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Volley femminile, Italia più vicina a Parigi ma certi black out vanno eliminati!

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Myriam Sylla
Sylla/Fivb

Si è chiusa anche la seconda settimana di VNL e l’Italia è sempre più vicina alla qualificazione al torneo olimpico. Le azzurre sono partite con un vantaggio abissale che si è quasi dimezzato ma questo sistema di punteggio per il ranking favorisce chi rincorre e un po’ meno le lepri che sono chiamate a compiere qualche bella impresa per sistemare la classifica, mentre a chi è più indietro in classifica basta una vittoria con chi è davanti nel ranking per fare un bel balzo in avanti.

Nonostante tutto l’Italia si è tenuta a distanza di sicurezza dalle squadre che inseguono e, nella terza e ultima settimana dedicata alle qualificazioni, giocherà in apertura la partita che potrebbe darle la certezza della qualificazione, la sfida diretta con il Canada, squadra che le azzurre hanno tenuto d’occhio perché in avvio di VNL era la prima delle non qualificate. A Hong Kong le azzurre giocheranno anche con la modesta Corea e, vincendo le prime due partite, potrebbero sistemare sia la questione Final Eight, sia la questione molto più importante della qualificazione a Parigi. L’avventura delle azzurre si chiuderà con la sfida agli USA e alla Serbia campione del mondo che finora non si è affidata alle sue migliori giocatrici e che vorrà provare a qualificarsi per la Final Eight. Un cammino non impossibile per la squadra di Velasco.

A Macao le prime due partite hanno detto davvero poco. Le sfide contro Francia e Repubblica Ceca erano quello che ci voleva per una squadra che lavorava assieme da una sola settimana, che, pur conoscendosi a menadito, aveva bisogno di ritrovare amalgama visto che lo scorso anno una buona parte di quiesta formazione era tra casa e panchina. Missione compiuta senza patemi: punti per la classifica di VNL e per il ranking olimpico in saccoccia.

A parlare è stata la partita contro il Brasile: bella, vibrante, divertente, a tratti spettacolare con il risultato sempre in bilico e poche certezze. Quelle che l’Italia sembrava aver perso in avvio di partita, che poi ha ritrovato per una grande parte centrale di match e che, sul 15-11 e 17-14 el quarto set ha perso repentinamente e inspiegabilmente, fallendo così la sesta vittoria consecutiva.

Che ci sia qualcosa da sistemare in ricezione è evidente ma la squadra azzurra ha tre giocatrici che sono assolute specialiste di questo fondamentale, a tal punto da costringere una squadra forte come il Brasile a cercare per due terzi delle volte in battuta la meno solida delle ricevitrici, Myriam Sylla che, per tre set e mezzo (per un totale di 45 ricezioni), ha retto il ritmo e poi ha perso smalto ed ha sofferto non poco nel finale. Sottoporre Sylla ad un tour de force del genere può rivelarsi controproducente ma, allo stesso tempo, in caso di buona prova della schiacciatrice azzurra, può mandare all’aria i piani delle rivali. Velasco in questi aspetti è un mago e lavorerà per alzare le percentuali di squadra in questo fondamentale.

Alessia Orro ha giocato un discreto match. I mostri di precisione sono altri, inutile chiederle e aspettarsi la continuità sotto questo aspetto: la palla difficilmente arriva sempre allo stesso modo ma le giocatrici azzurre si adattano in fretta. Ha cercato con insistenza Egonu ma, soprattutto in certi frangenti, era l’unica attaccante di palla alta a metterla a terra. Nel finale forse sarebbe servito qualcosa di diverso perché più di una volta Egonu era marcatissima a muro ma, quando hai una delle migliori attaccanti del mondo, in giornata di grazia, difficile rinunciare a servirla. Giornata di grazia sì ma solo a tratti per l’opposta della Nazionale che in certi frangenti è stata devastante ma da metà del quarto set in poi ha fatto tanta fatica in attacco. Qualche errore ci sta, qualche pallonetto difeso pure. Serve maggiore continuità e soprattutto la capacità di non andare in serie negativa (cosa che è avvenuta soprattutto in avvio di partita con il Brasile e nel finale del quarto set, guarda caso in corrispondenza con i break delle verde-oro. Tra le note positive ci sono anche i doppi cambi. Vedere attaccare Antropova in quel modo da zona 4 è un assist per chi vorrebbe in futuro ammirarla giocare da martello (poco) ricevitore. Chi vivrà vedrà.

Il muro è un punto di forza dell’Italia e lo è stato anche a Macao. Fahr, non straordinaria nel primo ingresso con la Repubblica Dominicana, ha giocato un buon march contro le brasiliane, Danesi è una certezza. Gli aspetti su cui lavorare sono tanti. In questo momento, contro i top team all’Italia manca qualcosa in attacco, soprattutto sulla fase del contrattacco, su palla alta e l’assenza di una giocatrice stile Ana Cristina rischia di farsi sentire ma Velasco lavorerà sulle qualità delle bande per cercare di ovviare a questo problema, e qualcosa in ricezione con Sylla ricercatissima sempre e sovraccaricata di incombenze (ricevere e mettere sempre a terra la palla è snervante e pesante dal punto di vista atletico). Anche qui va trovata una soluzione con i posizionamenti in campo che potrebbero sgravare la schiacciatrice di Milano di qualche ricezione e darle un po’ più di ossigeno per l’attacco.

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