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Rugby

Pro12, pagelle per giovani: quelli del Benetton Treviso e delle Zebre

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Da Campagnaro a Sarto, passando per Esposito, Fuser, Palazzani e Odiete, Benetton Treviso e Zebre sembrano aver avuto meno timore nel lanciare i propri giovani talenti nella lega celtica, sebbene per qualcuno ci siano i margini per un maggiore impiego. Ecco le pagelle delle future colonne portanti (si spera) del nostro rugby.

BENETTON TREVISO

Michele Campagnaro, voto 7,5: non solo il miglior giovane, ma probabilmente anche il miglior Leone della sciagurata stagione appena conclusa. Il miranese ha conquistato in poco tempo la maglia da titolare e non l’ha più mollata, in un contesto in cui c’entra ben poco la mancanza di competitività nel ruolo. Un talento puro, l’Under 23 al momento con maggior classe nel panorama italiano. L’andamento complessivo e il gioco del Benetton non gli hanno permesso di accendersi con continuità, ma le skills e le qualità evidenziate sono tipiche del grande giocatore. Bisognerà solo lavorarci sopra.

Angelo Esposito, voto 7: l’esordio stagionale in maglia biancoverde non è dei più semplici, almeno sulla carta. Di fronte c’è il Leinster e, soprattutto, uno come Lote Tuqiri, ma il trequarti di origini campane non si fa intimidire e disputa un gran match, condito anche da una meta. E’ l’inizio di un’inarrestabile ascesa per il classe ’93, da gennaio in poi titolare inamovibile. Fa intravedere qualcosa – poco a dire la verità – prima del Sei Nazioni, poi sale di livello e comincia a deliziare a ripetizione il Monigo con le sue accelerate in ripartenza. Il degno sostituto di McLean, potenzialmente anche più forte.

Luca Morisi, voto 7: Franco Smith lo aveva lanciato come titolare e il coach sudafricano aveva ottenuto eccellenti risposte. Un centro differente dagli altri in rosa, in grado di svolgere anche compiti da regista esterno, oltre a saper attaccare la linea. Poi, a novembre, il devastante placcaggio subito in azzurro contro le Fiji e la conseguente asportazione della milza, infortunio inevitabilmente lungo che lo sta tenendo lontano dai campi da allora. In quei mesi di attività, però, le indicazioni positive erano state tante.

Marco Fuser, voto 6,5: la prima vera stagione da protagonista per il 23enne nativo di Villorba, a tratti altalenante nelle prestazioni ma sostanzialmente una garanzia per il futuro in seconda linea. Fa spesso valere tutti i suoi 192cm in rimessa laterale, fondamentale in cui può divenire un perno con il passare del tempo. Si mette poco in mostra da ball carrier, sebbene ne abbia le qualità. In generale, meglio l’inizio stagione che il finale. Il prossimo potrebbe essere il suo anno.

Giovanni Maistri, sv: difficile giudicarlo, sia per lo scarso impiego sia per le numerose occasioni in cui non ha potuto esprimersi nel suo ruolo naturale, il tallonatore. Tre le presenze da titolare sulle dodici complessive, ma nella prossima stagione il classe ’92 potrebbe sfruttare l’addio di Ghiraldini e prendersi le sue rivincite.

James Ambrosini, sv: qualche presenza in più rispetto a Maistri, con più fiducia da titolare (anchenel disastro di Swansea). Ma il discorso non può che essere il medesimo già affrontato in precedenza. Il contesto in cui l’australiano ha dovuto calarsi è apparso fin troppo difficile per un ragazzo alla ricerca di serenità e di tranquillità per crescere e maturare. Arrivato come mediano d’apertura, non è escluso che possa tornare utile in futuro anche come mediano di mischia.

ZEBRE

Leonardo Sarto, voto 7,5: qualche acciacco di troppo lo costringe a giocare meno di quanto meritasse, ma quando è in campo la 22enne ala fa sentire tutto il suo peso. Dopo gli sprazzi di talento evidenziati lo scorso anno, l’azzurro dimostra di essere cresciuto ulteriormente e di poter diventare, nei prossimi anni, una delle armi offensive più pericolose per la Nazionale. Potenzialmente devastante nelle sue corse e solido anche in fase difensiva: insieme a Campagnaro ed Esposito la meglio gioventù azzurra. Un trio da sogno.

Guglielmo Palazzani, voto 7: il classe ’91 è la vera rivelazione dell’anno. Veste la maglia da titolare a fine novembre e non la molla praticamente più. Lui, da sempre mediano di mischia a Calvisano, esplode però nel ruolo di estremo, dove scala rapidamente posizioni a livello Nazionale tanto da meritarsi la chiamata di Brunel per il Sei Nazioni. Visione di gioco e rapidità le sue caratteristiche principali, oltre ad uno spiccato senso tattico nel gioco al piede.

Andrea Manici, voto 6,5: comincia in modo impeccabile la stagione, segnando due mete nelle prime due partite ed offrendo ottime prestazioni, in cui evidenzia la consueta pericolosità palla in mano e una spiccata capacità nel creare break. Un tallonatore moderno e soprattutto talentuoso, frenato però da un infortunio che lo ha tenuto fuori praticamente per quattro mesi. Ma nel dopo-Ghiraldini non può che esserci lui.

Tommaso Iannone, voto 6: una stagione divisa in due, tra le partite disputate come mediano d’apertura e quelle giocate da centro. Altalenanti e tendenti al negativo le prime, ordinate e più che buone le seconde. Da numero 10 l’ex Treviso fa inevitabilmente fatica, in un ruolo ricoperto soltanto nelle giovanili, mentre nella posizione a lui più congeniale fa intravedere qualche spunto interessante, sebbene senza brillare. Qualcuno, però, dovrà fare definitiva chiarezza sul suo ruolo, anche perché in Nazionale Brunel lo vede come… ala.

David Odiete, voto 5,5: tanti gli aspetti su cui migliorare, dalle linee di corsa al gioco tattico. La sola velocità, insomma, non può bastare e il classe ’93 ha fatto vedere quasi sempre solo quella caratteristica del suo repertorio. Con gli input giusti, però, può progredire e – chissà – bussare alle porte della Nazionale. In linea teorica, inoltre, potrebbe essere redditizio spostarlo dall’estremo all’ala.

Alberto Chillon, sv: l’arrivo di un fuoriclasse come Brendon Leonard gli preclude ogni possibilità di mettersi in gioco. Solo tre le partite da titolare, oltretutto non brillando, e poco altro.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Fotosportit/FIR_Roberto Bregani

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