Artistica
Alice D’Amato: “Il dolore di Asia è anche il mio. Nemour un fenomeno, io punto alla finale”
La ginnasta della Fiamme Oro Alice d’Amato, d’argento nel concorso generale individuale ai recenti Europei di Rimini, rassegna in cui ha conquistato l’oro sia nel concorso a squadre che nelle parallele asimmetriche, ha concesso un’intervista ad OA Sport nella quale ha analizzato quanto è accaduto nella manifestazione continentale, anche in relazione a quanto accaduto alla gemella Asia, tracciando poi la strada che porta alle Olimpiadi di Parigi 2024.
Quinta al mondo, seconda in Europa: ormai sei entrata in una dimensione di lusso sul giro completo. Fino a dove pensi di spingerti e dove pensi di avere i margini maggiori?
“Non si smette mai di lavorare duramente per cercare comunque di migliorarsi e spingersi oltre i propri limiti! Questi risultati spero siano soltanto alcuni di tanti altri che vorrei riuscire ad ottenere in futuro. Per quanto riguarda i margini maggiori, più che lavorare per aggiungere nuovi elementi sto lavorando per stabilizzarli, soprattutto a trave e corpo libero“.
Ti sei laureata campionessa d’Europa alle parallele per due volte consecutive, come soltanto pochissime elette nel passato. Perché ti piace tanto questo attrezzo e cosa fai per migliorarti costantemente?
“La parallela è l’attrezzo che mi piace di più sin da quando sono piccola, indipendentemente dai risultati ottenuti, perché è quello che mi dà più soddisfazione in qualsiasi cosa io faccia, a partire da un solo elemento singolo fino ad arrivare all’esercizio. Mi piace molto anche la sensazione che provo mentre faccio i salti ed i voli da uno staggio all’altro, mi fa sentire libera. Tutto questo non significa che vada sempre tutto bene, anzi, devo dire che quando non viene niente, perché magari non è giornata o si è stanchi, ritengo che è quello l’attrezzo sul quale, rispetto agli altri, si fa davvero più fatica, quindi mi innervosisce anche tanto. Per migliorarmi non faccio niente di speciale, se non ripetere, ripetere ed ancora ripetere tanto il mio esercizio, parti dello stesso, o anche solo i singoli elementi che lo compongono, cercando ovviamente di lavorare molto sulla pulizia e cercando di ottenere meno falli possibile“.
Agli Europei sei stata bravissima a farti forza quando tua sorella si è infortunata, non ti sei scoraggiata ed hai finito la gara conquistando l’argento. Cosa hai provato e come hai fatto a continuare a gareggiare? Tra l’altro, non era la prima volta che ti trovavi in una situazione simile.
“Agli Europei sono stata bravina, e non dico bravissima, perché sono comunque andata parecchio giù emotivamente, ma essendo una persona tanto sensibile, soprattutto perché si trattava di mia sorella, non sono riuscita a comportarmi diversamente, mi è dispiaciuto farmi vedere così dalle persone che erano lì a tifare per noi, ma soprattutto dalle mie compagne e dagli allenatori che erano in gara con me in quel momento. Potrei essere risultata un peso in più rispetto a quello che già ci stavamo portando tutti quanti dietro per l’infortunio di Asia. In quel momento il vuoto ed il buio che ha provato Asia credo di averlo provato anche io, in maniera diversa, ovviamente. Perché non è tanto l’infortunio in sé, il problema, ma quanto il lavoro, la pazienza e la determinazione che ci vogliono nel percorso di recupero e solo chi ci è passato sa cosa vuol dire. Non si trattava della prima volta, anzi, quindi sapevo in un certo senso quello che ci aspetta e che ci aspetterà, perché il dolore che sente lei lo sento anche io, per tanti aspetti. Cercherò di starle il più vicino possibile, perché è un momento complicato per lei, ma allo stesso tempo ho chiesto a lei di starmi vicino, per quello che può, ovviamente, perché ci siamo promesse che quello che faccio io non lo faccio solo per Alice, ma per tutte e due perché credo che lei ne abbia davvero bisogno dopo quello che ha passato. Detto questo, sono riuscita a concludere la gara, perché in primis so che Asia non avrebbe voluto assolutamente che buttassi via tutto, e secondo perché in quel momento avevo a fianco Marco e Monica, che hanno saputo prendermi ed accompagnarmi al traguardo alleggerendo un po’ la situazione e standomi vicina, cercando di concludere quello che poi era tutto il lavoro che ho e che abbiamo fatto in questi mesi ed anni“.
Nemour si è scatenata a ripetizione in Coppa del Mondo ed è favorita per l’oro alle Olimpiadi, ma tu hai tutti i mezzi per dire la tua. Lottare per una medaglia è concretamente possibile?
“Io credo che questa ginnasta possa essere competitiva solamente come pochissime ginnaste al mondo. Lei è sicuramente la favorita e spero per lei che possa prendersi tante soddisfazioni importanti in questo attrezzo, perché è davvero un fenomeno, ed è sempre un piacere vederla esibirsi, mostrando il suo talento e la semplicità con cui svolge il suo esercizio. La parallela è il mio attrezzo di punta, ma non essendo ai suoi livelli sarà già difficile entrare in finale, figuriamoci puntare a una medaglia. È ovvio che uno sportivo di alto livello, soprattutto una volta raggiunti determinati successi, cerca sempre di fare ancora meglio e sogna di vincere, sarebbe la soddisfazione più grande per chiunque. Io però sono sempre rimasta umile come atleta, ma soprattutto come persona, e cerco semplicemente di fare del mio meglio e di godermi il percorso ed il risultato che arriva, qualsiasi esso sia“.
Siamo nell’anno olimpico, è cambiato qualcosa nella preparazione rispetto alle precedenti stagioni? Su cosa ti stai concentrando maggiormente e cosa speri di migliorare rispetto a Tokyo 2020?
“Siamo nell’anno olimpico, ma la preparazione non è cambiata rispetto alle altre stagioni, perché l’obiettivo, che siano le Olimpiadi o qualunque altra gara, è sempre quello di arrivare in forma e con gli esercizi della più alta qualità possibile. Mi sto concentrando maggiormente sul rimanere sana fisicamente e mentalmente, facendo del mio meglio in ogni allenamento e ad ogni gara, per conquistarmi il posto, che non è assolutamente scontato, anzi va meritato e sudato fino alla fine“.
Ci sono stati dei passi in avanti importanti tra trave e corpo libero. Che ricetta hai trovato per perfezionarli? Ti va di raccontarci il tuo feeling con musica e coreografia al quadrato?
“Credo che i passi in avanti alla trave ed al corpo libero ci siano stati per un’aggiunta di elementi in studio o composizione dell’esercizio più adatta a me, ma anche perché più si va avanti e si cresce e più si acquisiscono maturità, sicurezza e controllo dell’attrezzo e del proprio corpo. Sicuramente anche l’esperienza fa tanto“.
Dove può arrivare l’Italia alle Olimpiadi di Parigi? Quali sono gli obiettivi delle Fate?
“Sono una persona molto scaramantica, quindi i pronostici li lascio ai bookmakers. Sicuramente l’Italia ha la possibilità e le potenzialità per dire la propria, come ha dimostrato in tutti questi anni, ma preferisco limitarmi a questo. Cerchiamo solo di pensare ad una cosa alla volta e con l’aiuto delle Fiamme Oro, che negli ultimi anni ha fatto davvero tanto per noi, con l’aiuto, ovviamente, di allenatori, compagne e di tutte le persone e gli sponsor che ci stanno supportando, cercheremo di realizzare il miglior risultato possibile per l’Italia“.