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Alice D’Amato come Jury Chechi e Igor Cassina: l’Italia torna a vincere alle Olimpiadi! Spezzato il digiuno femminile

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Alice D'Amato

Alice D’Amato ha firmato un’impresa maiuscola che è già entrata di diritto nell’antologia dello sport tricolore: conquistare la medaglia d’oro alla trave alle Olimpiadi di Parigi 2024, trionfando in quella che viene considerata la specialità femminile per eccellenza dopo aver confezionato un esercizio stupefacente per esecuzione e difficoltà (14.366). La fuoriclasse genovese si consacra dopo essersi messa al collo l’argento nella gara a squadre insieme alle compagne e aver sfiorato il bronzo nel concorso generale individuale (sfumato per un solo decimo). Siamo di fronte a un autentico portento, che ad appena 21 anni si è meritata l’immortalità sportiva.

Alice D’Amato si è spinta dove una donna del Bel Paese non aveva mai osato arrivare: prima ginnasta italiana a laurearsi Campionessa Olimpica. Il settore femminile della Polvere di Magnesio non aveva mai festeggiato l’oro sotto l’insegna a cinque cerchi e l’Inno di Mameli non aveva mai risuonato in un palazzetto con delle ragazze sul podio: siamo di fronte ad apici che sembravano irraggiungibili fino a pochi anni fa. In precedenza erano arrivati “soltanto” tre argenti: con la squadra ad Amsterdam 1928 e sei giorni fa nella capitale francese, con Vanessa Ferrari al corpo libero a Tokyo 2020. Oggi si aggiunge anche il bronzo di Manila Esposito sui 10 cm.

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Alice D’Amato tocca vertici esplorati soltanto nel settore maschile da colossi come Jury Chechi (anelli ad Atlanta 1996) e Igor Cassina (sbarra ad Atene 2004), proprio l’ultimo sigillo della ginnastica italiana ai Giochi: erano passati addirittura venti anni dalla notte magica della stoccata firmata dal brianzolo sul ferro della capitale greca, quando tra l’altro anche il Signore degli Anelli si ragalò un bronzo a rimpolpare il suo palmares.

Bisogna tornare più indietro per trovare l’affermazione di Franco Menichelli al corpo libero a Tokyo 1964 e si devono rispolverare gli albi d’oro dell’epoca pre-bellica per recuperare quattro ori di squadra (Stoccolma 1912, Anversa 1920, Parigi 1924, Los Angeles 1932), quattro vittorie nel concorso generale individuale (Alberto Braglia a Londra 1908 e Stoccolma 1912, Giorgio Zampori ad Anversa 1920 e Romeo Neri a Los Angeles 1932). A Los Angeles 1932 gioirono Savino Guglielmetti al volteggio, Omero Bonoli al cavallo con maniglie, Romeo Neri alle parallele pari, mentre Francesco Martino si impose agli anelli a Parigi 1924.

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