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Nuoto, che Italia agli Eurojuniors di Vilnius! Futuro roseo per il futuro azzurro con qualche lacuna

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Sara Curtis
Curtis/Lapresse

Mai prima d’ora l’Italia è stata così dominante a un Europeo juniores. A Vilnius gli azzurri hanno raggiunto numeri stratosferici, 13 ori, 9 argenti e 3 bronzi.

Se sia stata vera gloria, l’inizio di un ricambio per la generazione dei fenomeni, delle Pellegrini, dei Paltrinieri ma anche di Quadarella e Martinenghi ancora nel pieno delle loro carriere o addirittura dei giovanissimi Ceccon e Pilato, veri e propri riferimenti, nonostante la verde età, si scoprirà strada facendo.

Vilnius ha detto prima di tutto una cosa importantissima: che il temuto buco generazionale sull’alto livello, dovuto alla chiusura delle piscine per un anno e più causa Covid, non c’è stato. Nessun contraccolpo per gli allora dodicenni o tredicenni che per tanto tempo non hanno potuto nuotare, affrontare gare agonistiche in ogni angolo d’Italia e magari anche all’estero.

Quella di Vilnius è, senza tema di smentita, per qualità delle punte e per “profondità” del movimento, la migliore squadra giovanile di sempre e lo conferma il fatto che tre componenti di questa squadra fra 20 giorni saranno protagonisti a Parigi ai Giochi Olimpici.

L’Italia è andata a podio in tutte le staffette e questo era già successo un anno fa a Belgrado ma a Vilnius sono arrivate sei vittorie su sette e solo nella 4×200 sl donne le azzurre si sono arrese allo strapotere di un’altra atleta di cui sentiremo parlare, l’ungherese Minna Abraham, nome e cognome da predestinata…

A proposito di predestinati, Sara Curtis è uscita da Vilnius con sei ori al collo, perfettamente distribuiti tra gare individuali e staffette. A tre settimane da Parigi là si può guardare da due punti di vista. La velocista azzurra ha gareggiato tanto e potrebbe essersi spremuta in vista dell’appuntamento più importante ma allo stesso tempo il nuoto a questa età deve essere anche e forse soprattutto divertimento e lei a Vilnius si è sicuramente divertita. Sara Curtis ha le carte in regola per diventare un riferimento assoluto per la velocità in Europa e già questa è una novità per il nuoto italiano, ma in una specialità dove l’Europa al momento insegue soprattutto il movimento australiano che sforna fenomeni con ritmo elevatissimo e dunque per Sara Curtis si preannuncia un percorso complicato ma stimolante al tempo stesso.

In campo maschile stupisce la varietà del gruppo che si è presentato a Vilnius. Ci sono i velocisti di qualità come Ballarati, oro nei 50 sl, e D’Ambrosio, bronzo nei 100 sl e protagonista a più livelli, ci sono i mezzofondisti, Ragaini su tutti ma anche Bertoni, c’è Momoni nella farfalla, oro nei 100 e argento nei 50, c’è Daniele Del Signore che già l’anno scorso aveva mostrato ottime cose a Belgrado che ha fatto oro nei 100 dorso e argento nei 50 e nei 200.

Il “buco” emerso da questi Europei è in particolare in due specialità, nel dorso femminile, dove comunque Boscaro ha disputato la finale, e nella rana maschile dove c’erano solo due atleti al via, Lorenzo Fuschini e Andrea Dondoli che non sono mai riusciti a qualificarsi per le semifinali. Una lacuna che non ha impedito all’Italia di vincere la 4×100 mista (bravo il giovanissimo imolese a limitare i danni nella frazione a rana) ma da colmare per trovare al più presto i potenziali successori di Martinenghi e Viberti.

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