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Wimbledon, Sinner: attento a Shelton! Un precedente deve fungere da monito

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Jannik Sinner, Ben Shelton
Sinner, Shelton / Felice Calabrò - IPA Sport

Jannik Sinner contro Ben Shelton, la sfida è qui. L’americano aveva dichiarato di immaginarla sul Centre Court, ma in realtà sarà il Court 1 il teatro della sfida che in molti avevano pronosticato all’uscita del tabellone. Il tutto al netto delle possibili difficoltà del rampante USA, che infatti si sono presentate subito sull’erba dei Championships.

Sono tre, infatti, gli incontri al quinto set che Shelton è stato finora costretto a giocare, uno dei quali proprio ieri, nella sua quasi totalità, contro Denis Shapovalov. Vero è che ha battuto il canadese, ma altrettanto vero è che, in questa situazione, il ruolo di favorito che già Sinner ha non può che essere maggiore.

Tre anche i precedenti tra i due giocatori. Ed è il primo quello che è rimasto nella testa a molti appassionati, con Jannik che, arrivato dalla vittoria di Pechino (ATP 500), al Masters 1000 di Shanghai fu eliminato da classe 2002 di Atlanta, che in quel periodo era in ottima condizione: ci volle il tie-break del terzo set. Una settimana dopo, però, i due si ritrovarono a Vienna, e poi nel 2024 a Indian Wells. Sinner non gli ha più concesso alcun parziale.

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Chiaramente c’è il problema della gestione dei turni di servizio di Shelton, perché si tratta di uno dei giocatori con maggiore capacità di trarre qualcosa dall’inizio del gioco. Una qualità che, però, si scontra con quella in risposta del numero 1 del mondo, il che fa di questo confronto, se non un contrasto di stili (perché non lo è in senso stretto), quantomeno un terreno di sfida su un tema che si rincorrerà fondamentalmente per tutto il tempo in cui i due saranno impegnati.

Ciò che va a vantaggio di Sinner è il tempo trascorso sul campo a prescindere dal giorno di riposo avuto, al contrario del suo avversario: sempre sopra le tre ore per un totale di 10 ore e 23 minuti, contro le 8 e 24 del 2001 di Sesto Pusteria. Vantaggi che, alla lunga, si fanno sentire, ed è per questo che, pur considerando la dovuta e ovvia attenzione legata a un confronto che (va detto) venne in circostanze particolari, si può e deve avere fiducia nel leader del ranking ATP.

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