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Ciclismo
Pagelle Giro d’Italia 2024: Alaphilippe uno spettacolo, ma onore a Mirco Maestri. In gruppo tutti hanno paura
PAGELLE DODICESIMA TAPPA GIRO D’ITALIA 2024
Julian Alaphilippe, voto 10: l’ha cercata da inizio Giro, ci ha provato in ogni modo, in ogni tipo di tappa. Voleva tornare ad alzare le braccia al cielo dopo un periodo durissimo in strada ed anche ricco di polemiche. La vittoria è arrivata nel modo più bello: nella giornata più adatta alle sue caratteristiche, quella dei muri, il fenomeno francese è andato via da lontanissimo, si è sciroppato una frazione tutta all’attacco ed è arrivato da solo a braccia alzate sul traguardo di Fano.
Mirco Maestri, voto 9: se Julian Alaphilippe, due volte campione del mondo, ti dice “la vittoria la meritava anche lui” allora c’è da credergli. Gara veramente coraggiosa per il corridore della Polti-Kometa che tiene in tutti i modi la ruota del transalpino e tenta fino alla fine di giocarsela, dando cambi regolari, forse anche oltre le proprie possibilità. Sullo strappo finale però è costretto ad arrendersi, ma la prestazione odierna vale molto più del nono posto finale.
Jhonatan Narvaez, voto 7: oggi non ha trovato il momento giusto, forse la gamba non era neanche quella della prima settimana del Giro. In ogni caso il campione ecuadoriano dimostra una condizione monstre e trova l’ennesima super performance di questa Corsa Rosa, chiudendo al secondo posto questa tappa durissima.
Quinten Hermans, voto 7: altro uomo da Belgio che si fa notare nella tappa dei muri. Sempre attivissimo con Narvaez, non ne ha per andare a riprendere Alaphilippe e si accontenta della terza piazza.
Christian Scaroni, voto 7: giornata all’attacco per l’azzurro dell’Astana-Qazaqstan che conquista una più che positiva quinta posizione al traguardo.
Bahrain-Victorious, voto 7: forse tante energie sprecate per la squadra di Antonio Tiberi per un nulla di fatto alla fine. In ogni caso è l’unica compagine che prova a fare qualcosa nell’immobilismo del gruppo: tutti hanno una paura assurda di Tadej Pogacar e nessuno si muove.
Tadej Pogacar, senza voto: ha anche il tempo di sorridere nel momento critico della frazione, così è tutto troppo facile per lo sloveno.