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Olimpiadi Parigi 2024, le pagelle sport per sport: vela e nuoto il top, bene il ciclismo, flop lotta e beach volley

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Martinenghi
Martinenghi / Lapresse

PAGELLONE OLIMPIADI PARIGI 2024 

Arrampicata sportiva, 5,5: nello speed, una gara che si decide in meno di 5 secondi, la fortuna gioca chiaramente un ruolo determinante. Ed è mancata completamente a Matteo Zurloni, eliminato ai quarti per soli 2 millesimi. Quel frangente ha inciso negativamente sul giudizio a questo sport, perché si trattava dell’unica carta da medaglia. In generale, l’Italia sta crescendo bene nello speed (anche con le donne), mentre è ancora troppo indietro nella combinata lead/boulder.

Atletica, 6,5: era scontato che il confronto con Tokyo sarebbe stato impietoso, perché probabilmente 5 ori nella stessa Olimpiade resteranno un unicum per tanti anni. Eppure il movimento è molto più profondo rispetto all’edizione giapponese. Nonostante sia mancata completamente la marcia all’appello (e attenzione, perché soprattutto in campo femminile non si intravedono nomi nuovi nell’immediato), Tamberi abbia partecipato solo per onor di firma e tanti papabili per una medaglia abbiano steccato (su tutti Leonardo Fabbri e Lorenzo Simonelli), sono comunque arrivate tre medaglie e 17 piazzamenti nelle prime 8 posizioni. Siamo convinti che, senza gli Europei di Roma nel mese di giugno, il bilancio sarebbe stato decisamente migliore: molti azzurri non sono riusciti ad avere un doppio picco di forma. Ad ogni modo, l’atletica italiana è ben viva e non desta preoccupazione alcuna verso Los Angeles 2028: i talenti abbondano.

Badminton, 6: diamo una sufficienza di incoraggiamento per la prima vittoria di sempre ottenuta in campo maschile da Giovanni Toti. È ora tuttavia che questo sport faccia un vero salto di qualità: non basta più accontentarsi della semplice qualificazione.

Beach volley, 4: tra gli sport peggiori dei Giochi per l’Italia. Nessuna coppia oltre gli ottavi di finale e la sensazione che il movimento si sia impantanato da anni, come testimonia il fatto che non vi sia ricambio tra le coppie di vertice.

Break dance, 5: Antilai Sandrini ha chiuso all’11° posto. Come spesso accade con i ‘nuovi sport’, l’Italia si trova distante anni luce dalle nazioni di vertice.

Canoa slalom, 8: Giovanni De Gennaro era da anni al vertice internazionale, ma gli era sempre mancata la zampata per vincere un Mondiale o una Olimpiade. A Parigi è arrivata la definitiva consacrazione d’oro. Stefanie Horn non è riuscita a lasciare il segno, mentre non ha convinto la canadese. In generale si tratta di uno degli sport che più preoccupa in vista di Los Angeles 2028 per la mancanza di ricambi: non ci stupiremmo di vedere ancora Horn (classe 1991) e De Gennaro (avrebbe 36 anni).

Canoa velocità, 7: c’era una sola possibilità di salire sul podio ed è stata colta da Carlo Tacchini e Gabriele Casadei con l’argento del C2 500 metri. Una medaglia che non deve farci dimenticare la totale assenza di qualificati nel kayak e il nulla cosmico che impera sovrano da anni nel settore femminile.

Canottaggio, 6,5: non è stata una Olimpiade scintillante. Le medaglie rispetto a Tokyo sono diminuite (da 3 a 2) ed è mancato l’oro. Sono arrivati due argenti con il 4 di coppia ed il doppio pesi leggeri, in entrambi i casi senza mai essere in corsa per vincere. Ha deluso l’atteso 4 senza, mentre non ha funzionato per niente il nuovo doppio composto da Nicolò Carucci e Matteo Sartori. La percezione di un passo indietro in termini di competitività generale rispetto al 2021 è stata palpabile.

Bmx, 6: il fatto che Pietro Bertagnoli, nono, sia stato il primo degli esclusi dalla finale del racing, testimonia come qualcosa si stia finalmente muovendo in questo settore.

Mountain bike, 6: manca sempre il centesimo per fare l’euro. Luca Braidot ha disputato una grande gara, terminando però in quarta posizione. Tra le donne si attende invano una nuova Paola Pezzo da un quarto di secolo.

Ciclismo su pista, 8.5: uno degli sport rivelazione dei Giochi. Dobbiamo essere onesti: ci saremmo aspettati una sola medaglia, quella del quartetto maschile. Invece ne sono arrivate addirittura tre, con tanto di oro inatteso nella madison femminile con Chiara Consonni e Vittoria Guazzini. Il futuro è tutto da scrivere, perché non sarà semplice sostituire un’icona come Elia Viviani, mentre non è scontato che Jonathan Milan e Filippo Ganna proseguano l’attività nei velodromi. Ad ogni modo i ricambi abbondano, soprattutto in campo maschile: servirà del tempo. Il prossimo quadriennio potrebbe essere quello del ritorno ai vertici mondiali dell’Italia nella velocità.

Ciclismo su strada, 6: argento senza rimpianti di Filippo Ganna nella cronometro, perché oggi Remco Evenepoel è semplicemente di un altro pianeta, come ha poi confermato anche nella priva in linea. Ci si aspettava molto di più dalle donne, ma Elisa Longo Borghini ha disputato la peggior gara della stagione proprio ai Giochi: forse non aveva smaltito del tutto le fatiche del recente Giro d’Italia.

Equitazione, 5: come sarebbe finita senza il problema al cavallo di Emiliano Portale? Non lo sapremo mai, ma di sicuro gli azzurri sarebbero stati in corsa per un bronzo dopo la prova di dressage del concorso completo a squadre. Nella gara individuale nessun italiano ha chiuso in top20. Nel salto ostacoli la squadra manca addirittura da Atene 2004 ed Emanuele Camilli non è andato oltre una partecipazione dignitosa.

Ginnastica artistica, 8,5: una Olimpiade da record. L’argento della squadra femminile sarebbe già stato sufficiente a rendere questa edizione memorabile, ma l’oro di Alice D’Amato ed il bronzo di Manila Esposito alla trave l’hanno resa trionfale. In campo maschile servirà alzare l’asticella: i giovani per farlo non mancano.

Ginnastica ritmica, 7: due medaglie rappresentano un risultato storico, in particolare il bronzo di Sofia Raffaeli nell’all-around individuale. La sensazione è che per le Farfalle potesse essere l’occasione buona per vincere l’oro.

Golf, 5,5: Matteo Manassero 18°, Guido Migliozzi 22°, Alessandra Fanali 53ma. Non sono risultati da stropicciarsi gli occhi, ma soprattutto gli uomini hanno disputato una buona Olimpiade. Il problema è che in questo sport ci si è arenati da diversi anni dopo l’era dei fratelli Molinari.

Judo, 6,5: sappiamo che questo giudizio genererà polemiche, perché un oro è arrivato grazie ad Alice Bellandi. Non possiamo però negare l’evidenza: l’Italia si presentava con la squadra più forte di sempre, le ambizioni erano ben altre. Pesano sul bilancio le ben quattro finali per il bronzo perse, tre individuali ed una nella prova a squadre. Ci si aspettava che il judo fosse una delle discipline rivelazione delle Olimpiadi di Parigi 2024, ma così non è stato. L’oro di Bellandi rende comunque il bilancio assolutamente positivo, anche se non esaltante.

Lotta, 3: forse lo sport peggiore in assoluto. Già le qualificazioni ai Giochi erano state problematiche, poi a Parigi non si è vinto nemmeno un incontro. La stella Frank Chamizo prosegue nella sua parabola discendente iniziata dopo Rio 2016. I giovani non mancano, ma sovente faticano a replicare da seniores i buoni risultati ottenuti nelle categorie juniores ed U23.

Nuoto, 9: alzi la mano chi si sarebbe aspettato, prima delle Olimpiadi, che il nuoto avrebbe fatto molto meglio dell’atletica. L’oro di Thomas Ceccon era tra i più attesi, ma quello di Nicolò Martinenghi non era pronosticabile. Cinque le medaglie complessive, una in meno rispetto a Tokyo 2020, dove era però mancato l’oro. I ricambi sono già pronti, anche se non nel mezzofondo: un erede di Gregorio Paltrinieri non c’è, anche se continua a progredire Luca De Tullio.

