Nuoto
Nuoto, Martinenghi emula Fioravanti dopo 24 anni. E l’Italia torna a tingersi d’oro dopo Rio 2016
Tre, otto, ventiquattro. Non siamo a scuola e non ci sono problemi da risolvere ma sono i numeri magici di Nicolò Martinenghi, il nuovo campione olimpico dei 100 rana. Il varesino ha vinto tutto quello che c’era da vincere, il campionato mondiale nel 2022, il campionato europeo sempre nel 2022 e ora l’oro a Cinque Cerchi. Otto sono gli anni trascorsi dall’ultimo oro olimpico italiano, conquistato a Rio da Greg Paltrinieri, mentre ventiquattro sono gli anni trascorsi dal primo e unico oro italiano ai Giochi nei 100 rana.
Fu Domenico Fioravanti a far saltare in aria tutta l’Italia a Sydney nei 100 rana a cui aggiunse anche un oro fantastico nei 200. Una gara per certi versi simile a quella odierna, in cui Fioravanti non era il favorito della vigilia ma in cui riuscì a farsi trovare pronto al momento giusto. Nicolò Martinenghi è “nato pronto”: in carriera ha saputo superare brillantemente i momenti complicati, per arrivare a vincere tutto quello che c’era da vincere.
Nicolò Martinenghi ha vinto tutto quello che poteva vincere a livello giovanile e non è così automatico che chi conquista un oro a livello globale tra i giovani poi sappia essere un vincente a livello senior. Per Martinenghi il percorso è stato difficile, tortuoso, in certi momenti anche crudele, vista la pubalgia che lo ha costretto a restare fermo quasi un anno ma lui ha avuto la pazienza di aspettare, ha lavorato a testa bassa, ha ingoiato il boccone amaro dei noni posti, delle delusioni di Budapest e poi ha spiccato il volo.
A Tokyo la svolta con un bronzo che valeva tantissimo perchè alle spalle di due fenomeni come Peaty e Kamminga che oggi gli sono rimasti dietro. Lì il cambio di passo del varesino che, dopo quel risultato, ha piazzato due colpi d’oro consecutivi, al Mondiale di Budapest e all’Europeo di Roma dove però mancava Adam Peaty. Il 2023 un anno da dimenticare per l’azzurro, a causa di qualche problema di salute in famiglia che gli ha tolto energie ed entusiasmo. Tutto ritrovato a inizio 2024, giusto in tempo per inseguire il sogno olimpico coronato oggi, quando in vasca c’erano tutti, compreso Adam Peaty che gli ha stretto forte la mano a fine gara e gli ha virtualmente consegnato lo scettro che aveva impugnato per otto anni, vincendo per due volte il titolo a Cinque Cerchi.
L’inno di Mameli è tornato a risuonare in uno stadio del nuoto olimpico e il cerchio si chiude. L’oro di Martinenghi è l’oro di una generazione fantastica di nuotatori azzurri che ha vinto come mai prima, che ha vinto un po’ ovunque negli anni post Covid, facendo sognare ed esultare tutti gli appassionati azzurri ed è giusto che a vincere sia stato lui, l’allievo di Marco Pedoja che è l’uomo di riferimento della squadra, che si siede in tribuna a Riccione e viene attorniato da tanti compagni, che quando esce dall’acqua è il primo a sorridere, sia che le cose siano andate meglio o peggio di quello che si aspettava alla vigilia. Un atleta e un uomo vero che merita tutto quello che ha conquistato!