Seguici su

Ciclismo

Tour de France, Garzelli: “Pogacar mai così forte, non penso faccia la Vuelta. Ciccone potrebbe vincere il Giro”

Pubblicato

il

Tadej Pogacar
Pogacar / Lapresse

Tadej Pogacar è sempre più maglia gialla, sempre più vicino alla doppietta Giro-Tour. Ne abbiamo parlato con Stefano Garzelli, inviato in Francia come voce tecnica della Rai per il Tour de France.

Pogacar in questo Tour è superiore a tutti. Ha una grande condizione, probabilmente la migliore di sempre. Discorso chiuso per la maglia gialla?

“Chiuso no, ipotecato sì. Manca ancora una settimana, anche al Giro lo aveva già chiuso con un altro distacco e altri avversari. I numeri che ha fatto domenica sono tra i migliori nella storia del ciclismo e penso che Tadej sia nella condizione fisica e mentale migliore della sua carriera. Mancano comunque ancora tante insidie e salite, anche se non sarà facile per gli avversari”.

Secondo te è Vingegaard che ha qualcosa in meno rispetto al 2023 a causa della caduta in primavera o è Pogacar che è progredito ancora di più in salita rispetto all’anno scorso?

“Lo scorso anno Pogacar arrivava da un infortunio e non era al 100% della condizione, sicuramente anche quello di Vingegaard ha condizionato l’avvicinamento al Tour. Il danese ha fatto un mese senza toccare la bici e un altro corridore non sarebbe neanche partito. Hanno dovuto accelerare i tempi di recupero e chiaramente non è il Vingegaard dello scorso anno. Detto questo sta andando fortissimo, sta facendo qualcosa di superlativo. Sono entrambi due fenomeni”. 

Cosa può provare a fare Vingegaard nella terza settimana? 

“Può provare a fare qualcosa sicuramente. Domenica la Visma ha sbagliato, fossi stato in loro avrei fatto arrivare la fuga e tirare la UAE per poi arrivare insieme a Tadej e quindi avere un distacco minore in vista dell’ultima settimana soprattutto non potendo contare su gregari come Kuss e Van Aert che non è nella condizione migliore. Se fosse arrivata la fuga non avrebbe vinto Pogacar e quindi non avrebbe neanche preso l’abbuono riuscendo così ad avere un distacco minore in vista dell’ultima settimana e anche la piccola crisi sarebbe stata gestibile. Domenica la Visma ha corso fortissimo”. 

Al Giro Pogacar diede 10 minuti al secondo e si disse che il livello era basso. Qui il quarto ha già oltre 10 minuti di ritardo a una settimana dalla fine…Possiamo dire che il livello non era basso al Giro, ma è Pogacar che fa sembrare gli altri scarsi?

“Entrambe le cose. Al Giro gli avversari non erano quelli del Tour e Pogacar è in una condizione stratosferica. Durante la terza settimana Pogacar potrebbe calare leggermente e recuperare un po’ Vingegaard. Staremo a vedere…” 

Evenepoel sta dimostrando che può ampiamente essere un corridore da corse a tappe. Certo al momento il gap da Pogacar è notevole in salita. Paga i percorsi con pochi km a cronometro?

“Per Evenepoel vorrei aspettare la fine del Tour, determinante sarà la terza settimana che è il momento in cui si vince un Grande Giro. Venerdì, sabato e domenica saranno giorni fondamentali per lui. Si sta difendendo molto bene tenendo anche conto che non è uno scalatore puro. Questo suo primo Tour è un banco di prova importante per Remco, per conoscersi meglio sulle tre settimane”. 

Ciccone deve tenere duro per la top10 o conviene uscire di classifica e lanciarsi all’avventura per una tappa?

“Fino a sabato ha corso benissimo, poi ha preso una bella batosta. Per un corridore uscire di classifica è molto difficile e poi bisognerà capire la squadra che interessi avrà. Se vuole uscire di classifica lo deve già fare domani, ma se vuole misurarsi bene e capire se potrà vincere il Giro il prossimo anno deve tenere duro sulle tre settimane. Il Tour non potrà mai vincerlo, il Giro sì, e da italiano vincere il Giro è qualcosa di davvero magnifico”.

Ti aspetti sinceramente che Pogacar possa presentarsi alla Vuelta per la Tripla Corona?

“Lui ha detto che non andrà alla Vuelta. Il Mondiale di Zurigo è duro ed è molto adatto alle sue caratteristiche. Giro, Tour e Vuelta non lo ha mai fatto e vinto nessuno, quindi ha la possibilità di entrare nella storia. Penso però che dopo le Olimpiadi di Parigi si concentrerà sul Mondiale dove cercherà di vincere la maglia iridata”.

Cosa ti aspetti da Tiberi alla Vuelta?

“Che corra giorno per giorno. Partirà con l’idea di fare classifica, ma poi dovrà valutare strada facendo. Lo scorso anno nell’ultima settimana è andato forte, ma comunque ci saranno corridori come Ayuso e Roglic, già se dovesse centrare una top10 sarebbe un gran bel risultato per un corridore così giovane”. 

Roglic alla Vuelta sarà il favorito? 

“Al Tour non avrebbe centrato il podio, quindi secondo me come squadra piuttosto che farlo correre per un piazzamento,  lo ha mandato a casa per cercare di recuperare bene dalla caduta e concentrarsi sulla Vuelta con l’obiettivo di vincere la corsa”. 

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità