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Editoriali

SEI IL NUMERO 1! Sinner porta l’Italia sulla vetta del tennis e si accomoda al tavolo delle leggende

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Jannik Sinner / Lapresse

L’Italia ha il numero uno al mondo del tennis. Fa strano pronunciare questa frase, noi che sino all’anno scorso al massimo ci eravamo fregiati di un n.4. Noi che, sino a pochi anni fa, ci lustravamo gli occhi per un piazzamento in top20 ed eravamo abituati ad ammirare gli altri giocarsi le fasi finali degli Slam. Noi che, da comparse di discreto livello, adesso ci crogioliamo con il migliore in assoluto.

È Jannik Sinner ad aver scritto una pagina indelebile ed incommensurabile dello sport italiano. Equivale ad un Mondiale di calcio, ad un Tour de France, ad un oro olimpico nei 100 metri: più in alto non si può, siamo in cima al K2. Vale anche più di uno Slam, perché il n.1 uno è per sempre: significa che sei il più forte e davanti a te non c’è più nessuno da inseguire. Un privilegio per pochi eletti, se pensiamo che l’altoatesino è appena il 29° giocatore ad issarsi sul trono internazionale da quanto fu istituita la classifica con l’attuale sistema di punteggio nel 1973.

Il classe 2001 è la dimostrazione di come nessun sogno sia impossibile se alimentato ogni giorno con sacrifici, lavoro e ossessionante dedizione. E non è banale retorica, ma il semplice racconto della vita di un ragazzino che, a soli 17 anni, in una intervista confessava con spensierata onestà che il suo sogno era “diventare il n.1 del mondo“. Un lustro dopo, si è materializzata una realtà probabilmente ancora più bella di come l’avesse immaginata.

Eppure non è stato facile, per nulla scontato. Si è trattato di un processo di crescita in cui non sono mancati i passi falsi, le cadute ed anche i dubbi, come quelli che spinsero Sinner a cambiare allenatore ad inizio 2022, lasciando il mentore Riccardo Piatti ed affidandosi all’accoppiata composta da Simone Vagnozzi e Darren Cahill. Annunciato sin da ragazzino come un sicuro asso del tennis mondiale, il nativo di San Candido ha dovuto fronteggiare le enormi pressioni di un movimento italiano che bramava da decenni l’avvento di un Messia. Sinner è arrivato per gradi dove sognava, senza fretta e aggiungendo di volta in volta un tassello ad un puzzle via via sempre più ricco. Ricordate quanto era impacciato nel gioco di volo solo sino a 18 mesi fa? Adesso effettua la volée quasi con naturalezza, sia di diritto sia di rovescio. E il servizio che da tallone d’Achille si è trasformato in un’arma letale? Un conto è essere un progetto di fuoriclasse, un conto è diventarlo: Sinner ci è riuscito grazie alla cultura del lavoro. Dall’autunno scorso ha iniziato a raccogliere quanto seminato con pazienza.

In un arco temporale di appena sei mesi, l’azzurro ci ha regalato nell’ordine la Coppa Davis, gli Australian Open ed ora il n.1 del ranking mondiale. A nemmeno 23 anni può già degnamente accomodarsi al tavolo dei miti dello sport italiano: Alberto Tomba, Valentino Rossi, Valentina Vezzali, Marco Pantani, Stefania Belmondo, Deborah Compagnoni e così via. Un fenomeno dal talento innato, un diamante grezzo che ha raggiunto il massimo splendore grazie a quella parola magica che lo rende così speciale: l’umiltà. Grazie Sinner, perché hai regalato una giornata di gloria all’Italia e ci hai resi fieri di poter rendere omaggio al nuovo re del tennis mondiale. Lunga vita al re!

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