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Ciclismo
Giro d’Italia 2024: i promossi e bocciati. Pogacar perfetto, Milan eccezionale, male Bardet
Terminato il Giro d’Italia 2024 è tempo di giudizi per i vari corridori che hanno disputato la Corsa Rosa. Tre settimane intensissime nelle quali diversi atleti si sono messi in luce, mentre alcuni hanno faticato e hanno deluso le aspettative. Andiamo a scoprire chi sono i promossi e i bocciati della prima corsa a tappe stagionale.
PROMOSSI
Tadej Pogacar: praticamente perfetto. La sconfitta nella prima tappa a Torino lo ha caricato al meglio e ha dato spettacolo in lungo e in largo, dominando con sei vittorie di tappa, venti giorni in Maglia Rosa e dieci minuti praticamente di vantaggio sul primo degli inseguitori. Il tutto sempre con il sorriso sul volto e, da sottolineare, con un paio di marce scalate per poter lanciarsi poi al meglio sul Tour de France.
Daniel Martinez: chi l’avrebbe mai detto che il colombiano sarebbe stato così regolare? Era tra i papabili per il podio, ma qui ha dato grande dimostrazione di forza, anche a cronometro. In salita è sempre stato il primo degli umani e la seconda posizione per l’uomo della Bora-hansgrohe è più che meritata.
Jonathan Milan: un po’ di sfortuna, qualche errore di troppo, forse di inesperienza, ma il friulano è stato strepitoso in questa Corsa Rosa. Tre vittorie e quattro secondi posti: è uno dei migliori velocisti al mondo e lo conferma a suon di volate di potenza. Lo attendiamo ora al Tour de France, magari già l’anno prossimo.
Antonio Tiberi: era la grande speranza per l’Italia in chiave classifica generale e non ha tradito assolutamente le aspettative. A cronometro vola, in salita sa gestirsi al meglio senza andare quasi mai in difficoltà e la quinta piazza, con la Maglia Bianca, sono solo l’incipit di una carriera che può essere splendente. E non mancano i rimpianti per la foratura ad Oropa…
Jhonatan Narvaez: condizione strepitosa (ed era reduce da un lungo stop per infortunio) per l’ecuadoriano che si lancia come uno dei migliori uomini da classiche anche in vista di Olimpiadi e Mondiali. La vittoria di Torino, con conseguente Maglia Rosa davanti a Pogacar, è una perla di lusso.
Julian Alaphilippe: primo Giro d’Italia, dopo le tante polemiche che lo hanno riguardato e soprattutto dopo tantissimi risultati negativi. La condizione si vedeva che fosse in crescendo e lui fa di tutto per metterla in mostra. All’attacco praticamente tutti i giorni, dà spettacolo in ogni modo e si prende da campione la vittoria in quel di Fano.
Tim Merlier: tre vittorie di tappa per il velocista belga della Soudal-QuickStep che forse non è al 100% della condizione, forse non è alla pari di Jonathan Milan nel testa a testa, ma tutto questo dimostra ancor di più la sua classe se nonostante ciò riesce comunque a vincere a raffica.
BOCCIATI
Juan Pedro Lopez: praticamente un fantasma. Le attese per lo scalatore spagnolo dopo la vittoria al Tour of the Alps erano tantissime: ce lo aspettavamo a far classifica, almeno in chiave top-10. Uscito dalla lotta delle posizioni di lusso invece non è riuscito neanche a ritagliarsi il suo spazio nelle fughe.
Romain Bardet: partiva per giocarsi il podio, deve accontentarsi di una nona posizione che aggiunge poco al palmares del transalpino. In primavera ha colto la seconda piazza alla Liegi e forse quella performance aveva dato speranze che non sono poi state rispettate.
Caleb Ewan: sapevamo che il velocista australiano della Jayco AlUla fosse in calo, ma non lo si immaginava fino a questo livello. Per lui neanche una top-5 nonostante abbia concluso il Giro, davvero deludente.
Laurence Pithie: dal giovane neozelandese della Groupama-FDJ ci si aspettava molto di più nelle tappe miste o nelle volate, invece chiude il Giro con un quarto posto di tappa a Francavilla al Mare come miglior risultato.