Olimpiadi
Volley femminile, Myriam Sylla non si placa: “Curiosità per la finale, continuiamo a sognare insieme”
La donna dai palloni importanti, la donna della finale. Dopo l’attacco di Myriam Sylla parte la festa, l’Italia di volley femminile è in finale alle Olimpiadi 2024. Il coronamento di un percorso favoloso, di una prestazione quasi senza sbavature. Le azzurre di CT Julio Velasco domenica si giocheranno la medaglia d’oro contro gli Stati Uniti, per mettere fine ad uno dei tabù più storici per il Bel Paese nella manifestazione a Cinque Cerchi.
La serata è di quelle da ricordare, con la Turchia annichilita 3-0 per la seconda volta nel giro di pochi giorni. La prima nel girone, oggi in semifinale. Dopo aver spazzato via la Serbia, l’Italia è un rullo compressore anche stasera, e le anatoliche non possono far altro che lasciare il passo. Una prova sublime da parte di tutto il sestetto, compresa Sylla. Per la schiacciatrice azzurra sono dodici i punti a referto, undici quelli dall’attacco (1 ace). Ma non sono solo i numeri a fare la partita, sono i momenti: fondamentale nel primo set la palla staccata da rete messa a terra tirando a tutto braccio, così come il sigillo finale; oltre alla solita grinta e al solito carattere.
“Allora, devo riorganizzare un attimo le idee – è l’esordio di una Sylla visibilmente emozionata ai microfoni di Eurosport -. Sono contenta, sono felice di essere riuscita a rispondere presente al gruppo. Tutte noi lo abbiamo fatto, insieme e unite“. L’azzurra passa poi ad analizzare la sfida di questa sera: “La partita si era anche messa in una maniera difficile, ma siamo state brave a sgarbugliarci da una situazione un po’ così“.
Un fatto storico che Sylla deve ancora realizzare, ma poi è focalizzata su quello che verrà: “Io ancora non ci credo, ma va bene così. Aspettiamo con grande curiosità l’avventura di domenica, visto anche che è la prima volta per tutti quanti, e anche per noi in Italia. Non vediamo l’ora, dateci il tempo di riposare e continuiamo a sognare insieme“. Appuntamento a domenica alle 13.00, per scrivere un ulteriore pezzo di storia, quello più importante.