso anno alla Vuelta ho sofferto abbastanza per prendere il ritmo, ma ci arrivavo anche da un piccolo infortunio al tendine di Achille, quindi non avevo avuto una preparazione perfetta. Quest’anno invece è andato tutto liscio e sono arrivato al 100%. Questo sicuramente ha influito. Sono inoltre rimasto molto contento di essere stato subito molto competitivo. Questo è il mio primo GT da capitano ed è un po’ tutto nuovo per me. Le responsabilità, la concentrazione al massimo in ogni tappa.. Non ti puoi mai rilassare perché puoi incappare in qualche incidente o problema. Vedremo anche come risponderà il fisico a questo stress, ma per adesso sta andando bene”.

In particolare è rimasto ben impressionato dalla sua resa sulla salita di Prati di Tivo: “È stata una situazione particolare, per come l’ho vista io. Non avevo mai fatto quella salita in gara, solo in allenamento, quindi la conoscevo ma non troppo. Mi ha stupito che mi sentivo ancora molto bene, malgrado il ritmo che era stato fatto sino a quel momento. Nel finale mi aspettavo che Poagcar facesse il suo attacco. Quando ho visto che nessuno si muoveva mi sono detto che non volevo arrivare così all’arrivo e fare solo la volata. Allora ho cercato di smuovere la situazione per vedere come stavano gli avversari. Sapevo che per Tadej i miei attacchi non sarebbero stati un problema, ma volevo testare anche me stesso rispetto agli avversari diretti. È stata una bella sensazione avere la gamba per poter fare gli attacchi al Giro”.

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