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Tennis, i top30 che non giocheranno le Olimpiadi di Parigi 2024: Rublev, Sabalenka, Shelton e non solo. Forfait e motivi

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Andrey Rublev
Rublev / LaPresse

Stavolta non ci sarà l’assurda moria di top50 come a Tokyo nel 2021, ma ci sarà sempre una quota piuttosto interessante di top30 che, tanto tra gli uomini quanto tra le donne, non ci saranno a Parigi per le Olimpiadi nel tennis. Andiamo a scoprire nomi, motivazioni, annessi e connessi.

UOMINI

8 Andrey Rublev (AIN) – Il russo ha annunciato con grande anticipo, prima ancora del rilascio della lista degli atleti neutrali autorizzati a competere (ci sarebbe stato), che non avrebbe preso parte alla rassegna a cinque cerchi per, secondo le parole della madre, trovare il tempo di curarsi alle tonsille. Per lui nemmeno un anno facile, visto che, Madrid a parte, è stato spesso eliminato presto e oltretutto molto esposto a eccessi di rabbia estremamente preoccupanti.

10 Grigor Dimitrov (Bulgaria) – Il veterano bulgaro ha una situazione ben differente, perché molto semplicemente non gioca più la Coppa Davis ormai dal 2015, e quindi sotto questo punto di vista non ha l’eleggibilità per disputare le Olimpiadi (bisogna aver ricevuto due chiamate in Davis per due volte in un ciclo olimpico, e una di queste dev’essere nell’anno precedente o nello stesso, in questo caso il 2023 o 2024).

14 Ben Shelton (USA) – Il classe 2002 di Atlanta è stato chiarissimo fin da molto prima della chiusura dell’entry list olimpica: non avrebbe giocato sulla terra rossa, superficie sulla quale ha meno chance di far bene, ma l’appuntamento lo segna per Los Angeles 2028, dove si giocherà naturalmente sullo stesso veloce degli US Open.

21 Karen Khachanov (AIN) – La sua è una situazione molto strana. Fin da prima della chiusura dell’entry list del 10 giugno era stato reso noto che non avrebbe partecipato alle Olimpiadi. Più tardi è emersa la lista che lo avrebbe potuto rimettere in gioco in quanto autorizzato dal CIO, ma le polemiche sarebbero emerse comunque perché sui social aveva postato abbastanza di recente, su Instagram, la croce di San Giorgio, che è simbolo vietato dal Comitato Olimpico Internazionale. Com’è come non è, non c’è.

22 Sebastian Korda (USA) – Pur facendo parte dei top 4 per gli States, il figlio di Petr non sarà a Parigi, senza dunque unirsi alle sorelle Nelly e Jessica che saranno di scena (la prima da favorita assoluta) nel golf femminile. Non sono stati resi noti i motivi della rinuncia, ufficializzata dalla USTA all’atto delle convocazioni.

25 Adrian Mannarino (Francia) – Per lui valgono le parole di quando era ancora numero 1 transalpino: non avrebbe giocato su una superficie, il rosso, che non lo favorisce pur essendo giocatore di casa se qualche connazionale avrebbe potuto far meglio. Detto fatto: lui alle Olimpiadi di casa non ci sarà, ma è una scelta a ragion veduta, dato che avrebbe perso contro quasi chiunque entro i primi due turni.

29 Jiri Lehecka (Cechia) – Molto sfortunato il ceco classe 2001, oltretutto nella sua migliore stagione e nel suo miglior torneo. Si è infortunato alla schiena a Madrid, quando aveva raggiunto la semifinale del Masters 1000 spagnolo contro il canadese Felix Auger-Aliassime. In quell’occasione la schiena ha deciso di alzare bandiera bianca, lasciandolo come bloccato, e da allora non si è ancora ripreso. Si spera di poterlo rivedere presto sui campi.

30 Frances Tiafoe (USA) – Come per Korda, non è stato reso noto il reale motivo della sua rinuncia pur essendo tra i top 4 del team USA, in linea teorica, alla chiusura delle entry list del 10 giugno. Per lui, Dimitrov, Shelton, Khachanov, Korda e Mannarino ci sarà l’alternativa dell’ATP 500 di Washington, al quale parteciperanno tutti i giocatori non presenti nella seconda tornata al Roland Garros per rinuncia o perché hanno quattro connazionali davanti.

DONNE

3 Aryna Sabalenka (AIN) – La bielorussa, che quest’anno ha vinto gli Australian Open, ha annunciato a tempo debito che non avrebbe giocato a Parigi per preservare un discorso di salute. E, in realtà, anche di non cambiare tre superfici in poche settimane; sarà infatti al via del WTA 500 di Washington assieme alle altre che non disputeranno il torneo olimpico.

12 Daria Kasatkina (AIN) – Fa parte del primo elenco di giocatrici che aveva già dato il proprio no alla disputa delle Olimpiadi. Per lei il discorso è diverso rispetto ad altre russe, dal momento che tutto di ciò che è nella sua patria è fonte di fastidio. Da lei, però, di dichiarazione ufficiale in questo senso non ne è uscita nessuna: rimane l’atto pratico che a Parigi non ci sarà.

13 Liudmila Samsonova (AIN) – Si sa solo, per quanto riguarda lei, che al Roland Garros non ci tornerà e che, invece, prenderà la strada di Washington per disputare il WTA 500 locale, che diventerà fonte importante di punti (quelli che non vengono dati alle Olimpiadi ed è un tema rilanciato non tanto da lei quanto da altre giocatrici).

14 Madison Keys (USA) – Già prima di Wimbledon, la numero 3 americana aveva detto no alla rassegna a cinque cerchi, non comparendo nell’entry list definitiva pubblicata il 4 luglio. Inoltre, è intervenuto anche l’infortunio occorso nel combattutissimo ottavo di finale con Jasmine Paolini: una situazione che, probabilmente, l’avrebbe costretta al forfait a prescindere. In teoria torna a Washington, in pratica è tutto da vedere.

15 Ons Jabeur (TUN) – La tunisina avrebbe potuto seriamente fare grandi cose a Parigi, al netto di una certa fragilità mentale che nei momenti importanti l’ha spesso colpita. Ragioni, le sue, molto simili a quelle di Sabalenka: poteva essere tra le pochissime in grado di mettere in difficoltà Iga Swiatek sul suo terreno preferito, quello che è normalmente in uso per il Roland Garros.

17 Anna Kalinskaya (AIN) – Anche nel suo caso il forfait è stato sostanzialmente preventivo, precedente qualunque tipo di comunicazione da CIO o ITF. La russa sarebbe stata alla prima presenza olimpica, ma andrà invece a Washington con la quasi totalità delle altre colleghe che non si torneranno a imbarcare verso Parigi.

20 Victoria Azarenka (AIN) – La bielorussa, dopo aver vinto la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012, non ha più voluto sentir parlare del contesto a cinque cerchi. Non fa eccezione il 2024: resterà negli States, dove ormai fa base in pianta stabile sia per ragioni tennistiche che di vita. Poteva però essere la sua ultima occasione per giocarsi carte olimpiche, anche se gli anni migliori sono passati.

Al momento della chiusura dell’entry list era top30 anche Sorana Cirstea (ROU) – Il caso della giocatrice rumena è più complicato rispetto a quello di tutte le altre citate. Per lei, infatti, tanti problemi di infortuni negli ultimi tempi che l’hanno portata non solo a saltare Parigi, ma anche ad avere più di un legittimo dubbio sul proseguimento di una carriera che, pochi giorni fa, ha annunciato essere in pausa in attesa degli eventi.

Al momento della chiusura dell’entry list era top30 anche Anastasia Pavlyuchenkova (AIN) – Nel 2021 aveva raggiunto i quarti di finale in singolare, e più ancora, assieme a Rublev, aveva vinto la finale di doppio misto tutta russa contro Elena Vesnina (approvata in extremis per il doppio) e Aslan Karatsev (per il quale, invece, è arrivato un “no” secco dal CIO). Stavolta niente Olimpiadi, che forse sarebbero state le ultime della sua lunga carriera.

 

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