Nuoto artistico, 4: non ci siamo proprio. Italia ottava (su 10) nella prova a squadre, mentre non ha potuto prendere parte alla gara a coppie per un infortunio occorso a Linda Cerruti. Il divario dalle nazioni di vertice è decisamente aumentato da quando è stato introdotto il nuovo sistema di punteggio.

Nuoto di fondo, 6,5: la medaglia è arrivata, ma a sorpresa non nella 10 km maschile, ma in quella femminile grazie alla sorprendente Ginevra Taddeucci. In ottica Los Angeles 2028 non si vedono alternative all’altezza degli Acerenza e Paltrinieri, è un settore un po’ in difficoltà.

Pallanuoto, 5: i torti arbitrali hanno influito per il Settebello, non possiamo negarlo. Ma ciò che resterà ai posteri è il fatto che l’Italia non abbia superato lo scoglio dei quarti di finale né con gli uomini né con le donne, proprio come a Tokyo. Sandro Campagna è ct dal 2009, oggettivamente è insolita una permanenza così lunga nello sport ad alto livello: sarebbe opportuno iniziare un nuovo corso? I ricambi non mancano per la Nazionale maschile, mentre preoccupa sempre più il Setterosa, ogni anno più lontano dalle avversarie di riferimento ed incappato anche nell’umiliante sconfitta contro la Francia.

Pallavolo, 8,5: la media tra le donne (10) e gli uomini (7). Serviva il guru Julio Velasco per ricompattare un gruppo che si era completamente sfaldato nella precedente gestione di Davide Mazzanti. L’allenatore argentino è riuscito veramente a tirare fuori il meglio da ogni giocatrice. Come ha giustamente affermato Caterina Bosetti, questa Italia era la migliore da anni, e finalmente lo ha dimostrato. In campo maschile è mancato qualcosa. Tanti protagonisti attesi sono apparsi fuori anonimi, in particolare il capitano Simone Giannelli, che negli anni scorsi aveva fatto la differenza. Il gruppo è giovane e, con qualche innesto di qualità, potrà riprovarci a Los Angeles 2028.

Pentathlon moderno, 6,5: Giorgio Malan era un outsider ed ha conquistato uno splendido bronzo, con Matteo Cicinelli ottimo quinto. Elena Micheli si presentava da bi-campionessa del mondo ed è finita fuori dal podio: quinta. Un po’ l’emblema di tutta l’Olimpiade italiana, nella quale hanno reso molto meglio gli outsider rispetto ai favoriti.

Boxe, 5: dopo pochi giorni gli azzurri erano già tutti a casa. L’unico verdetto veramente sconcertante è stato quello che ha estromesso Aziz Abbes Mouhiidine sin dagli ottavi di finale: l’azzurro era di gran lunga il migliore della categoria -92 kg, ma d’altronde dinanzi a giurie che hanno perso ogni briciola di credibilità si è oramai impotenti. A nostro avviso ci stava invece la sconfitta di Irma Testa, mentre il migliore è stato Diego Lenzi, l’unico ad approdare ai quarti di finale.

Scherma, 6: non è più la miniera che era stata sino a Londra 2012, dobbiamo mettercelo in testa e accettarlo. Da allora ha raccolto appena 2 ori in 3 edizioni. Si attribuisce la colpa alla concorrenza internazionale sempre più ampia e spietata, ma al tempo stesso occorre sottolineare come l’Italia non riesca più a sfornare i fuoriclasse di un tempo, nemmeno nel fioretto. Alla fine il bottino di 5 medaglie, con lo storico oro delle spadiste, è comunque apprezzabile, ma resta la sensazione che si sia fatto molto meno rispetto a quelle che erano le potenzialità di partenza.

Skateboard, 6: il sesto posto di Alex Sorgente nel park è un ottimo risultato in uno di quei nuovi sport in cui l’Italia fatica ad affermarsi. Questione di cultura, strutture e praticanti.

Sollevamento pesi, 6: il passo indietro rispetto a Tokyo è stato importante, ma a salvare il bilancio ci ha pensato un acciaccato Antonino Pizzolato con il bronzo nei -89 kg. Pesano i tre nulli di Sergio Massidda, che si presentava ai Giochi da vice-campione del mondo.

