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Volley femminile, la svolta azzurra di Antalya! La cura Velasco e le prospettive di un’Italia che ritrova fiducia

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Carlotta Cambi
Cambi/Fivb

Non c’è stato nemmeno bisogno di evocare la pazienza degli appassionati per vedere i frutti del lavoro, più mentale che fisico, svolto in questi giorni da Julio Velasco sulla sua prima Nazionale. La settimana di Antalya per l’Italia del volley femminile è stata come una di quelle giornate estive in cui al risveglio si addensano le nubi e, dopo il temporale, il cielo inizia a schiarirsi e, prima di pranzo, sono scomparse tutte le nuvole e l’aria pesante e l’afa dei giorni precedenti lasciano spazio a un’atmosfera tersa e più respirabile.

La prima trasformazione c’è stata e si è vista: protagonista lo staff tecnico ma soprattutto le ragazze che si sono affidate alla saggezza del loro condottiero che, sia chiaro, non ha la bacchetta magica (sennò l’Italia potrebbe contare su almeno un paio di ori olimpici nella pallavolo maschile) ma è sicuramente un maestro nella gestione del gruppo.

Con tutto il rispetto per chi lo ha preceduto, il termometro chiaro delle differenze sono i time out e le espressioni delle giocatrici di fronte alle indicazioni, anche variopinte, a volte perfino nonsense, del tecnico argentino. Chi può le confronti con quelle dello scorso anno. Chiudendo il capitolo pernicioso ma inevitabile dei paragoni, dando un’occhiata a quello che sta accadendo ora in casa azzurra e quanto accaduto nella stagione passata, non è tanto il trattamento riservato ad Egonu (per quanto poco comprensibile) lo scorso anno a stupire, ma è la rinuncia a due giocatrici del calibro di Caterina Bosetti e Moki De Gennaro, determinanti in qualsiasi squadra del mondo tranne la Nazionale di Mazzanti, che ha fatto quello che credeva fosse giusto ma non doveva essere messo nelle condizioni di poter fare queste scelte, visto che della rottura insanabile tra le parti i dirigenti Fipav erano ampiamente a conoscenza.

Caterina Bosetti è stata il punto fermo del poker di match di Antalya, quella che c’è stata sempre, anche nei momenti difficili. Di lei questa Nazionale non può fare a meno. Velasco cercava certezze in regia, in attesa del rientro di Orro, e le ha trovate in Carlotta Cambi più che il Francesca Bosio che si è giocata male le sue carte al debutto, aprendo uno spiraglio a chi stava in panchina. Brava Cambi ad approfittarne con tre partite non perfette ma nelle quali ha dimostrato carattere e determinazione ma anche quella sagacia tattica che era mancata a Bosio al debutto.

Se c’è un ruolo in cui l’Italia è coperta è quello di centrale: se Danesi, Fahr e Lubian rappresentano l’eccellenza a livello mondiale, almeno un altro paio di giocatrici, reduci da una grande stagione e protagoniste assolute ad Antalya, Yasmina Akrari e Sara Bonifacio, potrebbero giocare titolari in gran parte di squadre nazionali sparse per il mondo.

A proposito di abbondanza, chi può contare su due opposte del valore di Antropova ed Egonu? Nessuno e qui sarà importantissima la capacità di Velasco nel gestire le situazioni complicate. Non ci riuscì il tecnico argentino ai tempi di Barcellona 1992 con il dualismo in regia tra l’ingombrante Fabio Vullo e Paolo Tofoli, ci proverà con due delle opposte più forti del mondo. Entrambe hanno nelle mani valanghe di punti, entrambe però non sempre riescono ad avere la giusta continuità nel corso del match anche perché attaccare tanto quando la squadra avversaria salta a sangue a muro su di te e piazza la difesa dopo ore e ore di studio delle tue traiettorie è tutt’altro che semplice. Il lavoro di Velasco dovrà andare in questo senso: renderle intercambiabili lasciando però intatte le gerarchie. In questo momento Egonu è la numero uno e Antropova la numero due, la prima non dovrà uscire dal match nel caso in cui Velasco decida di metterla in panchina, la seconda si dovrà far trovare pronta da subito in caso di chiamata in causa per risolvere situazioni complicate. Per entrambe sarà una situazione nuova da affrontare perché nel club sono pressoché insostituibili. Difficile ma non impossibile.

In banda l’Italia ritrova un punto fermo come Caterina Bosetti, in attesa di vedere le condizioni di due elementi fondamentali, le due potenziali titolari (ma con Velasco niente è certo a prescindere) Myriam Sylla ed Elena Pietrini. Lo slot di Antalya ha restituito una Alice Degradi che ha tutte le caratteristiche per essere la quarta banda nell’avventura olimpica e una Loveth Omoruyi ancora troppo incostante: i tre attacchi decisivi in negativo nella rimonta azzurra subita nel finale del primo set con la Polonia e i tre attacchi decisivi in positivo nella rimonta azzurra completata nel quarto set contro la Germania sono la fotografia della giocatrice di Chieri, apparsa comunque migliorata nel fondamentale di ricezione. Bella scoperta la giovane Stella Nervini che ha già tutte le caratteristiche per costruirsi un futuro radioso ed è un messaggio abbastanza chiaro alle più giovani in rampa di lancio: meglio un club, in questo caso Bergamo, dove ci sia la possibilità di conquistare il posto da titolare, che un anno di panchina assicurata in un club top. Giocare aiuta…

Nel ruolo di libero la bella “scoperta”, per modo di dire visto che è una tra le migliori del campionato italiano, è Ilaria Spirito che ha messo in campo tutta se stessa nel tentativo di aiutare la squadra ad avere a disposizione tante cartucce in rigiocata. Le sue quotazioni sono cresciute, anche se alla Fersino vista contro la Turchia è davvero difficile rinunciare. Il tutto in attesa del rientro in azzurro di “sua Maestà” Moki De Gennaro.

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