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Scherma, l’Italia chiude Parigi 2024 tra luci e ombre. Edizione superiore a Tokyo, impreziosita dall’oro della spada femminile

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Santuccio/Rizzi/Fiamingo/Navarria - La Presse

L’Italia della scherma ha chiuso i Giochi olimpici di Parigi 2024 con 5 medaglie. Tante quante quelle conquistate a Tokyo 2021, seppur con l’enorme differenza di aver conseguito un oro. Il metallo più pregiato era viceversa mancato all’appello tre anni orsono. Dunque, l’edizione parigina è andata in archivio con un bilancio migliore rispetto a quello della manifestazione nipponica. Forse, nella Ville Lumiere, ci si poteva aspettare qualcosa in più, ma siamo comunque all’interno della forchetta di rendimento che poteva essere preventivata alla vigilia di Parigi 2024.

La sciabola ha fatto il suo. Una medaglia era possibile, ma non scontata. È arrivato il bronzo di Luigi Samele nella gara individuale maschile. Nella prova a squadre si sapeva che l’assalto di quarti di finale contro la fortissima Ungheria sarebbe stato impervio, come effettivamente si è rivelato. Sulle donne si riponevano poche speranze, troppo più elevata la concorrenza per provare a far saltare il banco.

La spada ha un bilancio contraddittorio, però l’oro nella prova a squadre femminili lo rende automaticamente positivo. Senza dubbio tre competizioni su quattro si sono risolte con un esito deludente e tante sconfitte precoci. In particolare, il settore maschile è totalmente mancato. Cionondimeno, il trionfo delle ragazze ha permesso all’Italia della scherma di vincere per la prima volta al di fuori del fioretto in ambito olimpico. Questa affermazione consente di archiviare Parigi 2024 come il momento in cui le donne azzurre si sono imposte sul palcoscenico più importante anche in un’arma diversa da le fleuret.

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Il fioretto, infine, ha chiuso con un forte retrogusto amaro. Tre medaglie, tutte d’argento. È innegabile che ci si attendesse almeno un oro, però le due squadre si sono inchinate in finale alle avversarie più temute alla vigilia, rivelatesi più efficaci nella finale. La gara individuale maschile si è a sua volta conclusa con una piazza d’onore. Ci si aspettava Tommaso Marini molto più di Filippo Macchi, però quest’ultimo ha “coperto” il rovescio del caposquadra.

Pesa, inutile nasconderlo, lo “zero” nella prova individuale femminile. È qui che mancano, rispetto al conteggio teorico, due medaglie. Non necessariamente l’oro. Però alla luce dei valori in campo, artigliare l’argento e il bronzo era ampiamente nelle corde delle azzurre. Si sono tuttavia materializzate tre inopinate sconfitte e, di conseguenza, la competizione ha assunto connotati deficitarii.

Complessivamente il bilancio finale può essere definito discreto nella consapevolezza che su di esso pesa oltremodo il passaggio a vuoto delle fiorettiste e, soprattutto, che sarebbe bastata qualche stoccata finita in maniera differente per tramutare il suddetto bilancio in buono, se non addirittura ottimo.

Sfumature che, talvolta, cambiano totalmente l’aspetto di un’edizione olimpica. Per l’Italia della scherma quella di Parigi 2024 non sarà stata abbagliante, ma neppure oscura.

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