Roland Garros
Sinner guarda oltre: “Qui per il torneo, non per il n.1. C’è una vita oltre il tennis, non cambierò”
L’attenzione è già rivolta alla semifinale di venerdì. Jannik Sinner non si scompone nella conferenza stampa dopo la sfida con Grigor Dimitrov e soprattutto guarda oltre all’essere diventato il nuovo numero uno del mondo. Per l’altoatesino conta solo la partita che potrebbe dargli l’accesso alla finale del Roland Garros 2024.
Jannik è apparso deciso e molto chiaro. Il primato nella classifica ATP è importante, ma quello che conta per lui è altro: “Sono qua per fare un ottimo torneo. Non sono qua solamente per diventare numero uno. Ci siamo preparati per essere competitivi. Siamo venuti con qualche dubbio, ma oggi mi sono sentito veramente bene in campo. Ora ho due giorni liberi che useremo sia per il riposo sia per l’allenamento. Speriamo di essere pronti per la semifinale. Sarà una partita difficile, ma non vedo l’ora. Sono queste le partite per cui mi alleno, le semifinali di uno Slam. Sarà un onore giocare sul Centrale e con lo stadio pieno”.
Sulle scelte intraprese che lo hanno portato a raggiungere i traguardi attuali: “Ho sempre accettato le difficoltà che ho avuto per capire cosa potesse essere il meglio per me nel futuro. Questo mi ha portato ad essere una persona migliore ed anche un giocatore migliore. Sono sempre stato fortunato ad avere le persone giuste intorno a me nel momento giusto e senza di loro non si può ottenere un tale risultato. Continuerò sempre a cercare le persone oneste, perché sono quelle che ti fanno del bene, che ti dicono sempre le cose come stanno, perché sono quelle che ti fanno diventare una persona migliore”.
Jannik conferma che non sapeva nulla del ritiro di Novak Djokovic e che lo ha scoperto durante l’intervista con Fabrice Santoro: “Io davvero non sapevo nulla, me lo ha detto Santoro a fine partita. Non sapevo nulla”.
Ancora una volta Sinner si dimostra un campione umile e che sa quanto sia importante la vita al di fuori del tennis: “Non so davvero che numero uno sarò. Sono contento di questo traguardo, ho fatto tanti sacrifici quando ero giovane e li ho sempre fatti nel corso del tempo. Ho fatto delle scelte non semplici, come quella di due anni fa. Tutti piccoli episodi che io sentivo dentro e io mi sono buttato nel fuoco. Non potevo sapere se fosse giusto o sbagliato, ma è stato importante rimanere il ragazzo che sono. Il successo non dovrebbe mai cambiarmi come persona, perché alla fine è un titolo o un numero. C’è una vita oltre il tennis, sono un ragazzo normale, a cui piace andare sui go-kart e fare le cose normali con le persone a cui voglio bene. Spero di restare numero uno per tanto tempo, ma non mi metto nessuna extra pressione di dover vincere tutti i tornei ai quali partecipo. Posso vincere dove vado, ma non mi metto pressioni”.
Sui momenti che hanno segnato una svolta in questi ultimi otto mesi: “Ci sono tanti momenti che ho avuto ultimamente dove ho mostrato la mia crescita in campo. Sicuramente quella partita era molto importante non solo per me, ma anche per tutta l’Italia. A Pechino può esserci stata una svolta, ma allo stesso tempo anche la semifinale di Melbourne e poi la finale. Difficile dire che è stata quella partita o quel punto. Sono tanti i momenti”.
Dichiarazioni da Vanni Gibertini