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Andy Diaz promette: “Posso fare ancora meglio e lo dimostrerò. Bronzo come Donato, era destino”

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Andy Diaz
Andy Diaz / LaPresse

Un bronzo per cominciare. Era la prima volta per Andy Diaz con la maglia azzurra. Una lunga trafila burocratica, tra istituzioni e World Athletics, ma poi è arrivata l’ok e per il cubano, naturalizzato italiano, nella sua prima Finale olimpica con il tricolore è arrivato un terzo posto da mettere nel cuore. Il salto triplo è specialità complicata e Diaz nell’ultimo periodo aveva avuto qualche problema all’adduttore.

Un po’ questo e un po’ la tensione avevano rischiato di tenerlo fuori dall’atto conclusivo. Oggi, però, si è cambiato registro e lo si è compreso da quel primo salto a 17.63. Un balzo convincente, limato nell’ultimo tentativo (17.64), che gli ha permesso di salire sul terzo gradino del podio alle spalle di altri atleti cubani dall’iter simile al suo, ma con naturalizzazioni diverse. Il riferimento è allo spagnolo Jordan Alejandro Diaz Fortun (17.86) e al portoghese Pedro Pichardo (17.84).

Il mio primo pensiero è di ringraziamento per tutti quelli che mi hanno aiutato e sostenuto. Sto vivendo un sogno. Nella qualificazione mi ha preso un po’ d’ansia, essendo la prima gara con questa maglia, ma oggi ho resettato. Mi sono lasciato andare e ho preso una medaglia. Sono contento, ma so di poter fare ancora meglio. Non mi resta che dimostrarlo nelle prossime gare“, ha dichiarato Diaz ai microfoni di RaiSport HD.

“È stato un percorso molto difficile e ho imparato tantissimo. È significativo vincere un bronzo esattamente 12 anni dopo come il mio allenatore (Fabrizio Donato a Londra 2012 ndr.). Era destino, non mi resta che fare ancora meglio in futuro. Questo è solo l’inizio“, ha concluso l’italo-cubano.

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