Surf, 5: partecipazione decoubertiniana o poco più per Leonardo Fioravanti. E siamo sempre al solito discorso: l’Italia fatica proprio ad affermarsi in questi nuovi sport ‘esotici’. Siamo troppo tradizionalisti e poco inclini al cambiamento. D’altronde il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha ammesso candidamente che “non mi emozionano, ma hanno ragione loro per lo share che ottengono“.

Taekwondo, 6: senza girarci attorno, l’Italia schierava due atleti da oro. Alla fine Simone Alessio è riuscito a portare a casa un bronzo, e probabilmente ce l’avrebbe fatta anche Vito Dell’Aquila senza l’infortunio che lo ha costretto a dare forfait per la finalina. Ilenia Matonti ha dovuto fare i conti con una avversaria troppo superiore al debutto: per la giovane campana la qualificazione olimpica era già stata un grande risultato.

Tennis, 9: erano 100 anni che l’Italia aspettava una medaglia, ne sono arrivate addirittura due. Indimenticabile l’oro di Jasmine Paolini e Sara Errani nel doppio femminile, mentre Lorenzo Musetti si è superato con il bronzo nel singolare maschile, battendo persino Alexander Zverev ai quarti. Il movimento ha dimostrato di poter fare a meno anche del n.1 al mondo Jannik Sinner.

Tennistavolo, 4: come da pronostico, Giorgia Piccolin e Debora Vivarelli sono state eliminate al 1° turno. Uno sport che proprio non riesce ad uscire dall’anonimato, c’è rassegnazione. I migliori risultati erano arrivati ad inizio secolo grazie a naturalizzazioni di massa di giocatrici cinesi: viene da chiedersi perché quella strada (peraltro battuta da quasi tutte le nazioni europee) sia stata abbandonata.

Tiro con l’arco, 5: si torna a casa con zero medaglie. Sia nella prova a squadre maschile sia nell’individuale maschile si è rivelato fatale lo scoglio dei quarti di finale. In campo femminile l’Italia sta perdendo posizioni anno dopo anno: non è un caso la mancata qualificazione della squadra. In generale, si sta alzando sempre di più l’asticella in questo sport e per ora l’Italia non è progredita tanto quanto altre concorrenti.

Tiro a segno, 7: due medaglie, peraltro arrivate nella stessa gara con l’argento di Federico Nilo Maldini e Paolo Monna (pistola 10 metri). È mancato all’appello Danilo Dennis Sollazzo, la punta di diamante da cui era lecito attendersi anche l’oro nella carabina 10 metri. Ottima la qualificazione in finale di Massimo Spinella nella pistola 25 metri. La nota dolente? In campo femminile siamo inesistenti.

Tiro a volo, 8: siamo lontani dai fasti (forse irripetibili?) di Rio 2016, tuttavia il bottino di un oro (skeet misto a coppie) ed un argento (Silvana Stanco nel trap) è oltremodo positivo. In sede di convocazioni avremmo fatto scelte diverse. In particolare non abbiamo compreso la rinuncia a Massimo Fabbrizi nel trap maschile.

Triathlon, 6: a fari spenti, ma l’Italia sta migliorando in questo sport. Lentamente, un passettino per volta, ma sta arrivando. Lo testimonia in particolare il sesto posto nella staffetta mista. Ieri, inoltre, è arrivato un oro agli Europei, sempre nella staffetta mista. Si tratta della prima vittoria di sempre per il Bel Paese in questo sport a livello seniores in una rassegna continentale.

Tuffi, 6: seconda Olimpiade consecutiva senza medaglie. Ben tre quarti posti, anche se tra questi l’unico che brucia davvero è quello di Elena Bertocchi e Chiara Pellacani nel trampolino 3 metri sincro. Attenzione però ad un ragazzo che potrebbe cambiare le prospettive nel breve termine: Matteo Santoro.

Vela, 9: uno dei migliori sport per l’Italia in queste Olimpiadi, l’unico insieme al nuoto a conquistare 2 ori. Se la conferma di Ruggero Tita e Caterina Banti era tra le più scontate della spedizione, si è letteralmente superata Marta Maggetti con una magistrale finale nel windsurf. E dire che il bottino sarebbe potuto essere anche più corposo con Nicolò Renna e Riccardo Pianosi.

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